‣ Capitolo 28

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“A volte mi manchi così tanto che credo di non farcela

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A volte mi manchi così tanto che credo di non farcela.
Poi ce la faccio, però mi manchi lo stesso.”

- Charles Bukowski

Capitolo 28

Ancora.
Ancora una volta Jason è sparito, ancora una volta nessuno sembra saperne nulla a riguardo, ed io onestamente, non so più cosa pensare.
C'è una parte di me estremamente preoccupata per lui, ma c'è anche un'altra piccola parte terrorizzata dall'idea che possa nascondermi qualcosa.

Le lezioni sono appena terminate, io, Leslie e Tommy siamo appena usciti dall'aula, ma sono abbastanza certa di non aver seguito neppure un millesimo di secondo delle lezioni odierne.
Dio, come potrei concentrarmi?
Sono ormai due fottute settimane che non vedo Jason, due settimane che non ho sue notizie e, giuro, sto impazzendo, sto per perderci la testa.
Ho cercato di rispettare la sua privacy non chiedendogli assolutamente nulla sugli episodi a cui ho assistito, ho cercato di rispettare i suoi tempi, e fin'ora ho anche evitato di andare da lui, semplicemente perché sono consapevole che a volte ci sia davvero bisogno di restare soli, di pensare.

Ma ora non ne posso più, non me ne starò più in disparte ad aspettare come una completa idiota.
Sono davvero stanca di questa situazione.

-Devo andare a parlare con i suoi amici- affermo, forse pensando a voce alta

-con i suoi amici?- domanda Tommy confuso rivolgendomi uno sguardo

-parli di JD, vero?- chiede Leslie, io mi limito ad annuire mentre percorriamo la scalinata che separa la grande struttura dal cortile
-d'accordo, veniamo con te- afferma la mia migliore amica appoggiandomi, io mormoro un grazie e in completo silenzio cerchiamo il gruppo di ragazzi tra la gente, dopo averli finalmente avvistati, ci affrettiamo a raggiungerli.

I loro sguardi cadono su di me, alcuni di loro scambiano delle risatine complici, altri bisbigliano cose incomprensibili, di cui a dirla tutta, non m'importa affatto.
Tutto quello che voglio sapere ora è cosa diavolo sta succedendo.

-Hey- ghigna uno di loro, lo stesso che si fece avanti la scorsa volta

-hey- saluto freddamente, e so che non è gentile, né piacevole, ma negli ultimi giorni non faccio che essere distaccata, con tutti

-hai bisogno di qualcosa?- domanda il castano squadrandomi dalla testa ai piedi, io annuisco

-sì, senza troppi giri di parole, sono certa che sappiate dove sia Jason e sono certa che sappiate anche perché sparisca così spesso, quindi ve ne prego, se lo sapete rendetemi partecipe, perché non ci sto capendo più nulla- butto fuori tutto, senza preoccuparmi di poter sembrare antipatica, scontrosa o ineducata

-ancora?- tutti scoppiano a ridere scambiandosi occhiatine, poi lo sguardo del castano torna su di me
-bambolina, pensavo di averti già detto che noi non siam..-

-che voi non siete l'FBI, sì, me lo hai già detto, ma non vi sto chiedendo di condurre delle indagini segrete, vorrei solo sapere cosa sta succedendo a un vostro amico- lo interrompo, non ho intenzione di stare a sentire le loro battutine, voglio arrivare al dunque

-ragazzina togliti dalla testa JD, non ti conviene affezionartici, ti farà soltanto soffrire, se cerchi il principe azzurro hai sbagliato persona, lo dico per il tuo bene- le parole del suo amico, se così si può definire, colpiscono il centro del mio petto come lame affilate, ma ce la metto tutta pur di non darlo a vedere, pur di non credere alle sue parole

-grazie, ma sono affari miei, questi- puntualizzo
-sapete dov'è oppure no?- domando infastidita alternando lo sguardo tra di loro

-no, non lo sappiamo- ammette il castano
-ma non è a casa sua, non c'è neppure la sua auto lì, va' a controllare se non ci credi- spiega, io corrugo la fronte

-lo farò, buona giornata- senza aggiungere altro mi volto e vado via seguita da Leslie e Tommy.
La mia mente è un groviglio di pensieri, di ansie, di paure.

-Che vuoi fare?- domanda Lelsie mentre camminiamo per il cortile

-andrò a controllare- confesso

-mi costa dirtelo, ma quei ragazzi potrebbero avere ragione.. Insomma, non è la prima volta che svanisce senza dar traccia di sé e non ti ha mai realmente parlato della sua vita- mi fa notare Tommy, e per quanta verità ci sia in effetti nelle sue parole, io non voglio e non posso accettarle

-andrò a controllare- ripeto, fingendo di ignorare quel che Tommy ha appena detto, poi però rivolgo uno sguardo ad entrambi e sospiro appena
-scusate, mi sto comportando da stronza, lo so, e non dovrei.. Vi prometto che cercherò di evitarlo, almeno con voi, mi farò perdonare- prometto
-ora è meglio che vada, ci vediamo domani- li saluto, loro ricambiano confusi e perplessi, mentre io mi dirigo verso il cancello d'ingresso.

L'auto di Hayden è già qui, quindi la raggiungo e dopo essere salita a bordo rivolgo uno sguardo a mio cugino

-abbiamo tempo per una breve sosta?- domando scrutandolo, lui corruga leggermente la fronte, ma a conoscenza della situazione comprende al volo e annuisce appena

-sì..- mormora, quindi mette in moto l'auto e partiamo
-Aurora.. non hai pensato che sarebbe meglio parlargliene e..- so quello che sta per dirmi, so che anche lui direbbe cose logiche e sensate, ma ora non è quello di cui ho bisogno

-Hayden, lo so- lo interrompo
-lo so- ripeto, lui annuisce e senza aggiungere altro continua a proseguire per il tragitto che in pochi minuti ci porta fino a casa di Jason.

Mio cugino parcheggia l'auto ed entrambi ci lasciamo sfuggire un sospiro, lui mi scruta mentre io mi guardo attorno al di fuori del finestrino, ed evidentemente noto che l'auto di Jason non c'è.

-Okay, torno subito- affermo, poso il mio zaino sul tappetino dell'auto e scendo chiudendo la portiera alle mie spalle.
Prendo un profondo respiro e lentamente cammino fino a raggiungere la porta d'ingresso, mi faccio coraggio e lascio scontrare le mie nocche contro il legno duro, ma nonostante l'attesa, non ottengo alcuna risposta.

Ci riprovo.
E ancora una volta, nessuna risposta.

Decido quindi di controllare attraverso le finestre, ma nulla.
Provo a scavalcare il muretto che porta al giardino, sperando che la porta sul retro sia aperta, ma non è così.
Jason non c'è.

Una pessima sensazione si fa spazio nel mio petto mentre, ormai affranta, torno in auto da Hayden.

-Allora?- domanda analizzandomi attentamente

-allora sarà meglio tornare a casa, Jason non è qui.-

Cosa diavolo sta succedendo? Cos'è che mi nasconde? Perché continua a sparire senza dare sue notizie?

Spazio autrice

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All the love. G

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