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Perdonarsi
***
Son forse bambini gementi,
i pini piangenti,
smarriti nelle tormente?
E viene, viene dicembre,
carico di doni.
***

16 Dicembre 1933 Berlino

Neil

La scuola era diventata fastidiosa, ormai ero stanco ed esausto. Fortunatamente cercavo di dare sempre il massimo perchè prima avrei finito meglio sarebbe stato. Gli insegnanti ovviamente mi aiutavano sapendo di chi ero figlio,ero il classico raccomandato ed odiavo esserlo. Volevo prendermi i meriti per me stesso e non solamente per il cognome che portavo,un semplice nome ma pesantissimo. Nessuno si sarebbe messo contro mio padre,mai. Ne avevano tutti il terrore,io ormai non più. Me ne fregavo di lui,dei suoi pareri e dei suoi giudizi. Sarei diventato come lui,io lo sapevo. Avevo ottenuto il massimo dei voti alla scuola militare e da quel momento tutti ebbero paura di me,pensavano già fossi un grandissimo generale. Quella situazione mi piaceva,perché ovviamente essendo un Hoffman,il mio ego era sempre stato smisurato. Ero il primo del podio,e nessuno mai mi avrebbe sorpassato. Tutti si spostavano, tutti mi guardavano con timore e l'essermi preso la fidanzata di uno dei più temuti in questa scuola aveva fatto faville. Avevo rubato la ragazza di Markus e sapevo che prima o poi sarebbe stata la resa dei conti. Sapevo benissimo chi avrebbe vinto. Christine finalmente era solo ed esclusivamente mia,me ne ero innamorato e anche tanto. Lei mi amava e non mi avrebbe mai tradito così come io non avrei fatto con lei. Eravamo fuori in cortile, io fumavo una sigaretta e lei parlava con la sua migliore amica,era perfetta,lei sarebbe rimasta con me per sempre. Buttai il mozzicone sulle piastrelle ai miei piedi e mi voltai verso la porta centrale avvertendo un fastidioso rumore di colpi. Dei colpi talmente forti,da far tremare l edificio.

-"Christine" sentii la sua voce,ancora una volta. Markus voleva la guerra. Subito mi alzai non appena notai che si avvicinava troppo velocemente. Mi parai davanti a lei con le braccia conserte aspettando attentamente la persona che tra due minuti si sarebbe trovato in ospedale.
-"Spostati subito. Christine andiamo via" ormai l'avevo imparata a memoria quella frase, negli ultimi tre mesi non faceva altro che dire la stessa cosa. In cambio aveva sempre ricevuto un pugno in faccia,lui sembrava non demordere.

-"Dopo tre mesi ancora devi imparare una frase diversa?" più che una domanda la mia era un presa in giro perchè forse lui non se ne rendeva conto ma ormai era diventato lo zimbello della scuola.

-"Neil, ti brucio con le mie stesse mani. Christine andiamo via" ed è quando qualcuno insiste su qualcosa di tuo che parti senza neanche concentrarti. Mi fiondai su di lui, come ormai ero solito fare. Ne ero sicuro, quella volta era l'ultima, sarebbe finita li ma non nel modo in cui volevo davvero. Non vedevo altro,solamente la sua faccia piena di sangue. L avevo attaccato al pavimento e a cavalcioni lo massacravo di botte. il mio obbiettivo era davvero spedirlo in ospedale.

-"Smettila Neil io lo amo!" mi fermai sul posto, speravo davvero con tutto il cuore che lei stesse scherzando che non fosse vero ma appena mi staccai da Markus e la fronteggiai capii che non mi stava affatto prendendo in giro.

-"Come puoi dire una cosa del genere dopo tre mesi insieme?" Ero furioso ma allo stesso tempo cercai di mantenere la calma per il suo bene. Volevo farle capire che stava sbagliando,che ci amavamo e che dovevano rimanere insieme come coppia.

-"Non ti amo Neil, non l'ho mai fatto" piangeva e io notavo falsità. Tutto era falso, lei lo era stata, Markus, la mia famiglia, tutti  erano falsi. La guardai per l'ultima volta,mi aveva preso in giro,solo per interessi. Tremai dalla rabbia,successivamente la guardai schifato e me ne andai lasciandola tra le braccia del suo amato,andai via anche se ero deluso. Potevo star male fino alla morte ma la figura del cretino non l'avrei mai fatta.

Il Soldato D InvernoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora