‣ Capitolo 14

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“Era quello che volevano loro: che m'arrendessi

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“Era quello che volevano loro: che m'arrendessi. Glielo leggevo negli occhi, nei sorrisi quando credevano che non guardassi. Non intendevo dargliela vinta.”

- Charles Bukowski

Capitolo 14

A volte mi chiedo dov'è che sbaglio.
Sì, insomma, la mia testa deve avere qualcosa che non va, perché non faccio altro che prendere decisioni sbagliate, farmi opinioni errate, creare castelli in aria che butto giù io stessa quando mi rendo conto delle stronzate che la mia mente crea.

Leslie mi aveva avvertita su Jason, mi aveva avvertita fin dal primo giorno, tutti mi avevano avvertita in realtà, ma come al solito, io ho preferito affidarmi a quel che sentivo, ho preferito farmi un'idea da sola, senza l'influenza di nessuno, ed ora eccomi qui, in silenzio su una panchina incapace di comunicare anche con i miei migliori amici.
È che i pensieri mi stanno torturando, non riesco a darmi pace, non ci riesco perché non posso accettare di aver fatto un errore così madornale, non posso accettare di aver scambiato una cosa per un'altra, non posso accettare di aver visto del buono in una persona che, di buono, probabilmente non ha assolutamente nulla.
E dopo la rissa ne ho avuto ancora conferma, per tutta la settimana Jason non ha fatto che cacciarsi nei guai, creare problemi, essere scontroso con tutti, non mi ha rivolto neppure uno sguardo, un po' come se non esistessi, come se non fossi mai esistita.
Mi fa una tale rabbia.

-Aurora?- sento la dolce voce di Leslie chiamare il mio nome

-Aurora- ripete Tommy, io sospiro appena e sollevo lo sguardo

-scusate..- mormoro
-non sono dell'umore, non ho proprio voglia di parlare, perdonatemi..- aggiungo afferrando il mio zaino per poi alzarmi dalla panchina, ma Leslie afferra il mio polso impedendomi di allontanarmi, quindi i miei occhi incontrano i suoi

-non dobbiamo parlare, se non ne hai voglia- afferma cautamente
-ma resta qui, non isolarti- aggiunge poi, io annuisco incerta e torno a sedermi di fianco a loro

-a-avevi ragione..- mugolo chiudendo gli occhi per evitare di lasciarmi sfuggire anche solo una lacrima

-che?- Leslie mi osserva confusa

-mi avevi detto che lui è uno di quelli da cui è meglio stare alla larga, non ti ho dato ascolto..- biascico, ma lei posa una mano sulla mia schiena accarezzandola

-hey..- sussurra creando un contatto visivo tra di noi
-ci sono cose che non si possono controllare, non fartene una colpa- aggiunge cercando di consolarmi

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