Sentimenti Svelati
***
Cerchi il fuoco e porti indosso
umor nero, vento e gelo;
col tuo sguardo incanti il fosso,
col tuo fiato appanni il cielo.
***25 Dicembre 1939 Auschwitz
Neil
-"Non andare via anche tu..!" Sussultai svegliandomi di scatto dal mio stato di Trance,l'avevo sognata per la prima volta. Non mi era mai successa una cosa del genere,mai avevo sognato prima una donna. Ansimai pesantemente notando il mio petto completamente lucido per il sudore,anche il collo e il cuscino erano nelle medesime condizioni. Mi passai lentamente una mano sul viso sospirando per poi affondare le dita tra i miei capelli scombinati. Ogni singola notte avevo incubi,incubi diversi tra loro. A volte vedevo solamente buio,altre invece correvo in un campo immenso seguito da qualcuno,non avevo paura. Semplicemente c'ero abituato. Mio padre mi aveva fatto venire tale blocco,e nemmeno lo strizza cervelli più bravo L avrebbe fatto passare. Quella notte sognai qualcosa di completamente diverso,quella notte avevo sognato lei. Viktoria. Era tra le braccia di mia madre e lei era pronta a sgozzarla davanti ai miei occhi,sapevo che mia madre non la sopportasse ma non le avrei mai permesso di farle del male. In realtà non le avrei permesso nemmeno di torcerle un capello. Qualche volta avevo sognato noi invece. Ogni singola notte facevo l'amore con lei,l'atto più supremo che possa esistere,amarla con tutto me stesso. Girai lentamente il viso guardando la ragazza al mio fianco,i capelli bruni sparsi sul cuscino e il corpo ancora nudo per il modo in cui L ho posseduta la sera prima. Mi abbassai e le lasciai un bacio sulla spalla,cercando di non svegliarla. Di certo non mi aveva sentito urlare quindi potevo alzarmi sicuro. Spostai le lenzuola coprendo maggiormente Viktoria,appoggiai i piedi sul pavimento gelido,e lentamente mi misi in piedi. Nulla mi faceva effetto,sospirai ancora. L'unica caratteristica che mi accompagnava durante tutta la giornata era il dolore. Ogni singolo istante della giornata ripensavo ai miei errori,ma ciò che dovevo fare era lasciar tutto correre. Ripetevo a me stesso che la guerra prima o poi sarebbe finita. Doveva finire.
Camminai fino al bagno e aprii la porta entrando,non ebbi nemmeno il bisogno di spogliarmi,ero già nudo data la lunga sessione di sesso con la mia bambina alla vigilia di Natale. Gli altri dopo cena erano andati via e non ci sono voluti altre parole,ci siamo immediatamente divorati di baci. Senza aggiungere altro entrai nel box doccia richiudendo il leggero tessuto di seta che fa da para visiera. Non appena aprii l'acqua un senso di leggerezza e conforto si irradió lungo tutto il corpo,dietro la schiena,sulle gambe. Quando ero molto piccolo Ivan si preoccupava spesso e molto,poi quando abbiamo iniziato a non dover tornare a casa per le festività dato che i nostri studi erano diventati superiori,sembravo guarito o almeno fingevo. Anche in quel momento,Magari all apparenza non sembravo trascurato,ma dentro,non avevo nemmeno il coraggio di raccogliere gli infiniti cocci del mio cuore. Buttai la testa indietro chiudendo gli occhi godendomi la sensazione. Successivamente raccolsi tra le mani una generosa dose di bagnoschiuma senza fragranza e vigorosamente insaponai il mio corpo. Sospirai lentamente quando avvertii la porta del bagno aprirsi,pochi secondi dopo invece vidi la figura di Viktoria entrare in doccia alle mie spalle. Passò le mani dolcemente contro il mio addome abbracciandomi da dietro e lasciando qualche dolce bacio lungo le mie scapole. Chiusi gli occhi stringendole le braccia,ero così confuso. Volevo vederla felice,renderla la donna più fortunata del mondo,ma allo stesso tempo sapevo che se avessi sbagliato con lei se ne sarebbe andata senza nemmeno girarsi. Non potevo perderla ma allo stesso tempo sapevo di non meritarmela.
-"Che ci fai sveglio a quest'ora piccolo..?" La sua voce arrivava alle orecchie dolce e soave,una bambina. La mia. La strinsi maggiormente voltandomi in sua direzione,non dissi nulla. La presi in braccio e la sollevai contro la parete. La baciai dolcemente,ne avevo bisogno.
-"N-Neil.." mormorò dolcemente capendo che qualcosa non andava. Avevo solo bisogno di lei,in quel momento. Non avevo mai abbastanza di lei,della sua personalità e del suo corpo.-"T-ti voglio.." Non le diedi nemmeno il tempo di rispondere,lentamente scivolai in lei. Gettò piano la testa contro la doccia facendo ansimare anche me. Mi sentivo in paradiso quando stavo insieme a lei,o dentro. Non avrei più voluto cambiare quella situazione,però sapevo che prima o poi tutto sarebbe finito. La guerra non sarebbe durata per sempre. Non aspettai,iniziai subito a muovermi.
-"N-Neil.." ripeté come una cantilena,chiusi gli occhi e affondai con il viso contro il suo collo,le sue unghie affondarono nella mia schiena facendomi mordere il labbro.
-"N-n-Neil.." mi accarezzava la nuca dolcemente. Le sue cosce erano strette intorno al mio bacino,eravamo una cosa sola,ancora una volta.-"P-piccola.." Le mie dita doppie stringevano affondando tra le sue minuscole,le intrecciai per stringerla maggiormente a me,non volevo lasciarla andare,mai più. mentre io la possedevo,lei mi fotteva il cervello,Completamente. Probabilmente non l'avrei mai più dimenticata.
-"Non andare via.." mormorai con voce roca,contro il suo orecchio. Ansimando piano contro esso,come un animale. Una bestia selvaggia. Le sue guance rosse mi facevano letteralmente perdere la testa,le sue labbra schiuse per il piacere facevano salire al cervello tutte le voglie erotiche celate dentro di me. Le sue unghie nella mia schiena,i suoi smeraldi persi nel peccato più assoluto,nei vicoli del piacere degli abissi più profondi.
-"C-cosa sono quelle ferite dietro la schiena Neil..t-ti prego parlami.." e non mi sarei mai aspettato una domanda del genere,le strinsi forte il bacino perché mentalmente caddi negli abissi della mia malattia. Avevo dimenticato le pillole quel giorno,e me ne rendevo conto solo in quel momento. Un secondo dopo iniziai a far manifestare tutte le cattiverie davanti ai miei occhi,non riuscivo più a mantenere le spinte,a controllarle. Non sentivo nemmeno più Viktoria,le mie orecchie erano otturate. Vedevo solo che piangeva,e io andavo forte,fortissimo. Mi stringeva la schiena cercando di allontanarmi,non sentivo le sue urla,i miei occhi erano spalancati. Ero così vicino al mio paradiso che con quella domanda avevo cambiato direzione,ero finito all inferno. Non mi piaceva,volevo uscirne. Mio padre però nella mia testa mi frustava,fortissimo. Con la sua cintura ardente,passata prima per qualche minuto sui Carboni bollenti. Era la punizione che più mi faceva male,perché a causa del fuoco,il cuoio si attaccava alla pelle e successivamente andava tolto. Veniva via anche la carne e io tremavo solo al pensiero di quelle maledette ferite ancora vivide sulla mia schiena. Pochi secondi dopo,avvertii un leggero bacio sulle labbra,era la mia bambina. Capii che le stavo facendo del male,lo capii solo in quel momento. Immediatamente mi fermai tornando sulla terra,insieme a lei. Lei mi aveva fatto tornare con i piedi per terra,senza che io mi calmassi con le mie medicine. Rimasi senza parole. Con gli occhi spalancati. Capii che lei meritava tutto. Ogni singolo sforzo.
-"P-perche mi hai fatto questo..?" Le scese piano una lacrima mentre con il suo corpo mi venerava ancora,mi ero fermato dentro di lei. con i suoi occhi mi giudicava e con il suo cuore mi amava. Le sue mani piano si staccarono dalle mie lasciandole sprofondare in un inimmaginabile vuoto. Impossibile da colmare. Quel tipo di vuoto che parte dalle mani,passa nel cervello,cadendo violentemente nel cuore. Appoggiai subito le mani sotto i suoi fianchi per stringerla forte. Lasciai scendere una lacrima sul viso a mia volta e lei capii. Dolcemente passò il pollice contro quella goccia precipitata dai miei occhi. Le avevo fatto ancora male e lei si ostinava a starmi accanto.
-"S-scusa.." tremai forte per la grandissima paura di perderla, Che bello Era sognare,di notte. c'era chi diceva che erano le nostre speranze e i nostri desideri,chi spaccati del nostro passato o del nostro futuro,chi semplici proiezioni della nostra mente. Sognare faceva bene all'anima,dovevamo sognare di più per vivere meglio la realtà,una realtà che forse volevamo tanto,ma che purtroppo per il nostro ego,per i nostri sbagli non potevamo mai più avere.
-"N-non scusarti..ora puoi toccarmi. P-prenditi davvero cura di me Neil.." e lo feci. Lentamente e come lei meritava. Sentii qualcosa che mai prima le mie orecchie avevano udito. Tremai tanto dallo stordimento.
-"I-io..Ti amo Neil." Per me invece,esisteva solo lei. Per sempre,suo. Per sempre lei nel mio cuore.
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Il Soldato D Inverno
ЧиклитAvevo sempre avuto una certa nostalgia per i luoghi dove ero vissuta,le case e i dintorni. Berlino era la mia casa,la mia città natale e ne ero follemente innamorata,forse perché d estate era sempre così felice e colorata mentre d inverno diventata...