Insieme.
***
I bambini che pensano negli occhi
hanno l'inverno, il lungo inverno. Soli
s'appoggiano ai ginocchi per vedere
dentro lo sguardo illuminarsi il sole.
***24 dicembre 1939 Auschwitz
Viktoria
Erano quasi due mesi che mi trovavo in quel posto eppure sembrava una vita. Due mesi di inferno e di odio. Avevo perso quasi tutto ed ero convinta che se fossi rimasta li per ancora molto tempo, avrei perso anche quel poco che mi rimaneva. Era la vigilia di natale e in quel momento l'unica cosa che facevo era perdermi nei miei bellissimi ricordi. Il natale era la festa che aspettavamo con più ansia ogni anno,perchè stare in famiglia in quel modo era qualcosa di fantastico. Nostra madre era solita cucinare tantissime portate,piatti che poi a volte venivano mangiati anche il giorno dopo data l esosità. Quella caratteristica però per noi rimaneva una tradizione bellissima,per lei la tavola doveva essere perfettamente piena ed imbandita. Mi faceva sorridere ricordarla così,come un caporale. Mio padre invece si dedicava alla musica da scegliere,di solito trascorreva il pomeriggio con mia sorella dilettandosi nella scelta di Intere liste musicali,amava molto la musica italiana. Sospirai chiudendo gli occhi ricordando L odore familiare dei vinili. Quella musica tanto amata che poi durante la cena diventava un armonico sottofondo. Io invece preferivo farmi bella,indossare il mio miglior vestito e sfoggiare gli ultimi profumi regalati da Zack. Profumi direttamente importati da Parigi,amavo sistemarmi al massimo e anche se poteva sembrare qualcosa di banale,nulla era insensato in quei giorni. Per la mia famiglia nulla era meno importante perché non sapevamo per quanti giorni saremo stati insieme,il tempo é nemico dell uomo,tutti lo sapevano. Quando i miei genitori lo dicevano,io preferivo guardarli male con l innocenza e l incoscienza che a mio parere nessuno ci avrebbe mai divisi. Alla fine cosa mai sarebbe potuto accadere? La vita andava così bene. Per noi le feste di Natale erano giorni perfetti,giorni felici. Così dovevamo viverli in modo spensierato,senza alcuni problemi. Volevamo festeggiarlo insieme per sempre. Quelle giornate erano indimenticabili,sarebbero sempre state indelebili contro il mio cuore a adesso rimpiangevo. Rimpiangevo il fatto di non poterlo più fare,i miei erano morti. Non avrei mai immaginato che mi sarei trovata nel giorno della vigilia di natale da sola in un campo di concentramento. Sistemavo quelle sottilissime lenzuola che da li a poco avrebbero accolto il mio sonno quasi inesistente,perchè si,ero stanca per i lavori pesanti,ma i troppi pensieri mi avrebbero portato a rimanere sveglia. Non riuscii nemmeno a toccare il cuscino che la porta si aprii e riveló la presenza di un soldato che come gli altri conoscevo ma di cui non sapevo il nome. Sperai con tutta me stessa che non mi chiedesse di ritornare a lavorare.
-"041217!" quando sentii il mio codice pensai subito al peggio, non trovavo pace neanche durante il giorno della viglia di natale. Nessuno se ne stava nella propria casa a cenare felice. Mi alzai senza nemmeno parlare,senza nemmeno guardarlo.
-"Seguimi" senza dire nulla lo seguii, col cuore che sembrava essersi fermato. Mi stava portando sicuramente a lavorare,ne ero sicura,anche perchè Honoria non era ritornata in camera e quindi pensai che mi sarei aggiunta a lei in quella lunga e tiepida serata. Mi spaventai all istante,io non volevo altri uomini se non Neil. Ma il mio cuore ricominció a battere quando la strada che vidi pararsi davanti agli occhi non era prefissa e paurosa ma quella del mio soldato preferito. Mi lasció li,davanti a quel grande palazzo. Sapevo che Neil mi stesse aspettando e così feci. Mi avvicinai alla porta e mi stupii quando la trovai leggermente socchiusa,dunque presi un bel respiro ed entrai guardandomi intorno. Era tutto come lo avevo lasciato,pulito ed in ordine,ma di Neil non c'era traccia. Mi diressi verso la sua stanza ed entrai incontrando immediatamente la sua splendida figura. Mi aspettava. Lo capii dal suo atteggiamento fisico,infatti aveva le mani dietro la schiena e lo sguardo perso nel vuoto,verso la finestra. Sorrisi leggermente osservandolo.
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Il Soldato D Inverno
ChickLitAvevo sempre avuto una certa nostalgia per i luoghi dove ero vissuta,le case e i dintorni. Berlino era la mia casa,la mia città natale e ne ero follemente innamorata,forse perché d estate era sempre così felice e colorata mentre d inverno diventata...