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Addio Berlino,Addio Casa
***
Talvolta ci facciamo prendere
dalla compassione
per creature incapaci di provare sentimenti
sia per se stessi che per altri
***

6 Novembre 1939 Berlino

Viktoria

La radio di Berlino qualche giorno prima annunciò la presa del potere da parte del partito Fascista. Avevamo perso,tutti i nostri sforzi per far sì che non accadesse,non erano serviti a nulla. Le donne non avevano nessuna voce in capitolo dato che ancora non ci era permesso votare. Era incredibile come in un paio di giorni la situazione potesse degenerare così drasticamente,avevamo davvero paura in quelle ore. Ormai in televisione non si vedeva altro se non il nostro Fürer. Adolf Hitler,parlava di ideali di libertà,ideali di una razza perfetta. Cazzate,la verità era un'altra,una molto più oscura che tutti ancora non avevamo compreso. Alcuni lo reputavano una brava persona,pronta a governare la Germania,dunque si,dubitavano anche della sua volontà di sterminarci. Avrebbe sul serio annientato tutto un popolo? Sterminato una popolazione disseminata in tanti paesi? Tanti milioni di uomini,in che modo poi? In pieno ventunesimo secolo. Così,ormai tutte le famiglie ebree si erano interessate a tutto: alla strategia,alla diplomazia,alla politica,al sionismo,ma mai alla propria sorte. La vita non era mai stata così difficile. La radio satellitare che noi ascoltavamo ogni sera prima di andare a letto,dava notizie poco confortanti: Bombardamenti in tutta la Germania,Stalingrado e preparazione dei fronti. Io e la mia famiglia aspettavamo giorni migliori che speravamo non tardassero. Io intanto come se nulla fosse,continuavo a consacrarmi ai miei studi per poter almeno passare l anno con buoni voti.

-"Kant concepì la propria filosofia come una rivoluzione filosofica,volta a superare la precedente metafisica dogmatica determinando le condizioni e i limiti delle capacità conoscitive dell'uomo nell'ambito teoretico, pratico ed estetico. Questi ambiti non sono scelti casualmente ma sono per Kant corrispondenti alle tre principali questioni cui la filosofia deve provare a rispondere, ovvero Che cosa posso sapere? Che cosa devo fare? Che cosa ho diritto di sperare?" Ero totalmente immersa nei miei pensieri in classe che nemmeno la sentivo la professoressa di Filosofia. Avevo dannatamente ansia per tutto ciò che in Germania stava accadendo e di conseguenza riuscivo solamente a concentrarmi quando ero nella mia piccola ma accogliente stanza.
-"Signorina Ravensbruck,la vedo molto distratta,vuole continuare?" Alzai il viso spostando lo sguardo dalla finestra a lei,sentendomi richiamata. Stavo solo osservando i rami spogli degli alberi e i vari tetti da poco ricostruiti,alla fine nemmeno mi avevano più considerata i miei professori,con quale diritto quindi mi richiamava? Solamente per farmi farmi fare una brutta figura,lo sapevo.

-"Mi dispiace professoressa,non so nemmeno a che pagina siamo e di chi stiamo parlando. A dirla tutta,non so nemmeno più cosa succederà domani,e chi saró. Una cosa però è certa,lei non può chiamarmi in appello solamente quando le pare e piace." Presi coraggio e le dissi tutto. Non mi importava delle conseguenze,sapevo che non sarebbe finita bene tutta quella situazione. Quella mattina durante l appello nemmeno ero stata chiamata,ormai non esistevo piu. Quindi se proprio per loro ero un fantasma,dovevo calarmi per bene nella parte. Gli sguardi dei miei compagni di classe si spostarono su di me,sentii esattamente venti paia di occhi brucianti sulla pelle,volevo solo che tutto finisse in fretta.

-"Ora basta. Oltre che ebrea è anche una maleducata insolente. Le ragazzine indisponenti come lei meriterebbero solamente una bella e dura punizione!" La donna vestita di verde e dai capelli biondi ancora freschi,furiosamente schiaffeggió la cattedra facendo sussultare tutti,tranne me. Mi aspettavo una sceneggiata del genere,la guardai con aria di sfida,subito spostai i miei capelli lungo la schiena in un chiaro gesto di menefreghismo. L'educazione me L avevano insegnata in modo impeccabile,ma la discriminazione proprio non mi piaceva. Lo avrebbe capito con i miei brutti modi.
-"Venga qui immediatamente a prendersi la sua punizione!" Velocemente afferró la solita bacchetta rigida di legno,attrezzo solito per punire gli studenti indisponenti. Incrociai le braccia al petto accavallando le gambe.

Il Soldato D InvernoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora