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In trappola
***
Nell'aria non c'è un volo,
nell'aria non c'è un grido;
sotto l'antico ponte, con un rombo
freddo, il torrente...
***

7 Gennaio 1940 Auschwitz

Viktoria

Degli ultimi giorni trascorsi ad Auschwitz mi portavo dentro la tristezza ormai scomparsa e rimpiazzata dalla gioia e dalla serenità. Ero felice come lo si era nel giorno di Natale. Finalmente potevo urlare al mondo di essere più tranquilla e maledettamente innamorata. Potevo godermi un po' me stessa,volevo assaporare ogni minimo secondo,baciare fino all ultimo millesimo del mio tempo con Neil. Stavo dicendo addio a quel pezzo di vita orribile che da ormai un bel po mi portavo dentro,non avrei mai però salutato fino alla fine la mia famiglia. Lottavo solo per mio fratello e mia sorella,loro ne valevano la pena. Quel giorno decisi di parlare con Kyle,appunto per organizzare qualcosa di speciale per Neil. Mi era venuta una grande idea in mente e c'è la stavo mettendo tutta per realizzare i miei desideri. In primo momento avevo chiesto a Kyle di prestarmi la sua stanza,successivamente invece avevo provveduto a sistemare candele e petali di rose,tutti oggetti procurati dal biondo. Non potevo di certo organizzare il tutto nei suoi dormitori,se ne sarebbe accorto con troppa facilità. Io e Kyle dunque eravamo diventati complici,lui avrebbe fatto un modo di portarlo in camera e successivamente di tenere a bada mia sorella. Quando gli chiesi tale favore,scoppiò a ridere dicendomi quanto avrebbe pensato a prendere in giro il suo amico,non feci altro che sorridere. Osservai lentamente tutto suggerendo a me stessa che tutto quello non era paragonabile alla sorpresa precedentemente fatta da lui,ma speravo almeno avesse apprezzato il gesto. Per me era diverso,non avevo alcun mezzo e le cose ottenute me le aveva procurate Kyle. Avevo finito, aspettavo solamente che lui arrivasse e quando sentii dei passi avvicinarsi alla porta il mio cuore inizió a battere velocemente nel petto.

-"Kyle, sto lavorando cos-" aprì la  porta bloccandosi alla vista del buio e delle candele. La stanza era parzialmente illuminata,questa situazione già cominciava ad eccitarmi. Non se lo fece nemmeno dire,osservò la stanza per poi entrare in camera e chiudere la porta alle sue spalle. Con i suoi occhi azzurri iniziò ad ispezionare il tutto,io invece me ne stavo nascosta dietro al muro della camera da letto solamente per dargli l effetto sorpresa. La verità è che mi sentivo imbarazzata data la mia nudità. Ero spoglia solo per lui. Per il mio amore. Varcò la soglia della camera e il suo sguardo cadde su di me. Tremai leggermente ma rimasi in silenzio aspettando un suo movimento o delle parole. Ci guardammo per tanto tempo un tempo che mi sembró indefinito e sperai con tutta me stessa che non finisse mai e anche quando velocemente mi raggiunse,i nostri sguardi non si staccarono un secondo. Eravamo ad un millimetro di distanza, sentivo il suo respiro contro il mio volto,quel respiro che non cambierei con nessuno al mondo.
-"Perchè?" Le sue dita salirono contro la mia guancia,dolcemente. Notai i suoi occhi lucidi e a dir la verità stavo per cedere anche io. Non potevo piangere in quel momento.

-"Voglio ringraziarti per tutto quello che stai facendo per me. So che non è un granché ma non potevo fare di più" dissi tutto velocemente guardando il pavimento. Avevo paura della sua risposta,non conoscevo i suoi sentimenti ma conoscevo i miei e non era roba da poco. Mi alzó la testa ponendo due dita sotto al mio mento e mi bació. Un lungo bacio a stampo che nessuno aveva voglia di approfondire, nessuno voleva rovinare quell'atmosfera che era venuta a crearsi.

-"è perfetto così piccola,grazie" mormorava,mi faceva impazzire. Si allontanò leggermente senza mai spostare lo sguardo dal mío. Non mi diede modo di replicare,mi baciò nuovamente ed in quel momento io capii che non mi sarei più separata da lui,capii che sarei rimasta al suo fianco in qualsiasi circostanza. Le parole poi furono si troppo,velocemente si spogliò gettandomi sul letto con una certa fretta. Salì sul letto a sua volta e accarezzò ogni centimetro del mio corpo velocemente. Non poteva andare così anche quella volta,io sarei stata la donna che gli avrebbe insegnato a fare l'amore.

-"Amore..non cosi.." Dolcemente ribaltai le posizioni lasciandolo al quanto sconcertato. Non si aspettava minimamente un gesto del genere da parte mia. Gli salii a cavalcioni e piano pensai a venerarlo. Gli tempestai il corpo di baci,per poi rifugiarmi tra le sue labbra,un porto sicuro. Non ero esperta,ma sapevo come donargli amore,lo sapevo per certo. Portai una mano tra di noi e con delicatezza lo lasciai scivolare dentro di me.
-"D-dolcemente.." gli presi le mani emettendo un gemito sommesso insieme al suo liberatorio. Trascinai dolcemente le sue mani contro i miei seni che pensò di stringere possessivo. Gettai la testa indietro mantenendo un ritmo veloce ma romantico. Volevo fargli capire quanto lo amassi,quanto tenessi a lui. Quel pomeriggio io mi presi cura di Neil,come il mio uomo e non come un semplice generale d inverno. I nostri corpi rimasero avvinghiati per L intera giornata e anche quando lui prese a dominare,mi sentii realmente amata. per la prima volta. talmente felice da piangere stretta tra le sue braccia. La magia non finì nemmeno quando dopo l amplesso giacemmo abbracciati L uno all'altra. era stato bellissimo,sembrava essere tutto magico ma la paura era ancora troppa. Sollevai il viso pronta a baciarlo ma mi bloccai a mezz'aria quando sentimmo il suono della sirena d'allarme rimbombare ovunque nel campo. scattammo entrambi sull'attenti.
-"Che succede?" Lo guardai impaurita,non volevo che ci scoprissero. Non volevo finisse tutto.

-"Non lo so. Rivestiamoci" lo ascoltai. Lo facemmo e velocemente uscimmo dalla camera dopo aver dato una veloce sistemata ovunque. Stavo per cambiare strada ma Neil mi bloccò dal polso. Sussultai voltandomi,lo guardai negli occhi e mi sciolsi quando mi rubò velocemente un bacio.
-"Stai attenta ok?" nei suoi occhi leggevo paura,la paura di perdermi. Ero al sicuro con lui,ne ero certa. Sorrisi dolcemente e lo baciai nuovamente lasciandogli lentamente la mano. Poi,prendemmo strade diverse. Correvo in quel modo,con il sorriso stampato sul volto,come un ebete innamorata. Arrivai al mio dormitorio e affiancai Honoria.

-"Giusto in tempo Vik stanno per entrare" parlo così velocemente che mi spaventai. Tremava un po' dunque le afferrai la mano e la strinsi a me rassicurandola. Nessuno sapeva cosa era accaduto quella volta.
-"Dopo mi spieghi tutto" non ebbe nemmeno il tempo di terminare la frase che il portone venne spalancato ed una trentina di soldati entrarono parandosi di fronte a noi donne. Ero parecchio confusa, non riuscivo a capire bene cosa stesse succedendo ma ero convinta che sarebbe stata la solita routine,il solito lavoro.

-"041217" come sempre sentii chiamare il mio numero, pensai a cosa avessi fatto di male per essere richiamata sempre. In quel momento peró ero convinta che mi avessero scoperto e che da li a poco sarei arrivata alla fine. Feci un passo avanti ed alcuni uomini mi intimarono di seguirli,così feci. Lasciai la mano di Honoria lanciandole uno sguardo rassicurante. Non era cambiato assolutamente nulla,io camminavo dietro e loro avanti. Mi fecero entrare in una camera talmente spoglia da far salire la malinconia.  Al centro vedevo Neil, Kyle, cinque soldati e lei, Hadriana. La accerchiavano tutti. Tra le mani,racchiudeva qualcosa. Qualcosa che luccicava tantissimo.

-"Vieni avanti cara" la odiavo. Lei era la peggiore li,una vera e propria stronza. Mi avvicinai a loro guardando per un secondo la spilla per poi alzare lo sguardo a  Neil, dai suoi occhi capii che anche lui fosse confuso.
-"La vedi questa?" Sollevò il gioiello tra due dita.

-"Si" non sapevo di chi fosse,non l'avevo mai vista prima. Le risposi con totale naturalezza.

-"L'abbiamo trovata sotto il tuo letto. Sai a chi appartiene questa?" con un gigno sulla faccia mi spiegava cosa stava succedendo e li lo capii subito. Mi stavano incolpando di qualcosa che io non avevo fatto, non l'avevo rubata io, non ero così cretina da fare una cosa del genere.

-"Non l'ho rubata io" subito chiarii la mia posizione, pretendevo che mi credessero.

-"La realtà dice altro. Arrestatela" al suo comando immediatamente i soldati si avvicinarono a me prendendomi per le braccia. Mi trascinarono via senza fare tanti complimenti,provai a ribellarmi ma non ci riuscii. Riuscii solo a guardare lui,il mio amore. La persona alla quale avevo affidato tutte le mie paura sin dai primi attimi. Neil non fece niente, non poteva fare niente, rimase in silenzio per tutto il tempo. Lo guardai disperata sperando che almeno lui mi credesse,e ne ebbi la conferma quando mi mimó un "ci penso io tranquilla". Mi portarono subito in isolamento,non ci furono grida o pianti. Semplicemente rimasi chiusa in quella cella a lungo,per intere settimane e Neil mantenne la promessa. Venne tutti i giorni a trovarmi,a far l'amore con me anche se non potevamo stringerci e a sorridermi. Neil era il mio rifugio,anche se una soluzione per tirarmi fuori di lì,ancora non l aveva trovata.

Il Soldato D InvernoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora