‣ Capitolo 12

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"Il primo giorno che ti ho vista qualcosa dentro di me si è spaccato

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"Il primo giorno che ti ho vista qualcosa dentro di me si è spaccato. Dicono che accada quando due anime sono predestinate. Non me ne frega un cazzo di sapere tutto di te, io voglio solo dirti che sei mia. Sei sempre stata mia."

- Charles Bukowski

Capitolo 12

Oggi non c'era lezione al college, così sono dovuta rimanere a casa.

Questa mattina mi è sembrata durare un'eternità.
Ora mia zia Judith è di sotto in soggiorno, intenta a spolverare minuziosamente ogni pezzo della mobilia, mentre Hayden ed io siamo al piano di sopra in camera mia, sta cercando in ogni modo di aiutarmi a studiare letteratura, ho chiesto il suo aiuto perché non riuscivo a concentrarmi in alcun modo, continuavo a distrarmi, ad abbandonare i libri per dedicarmi alla mia tela dipinta solo per metà.
Forse è perché dipingere libera un po' la mia mente, almeno in parte, o perché pur di non pensare le provo davvero tutte.

-Aurora, hey!- esclama Hayden schioccando le dita, io scuoto leggermente la testa e riporto la mia attenzione su di lui

-scusami, continua, ti stavo ascoltando- non è affatto vero, non lo stavo ascoltando, ero totalmente immersa nei miei pensieri

-okay, ricominciamo- afferma, io sospiro appena ma annuisco

-d'accordo, ricominciamo- concordo sistemandomi meglio, sono seduta sul letto con le gambe incrociate, e diciamocelo, studiare a letto non è il più efficace dei metodi

-allora, quel che mi dicevi non era sbagliato, ma penso tu possa migliorare l'esposizione dell'argomento in sé per sé e..- entrambi sentiamo un'auto fermarsi sotto casa e incuriosito Hayden posa il libro sul materasso e si avvicina alla finestra, poi corruga la fronte

-H torna qui, ti prego, altrimenti non finiremo mai- mi lamento

-quella..quella non è l'auto con cui sei tornata a casa lo scorso sabato?- in un primo momento non capisco a cosa si riferisca, ma quando ricordo di essere tornata a casa con Jason scatto immediatamente in piedi

-piantala di prendermi in giro, non può essere, torniamo a studiare- parlo avvicinandomi a lui, poso una mano sulla sua spalla e lui si scosta leggermente così da lasciarmi affacciare alla finestra, ma impallidisco quando vedo che effettivamente la macchina ferma sotto casa è proprio la Mustang di Jason
-ma che diavolo..- farfuglio confusa, la portiera si apre e Jason scende dall'auto, il colore del mio viso passa da bianco a rosso in un millesimo di secondo
-cazzo, cazzo, cazzo- mormoro coprendomi il viso con le mani
-cosa ci fa qui? Ora come faccio?- il panico prende il sopravvento e Hayden si limita a rivolgermi uno sguardo colmo di confusione
-devo fermarlo!- esclamo precipitandomi verso la porta della mia stanza, ma Hayden mi blocca afferrandomi per un polso, quindi mi volto verso di lui

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