‣ Capitolo 31

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“Ti lasci toccare solo da chi ha l'anima più in fiamme della tua

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Ti lasci toccare solo da chi ha l'anima più in fiamme della tua.
Gli permetti anche di toccarti il cuore.
Gli permetti tutto.”

- Charles Bukowski

Capitolo 31

Lo scorso sabato sera è stato un vero e proprio shock per me.
Dopo l'accaduto io e Jason non abbiamo parlato molto, e onestamente, non ho ancora ben chiaro a che punto siamo.
Ieri non ho fatto che pensarci per l'intera giornata, ho un macigno sul petto che non riesco a buttar via, e per quanto mi renda felice aver rivisto Jason, il terrore che non sia la persona che credevo fosse non mi abbandona.

Oggi lo rivedrò, ci rivedremo in college per la prima volta dopo quel che è accaduto l'altra sera al Karaoke Burger ed io sono decisamente troppo agitata.
La verità è che non ho idea di come comportarmi, non so se potermi fidare di lui, non so assolutamente nulla in questo momento.

-Aurora, sei sicura che vada tutto bene?- la voce di Hayden mi distoglie dai miei pensieri e soltanto adesso mi rendo conto che l'auto è ferma, che siamo già arrivati

-s-sì, uh sì, stavo solo pensando- spiego accennando un sorriso, quindi afferro il mio zaino e lascio un dolce bacio sulla guancia di mio cugino
-ci vediamo dopo, buon lavoro- affermo scendendo dall'auto

-buona giornata- dice, e dopo esserci salutati lo vedo andar via.

Prendo un profondo respiro e mi passo una mano tra i capelli, mi faccio coraggio e finalmente mi dirigo verso il cancello d'ingresso, ma poco prima di varcare la soglia sento un'auto fermarsi a meno di un paio di metri da me, quindi mi volto per un istante ma sento il cuore in gola quando incontro i suoi occhi.
Deglutisco sonoramente e per qualche secondo resto immobile, incapace di dire o fare qualsiasi cosa, lui invece accenna un sorriso

-Roe- quasi sussurra, il finestrino è abbassato, la sua mano sul volante

-Jason- rispondo abbassando leggermente lo sguardo imbarazzata

-ti va di salire a bordo?- domanda titubante incontrando il mio sguardo, io mi mordo nervosamente una guancia mentre il mio cervello cerca di formulare la risposta giusta

-p-perché invece non entriamo..?- biascico indicando il cortile del college, lui distoglie momentaneamente lo sguardo, riportandolo però subito dopo su di me

-perché ho bisogno di mostrarti una cosa- confessa lui, io corrugo la fronte confusa, ma dopo pochi attimi, anche se incerta, annuisco appena e salgo a bordo dell'auto.

Poso lo zaino sui sedili posteriori e quando torno al mio posto non riesco ad incontrare i suoi occhi, la sua vicinanza ora mi provoca uno strano effetto.
Lo sento sospirare silenziosamente, si passa una mano tra i capelli, poi mette in moto l'auto e comincia a guidare.
Io tengo lo sguardo fisso fuori dal finestrino, con la mente che corre e corre senza sosta

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