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Papà è fiero di te
***
Come era divertente ballare sotto la pioggia.
Siamo tutti stufi marci
Dell'inverno: è grigio e uggioso.
Non fare questo.
Non fare quello.
***

3 Gennaio 1934 Berlino

Neil

-"Hai capito tutto Neil?" La mia insegnate privata stava cercando in tutti i modi di farmi capire i nuovi argomenti. Avevo quattordici anni e frequentavo sempre la scuola,solo che mio padre essendo fissato con la propria immagine mi assegnava delle ripetizioni private. Ammiravo quella bellissima donna che spesso veniva a trovarmi e con molta cura mi spiegava gli argomenti anche più volte. Michelle aveva venti cinque anni ed era la ragazza più bella che avessi mai visto,era molto alta e aveva delle forme da far sbandare. Possedeva dei bellissimi e lunghissimi capelli neri,e al posto degli occhi vi si trovavano due pozze talmente scure da sembrare nere. I lineamenti del viso poi erano quelli di una donna Latina di tutto rispetto,credevo di avere segretamente una sorta di cotta per lei. Sapevo di non aver alcuna possibilità però,ero ancora troppo giovane per lei.
-"Possiamo finire tutto adesso..?" Mi chiese avvicinandosi piano al mio collo,in modo sensuale iniziò a lasciare dei casti baci lungo la mia pelle facendomi rabbrividire. Spesso mi dedicava quel tipo di attenzioni,e a me non poteva far altro che piacere perché dentro di me mi illudevo che a lei importasse qualcosa di me,della mia personalità.

-"Ma..non abbiamo finito.." sussurrai in modo ansimante,sorrise contro la mia pelle e mi accarezzò una coscia con due dita piano. Lentamente. Col tempo,iniziai a capire e sentire i messaggi inviati dal mio corpo,e sicuramente li sotto,nei miei pantaloni,qualcosa si stava decisamente muovendo. Non era una cosa che controllavo,o almeno non ancora.

-"Io penso che nessuno si arrabbia se continuiamo domani piccolo mio.." con l'altra mano chiuse il libro e piano con le labbra salii,lasciando una scia di leccate umide. Chiusi piano gli occhi soprattutto per il nomignolo. Strinsi con una mano una tasca dei miei pantaloni per cercare in qualche modo di rilassarmi. Non c'era molto da fare,nell'altra stanza c'era anche mio padre e il pensiero che potesse vederci,ancora una volta,mi imbarazzava. Era già successo anni prima con quella ragazza dai facili costumi. Non mi era piaciuto,ma quella volta con Michelle era diverso. Lei mi voleva bene.

-"Hm..ti va di bere qualcosa? Ti fermi a cena..?" Cercai di alzarmi ma le sue mani mi trattenevano. Ero solo molto in ansia,la desideravo. La paura di essere troppo giovane e inesperto però mi bloccava da morire. Non volevo che lei rimanesse delusa e che pensasse che fossi un incapace.

-"Shh.." mi appoggiò piano allo schienale e la guardai un po' intimorito,piano senza volerlo passai la lingua contro le mie labbra quando con nonchalance decise di sollevarsi un po' la gonna e inginocchiarsi davanti a me,proprio tra le mie gambe. Deglutii un paio di volte,ansimando subito dopo a quella visione così eccitante. La stanza era ormai diventata,troppo calda per me e ancora troppo fredda per lei. Mi appoggiai coraggiosamente allo schienale della sedia rischiando quasi di cadere. Tutto mi dava alla testa,addirittura il modo in cui mi sbottonava la cintura e abbassava la zip dei pantaloni. Non perse tempo,abbassò i miei pantaloni insieme ai boxer facendo svettare turgida la mia erezione contro lo stomaco. Arrossii furiosamente balbettando la prima cosa che mi veniva in mente.

-"S-scusa.." Tremai un po' perché dentro di me stavo facendo una pessima figura,ma il suo sorriso malizioso mi fece rilassare seguito da una piccola carezza proprio lungo la mia coscia.

-"Non c'è bisogno che ti scusi Neil. Così almeno capisco che ti piaccio e che va anche a te di farlo. Cavolo quanto sei grosso.." Sorrise inumidendosi le labbra con la lingua,prima quello inferiore poi quello superiore. Annuii velocemente per poi buttare la testa indietro in un gemito strozzato quando con la bocca avvolse il mio membro gemendoci contro,le piaceva,lo sapevo. Nonostante tutto però,nonostante lei mi piacesse,non mi sentivo affatto a mio agio e questo non andava bene,perché non la smettevo di tremare. Le labbra finirono inevitabilmente alla base del mio pene salendo poi con la lingua lungo l'asta percorrendo le vene doppie e toste,per finire alla cappella dolorante leggermente arrossata. Abbassai lo sguardo per ammirarla. Avevo il labbro stretto tra i denti,e l'espressione piena di piacere. Piacere che poi avrei volentieri sostituito con gli anni perché poi,da più grande quella insegnante mi sembrò quasi inesperta. Ma ero giovane e ogni singolo tocco,mi sembrava il paradiso. Ciò,mi dava più sicurezza perché nonostante L avesse fatto ad altri uomini,magari della sua età,la sua espressione mi faceva pensare di essere uno davvero bravo. Uno che ci sapeva fare con le donne. Povero illuso che ero,una delle tante pugnalate al petto inflitte. Con la bocca cercò di inglobare tutta la mia lunghezza ma presi circa solo otto centimetri strinse gli occhi e iniziò a far versi strani,come se stesse soffocando. Non era nemmeno arrivata a metà,mi dispiaceva per lei,non volevo che si sentisse male. Succhiava e leccava,con un fare per niente esperto. Mi morsi il labbro volendo di più,ma sussultai pesantemente quando la porta della mia camera si spalancò in un colpo rivelando la figura di mio padre.

Il Soldato D InvernoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora