‣ Capitolo 59

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“Non c'è niente di peggiodeltroppo tardi

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“Non c'è niente di peggio
del
troppo tardi.”

- Charles Bukowski

Capitolo 59

A quanto pare il momento è arrivato.

Esco dalla mia stanza con in spalla uno zaino e in mano una valigia, mi volto un'ultima volta e guardandomi attorno sorrido tra me e me, prendo un profondo respiro e mi faccio coraggio: è ora di andare, Aurora.

Chiudo la porta e lentamente comincio a percorrere la scalinata che porta al piano inferiore trascinando una valigia quasi più pesante di me.
Mugolo a causa dello sforzo quando raggiungo gli ultimi scalini e un leggero sbuffo abbandona le mie labbra, ma perché diavolo Hayden non viene a darmi una mano?

-Questa cosa pesa dieci tonnellate..- mormoro tra me e me una volta raggiunto il piano inferiore, la poso sul pavimento e prendo un respiro prima di sollevarla ancora una volta.
Le luci sono già tutte spente, meno che quella in corridoio, dove mio cugino mi sta aspettando, quindi a fatica lo raggiungo, ma mi fermo quando mi accorgo che è immobile di fronte alla porta.

Corrugo appena la fronte e ancora una volta poso la mia valigia per terra, lascio scivolare lo zaino dalla mia spalla e lo poso di fianco agli altri bagagli

-H?- lo chiamo avvicinandomi lentamente a lui
-tutto bene? Possiamo partire- aggiungo, ma il riccio lentamente si volta e il mio cuore perde un battito quando noto il suo viso pallido, lui resta gelido, in silenzio, con lo sguardo vuoto fisso nei miei occhi
-H-Hayden, che succede?- domando allarmata, il mio sguardo cade su una busta di carta tra le sue mani e deglutisco nervosamente
-che cos'è..?- chiedo indicandola con un dito tremolante

-è..uhm, è per te..- farfuglia sconvolto, io impallidisco di colpo e sento gli occhi bruciare, mentre il cuore corre in fretta
-d-da parte di Jason- quasi sussurra

-che..?- mi porto una mano al petto, quasi come se potesse servire a calmarmi
-l'hai letta?- domando con gli occhi fissi nei suoi, il riccio annuisce appena con occhi lucidi

-s-sí, so che non avrei dovuto, mi dispiace, ma.. ecco, tieni, leggila- afferma porgendomela, io la osservo per qualche istante, poi allungo la mano e titubante l'afferro.
I miei occhi incontrano nuovamente quelli di mio cugino, quasi come a volergli chiedere di cosa si tratti, se dovrei preoccuparmi o essere spaventata

-leggi..- dice solo, ma il cuore mi batte così veloce nel petto e l'aria sembra improvvisamente mancare, Hayden posa una mano sulla mia spalla e la stringe appena, come a darmi forza, e la mia angoscia non fa che aumentare.

Abbasso lentamente lo sguardo sulla busta tra le mie mani e chiudo gli occhi prendendo un profondo respiro, pian piano la apro e ne tiro fuori due fogli ripiegati.

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