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Parlare
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Non gli dirò quanto lo amo, e non perché sia attraente, ma perché è per me più di quanto lo sia io stessa.
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22 Novembre 1944 Berlino

Viktoria

Berlino finalmente era illuminata dal sole,non capitava spesso nell'ultimo periodo ma quando mi svegliavo e il sole iniziava ad irradiarsi nella mia stanza,non riuscivo a non sorridere. Era raro,così come accadeva nel campo,li dentro era tutto diverso,anche un semplice gesto diventava ricchezza,rarità. Andavo a lavoro come ogni mattina,ma quel giorno sarebbe stato speciale,me lo sentivo. Automaticamente data la mia posizione all'ambasciata avrei rivisto Neil,e così facendo avrei potuto fargli ricordare dei frammenti di memoria poco alla volta. Dovevo saper giocare le mie carte,non potevo rischiare di sbagliare e di allontanarlo dal mio cuore oltre che dalla mia persona. Per questo,durante la notte avevo pensato ad un modo per non essere troppo invasiva. Un piano perfetto. Saliti gli ultimi gradini entrai nell'ufficio,salutai le ragazze e mi diressi alla mia postazione.

Come al solito mi diedi una veloce sistemata e senza aspettare altro tempo raccolsi una pila di fogli dalla scrivania uscendo immediatamente nel corridoio. Avevo chiamato alle sei del mattino per farmi trovare quei documenti in anticipo,sapevo sarebbero serviti a Neil. Avevo fatto in modo in un solo giorno di avvantaggiarmi e di sapere lui su cosa stesse lavorando. Mentre camminavo lanciai uno sguardo alla mia figura allo specchio,beh ero come sempre accettabile. L'ansia mi assaliva,erano quattro anni che non lo respiravo. Sapere inoltre che non si ricordava di me,di noi,mi distruggeva. Neil aveva bisogno del mio aiuto. Sospirai pesantemente ed entrai dopo aver bussato un paio di volte,come sempre quando lavorava non riusciva a distrarsi.

-"Buongiorno Generale.." Chiusi la porta e mi avvicinai alla sua scrivania,lui in quel momento come la volta precedente alzó lo sguardo e lo dedicò tutto a me. I suoi occhi mi erano mancati da impazzire,non credevo ancora di essere vicino a lui.

-"Buongiorno Signorina,mi dica" la sua voce non era fredda come la ricordavo all'inizio,al contrario risultava sottile, era il tono di voce che utilizzava con me quando stavamo insieme e sperai veramente con tutta me stessa che non parlasse così a tutti. Un senso di gelosia prese parte di me,dovevo rimanere calma e non agitarmi.

-"Le ho portato i documenti dei vari carichi. Per quanto riguarda quelli dell'epurazione per i colleghi del secondo piano invece,sono in revisione. mi dia tempo,entro domani tutto sarà pronto" dissi il tutto appoggiando le varie scartoffie davanti a lui. Ci avevo lavorato tutta la notte,tutto doveva essere pronto,tutto doveva essere veloce.

-"Wow, che velocità. Non solo bella ma anche efficiente nel proprio lavoro" e non potei fare altro che sorridere. Due complimenti solamente in un paio di giorni era perfetto. Sperai di averlo tutto per me,pregai nel mio cuore.

-"Si,sono talenti naturali" il mio piano era questo,fargli capire che tipo di donna ero. Una femmina della quale lui si era innamorato perdutamente. La verità era che io avevo bisogno di Neil,Crederlo morto aveva reso quattro anni di vita una vera tortura. Sollevò lo sguardo al mio e mi squadrò leggermente. Notai una leggera scintilla di sfida tra le sue iridi azzurre. Mi stavo trattenendo perché da lì a poco lo avrei baciato immediatamente. Presi un respiro profondo stringendo la mia gonna con una mano. Volevo far l'amore con lui per tutta la notte,volevo urlare che lo amavo e che suo figlio lo aspettava proprio come me.

-"Sei anche modesta a quanto vedo" sul suo viso comparve un sorrisetto complice. Come mi piaceva quando si comportava così,era ancora il mio Neil.

-"Beh non ho avuto il bisogno di imparare,ci si nasce così" portai la mano tra i capelli e li spostai lungo la mia schiena in modo sfacciato,continuando quel gioco che piaceva tanto ad entrambi. Stavamo apertamente flirtando nel suo studio,alle otto del mattino.

Il Soldato D InvernoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora