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Elizabeth

Il professore di Difesa Contro le Arti Oscure era un tipo davvero strano. Un uomo basso, con i capelli tirati a lucido e il sorrisetto meschino.

Sembrava più un'Arte Oscura che una Difensore.

Faceva bene il suo lavoro, in ogni caso, invitava anche spesso Harry Potter o persone che avevano combattuto contro il Signore Oscuro.

L'unico problema era che odiava i ritardatari. Un bel problema, considerando che ero in ritardo di venti minuti alla lezione.

«Potreste smetterla di seguirmi almeno per un solo secondo?» dissi ai due gemelli che mi correvano dietro da un'ora. Erano del primo anno, appena smistati in Corvonero.

«Ti prego signora facci un autografo!» continuava a chiedermi uno di loro due. Erano i pronipoti di Newt Scamander o qualcosa del genere, da quanto avevo capito.

La cosa non era importante, in ogni caso, perché il mio principale obbiettivo era arrivare viva all'aula, possibilmente in un tempo ragionevole.

Mi voltai di scatto, facendoli sobbalzare, e mi sforzai di fare un sorriso amichevole: «Stasera, nella Sala Comune, potete venire e chiedermi un autografo e io sarò molto felice di firmarvelo. Adesso, se non vi dispiace, sono davvero in ritardo e-»

Fui interrotta dall'altro: «Ma James ha detto che ce l'avresti fatto ora!»

Potter. Chi vuoi che pensase ad una cosa del genere se non lui?

«James dovrebbe imparare a farsi gli affari suoi, ci vediamo stasera ragazzi!» tagliai corto e me ne andai.

Con grande sollievo mi accorsi che non mi stavano più seguendo e riuscii ad arrivare in classe senza ulteriori intoppi.

Quando aprii la porta tutta la classe si voltò a guardarmi, compresi un ridacchiante James Potter in ultima fila e il professore. Zoey era seduta vicino a Rob ed entrambi mi chiesero con gli occhi dove fossi stata.

La mia attenzione, però, era rivolta al professore, che stava per farmi la lavata di capelli peggiore della mia vita, a giudicare dalla sua faccia.

«Signorina Bolt. Lei è una delle studentesse più brillanti di questa scuola nonché l'orgoglio della sua Casa. Dovrebbe essere un esempio per i suoi compagni, spero che un situazione del genere non si ripeta più. Si sieda e dieci punti in meno a Corvonero.»

Annuii e sentii i miei compagni di Casa mormorare tra di loro. Era la prima volta che perdevo punti dal primo anno.

Mi diressi verso il posto libero dietro Zoey e Rob ma James mi indicò la sedia vuota accanto a lui, mimando con le labbra la parola "scommessa".

Roteai gli occhi, ma mi sedetti accanto a lui. Zoey mi guardò, ancora più confusa di prima e io le feci segno che le avrei spiegato più tardi.

«Hai firmato autografi?» mi chiese ridacchiando James.

Stronzo.

«Ne vuoi uno Potter?» lo sfidai.

«Già che sei qui vicino a me...»

Sbuffai: «Potrei anche non fare quello che mi dici, sai?»

Lui rise di nuovo. Aveva i denti dritti e bianchi e una mascella definita al punto giusto.

«Non lo farai, Ellie. Ho vinto una scommessa onestamente e tu non hai saputo rifiutarla, quindi ora devi pagarne il prezzo. Sei troppo onesta per non farlo.» Aveva un tono parecchio compiaciuto.

Aveva ragione, comunque, e poi se mi fossi arresa era come lasciarlo vincere senza nemmeno giocare.

Forse avrei dovuto avvisare i miei amici però, che in quel momento continuavano a guardarmi confusi, mentre il resto dei Corvonero mormoravano cose tipo "traditrice". Senza di me non sarebbe nemmeno esistita quella rivalità, non potevano sicuro chiamarmi così.

Rivalry - James Sirius PotterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora