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Elizabeth

Mi legai i capelli, poi passai in rassegna i miei compagni, meno Robert, che stava seduto in un angolo con il broncio.

Mi misi in piedi su una delle panchine, appoggiando il mio manico di scopa davanti a me.

«Questa è la partita dell'anno! Dobbiamo mettercela tutta e dimostrare che i Grifondoro non sono gli unici che sanno impugnare una scopa. Marie, conto su di te, voglio vedere quella Pluffa attraversare quegli anelli e tieni d'occhio i novellini. Zoey, ti voglio impenetrabile come il bagno di Mirtilla. Amar, usa quella mazza, non sei un Prefetto in questo momento. E Robert... Gioca per la squadra ok?»

Tutti quanti annuirono e persino lui mi guardò con un po' meno di rabbia negli occhi.

Quando scesi dalla panchina Amar mi prese da parte: «Devo tenerlo d'occhio?»

Io annuii: «L'importante è che non cerchi di uccidere James, ma i suoi cugini sono bravi Battitori. Fai in modo che giochi per la squadra e non solo contro gli avversari.»

Per la prima volta da qualche tempo mi sentivo un leader, il Capitano. Almeno sul campo mi piaceva prendere il controllo, sapere quello che stava succedendo e dispensare ordini. Era il mio elemento.

Gli sorrisi e lui mi rispose alzando il pugno. Poi salii a cavallo della scopa e mi misi in posizione, pronta per entrare in campo.

Tutti i Corvonero urlarono, mentre entravamo in campo. Sentivo la competizione nell'aria, l'atmosfera che si respirava era quasi più tesa di quella alla Coppa del Mondo. La Casa di Hogwarts era come una seconda famiglia e noi la stavamo rappresentando.

Madama Bumb lanciò in aria la Pluffa e la partita cominciò. Sapendo bene che i miei compagni avrebbero fatto il loro lavoro, io volai in alto, per avere una visuale migliore sul campo ed individuare il Boccino. Per fortuna avevo una buonissima vista.

James arrivò presto vicino a me, anche lui in posizione di osservazione: «Visto qualcosa, Bolt?»

Io scossi la testa, poi mi appoggiai di più sulla scopa: «Anche se l'avessi visto non l'avrei di sicuro detto a te, Potter. Non fraternizzo con il nemico.»

«Non mi sembrava ti dispiacesse fraternizzare, l'altro giorno nello sgabuzzino...» mi fece l'occhiolino.

Io avvampai. Se voleva distrarmi ci stava riuscendo alla grande. Non dovevo cedere alla voglia di saltargli addosso, anche perché ci trovavamo a dieci metri di altezza.

Mi accorsi che mi stava guardando, con un leggero sorrisetto. Niente di scherzoso, sembrava davvero interessato.

«Che c'è?» mi scostai una ciocca dietro l'orecchio.

«Sei bellissima quando sei in imbarazzo.»

Prima che facessi in tempo a rispondere lo vidi gettarsi a capofitto verso il basso, doveva aver individuato qualcosa. Mi gettai subito all'inseguimento, notando anche io un bagliore dorato.

Strinsi forte il manico della mia scopa, piegandomi per essere aerodinamica e stando nella scia di James.

Passammo proprio davanti alla tribuna dei professori, dove il Professor Vicious mi urlava di incoraggiamento. A malapena lo sentii, nella velocità e nella concentrazione.

Mi imposi di ragionare. James stava seguendo il Boccino senza pensare, concentrandosi semplicemente sull'azione come un qualsiasi Grifondoro avrebbe fatto. Il mio punto di forza era il cervello e dovevo usarlo.

Cominciammo a salire. Salivamo parecchio e il Boccino non sembrava fermarsi. Quando attraversammo una nuvola bassa, però, scomparì dalla mia vista e presumibilmente anche da quella del mio ragazzo, perché anche lui si fermò.

Avevamo entrambi il fiatone e ci guardammo negli occhi. Lui scosse leggermente la testa, eravamo di nuovo al punto di partenza.

Buttai lo sguardo in basso. Robert mi guardava male, come sempre. Sembrava ancora più arrabbiato con me, rispetto che con James e questo mi sembrava abbastanza strano.

Lo dimenticai presto quando vidi un movimento poco lontano da lui. Ecco il Boccino. Mi lanciai verso di esso, seguita a ruota da James. Non avevo idea di quanto stesse durando la partita, ma avevo intenzione di concluderla presto.

Il Boccino scattò, ma io fui più veloce e mi ci piazzai davanti, in modo che mi finisse dritto in mano. Mi complimentai mentalmente per la splendida mossa, poi alzai il braccio verso il cielo.

James mi guardò negli occhi, scuotendo la testa con un'espressione tra l'incazzato e l'orgoglioso mentre tra la folla scoppiava il delirio.

Ti ho battuto, Potter.

Improvvisamente, però, l'espressione del mio ragazzo cambiò. Sgranò gli occhi e spalancò la bocca per dire qualcosa, ma non riuscii a sentirlo.

Sentii una botta fortissima sulla nuca, il mondo cominciò a girare e fui disarcionata dalla scopa. Per qualche motivo strinsi forte il Boccino, come se fosse importante in quel momento.

La sensazione di vuoto cresceva, ma tutto era confuso e attutito. I suoi, le sensazioni, mi sembrava di essere in una gigantesca bolla.

Almeno finché non colpii il suolo.

Tutto il mio corpo fu invaso dal dolore. La vista cominciò ad annebbiarsi ancora più do prima, la presa sulla piccola sfera metallica che si allentava.

Non sentivo nulla, solo un fischio fortissimo e, in lontananza, diverse voci che accorrevano verso di me.

Le mie palpebre erano sempre più pesanti, volevo solo dormire per qualche minuto, riposarmi, poi potevo tornare a giocare. Avevo preso il Boccino, avevo vinto.

La mamma era fiera di me, mi voleva bene.

Sentii un tepore attraversarmi le guance. Non mi ero nemmeno resa conto di stare piangendo, probabilmente per il dolore.

«Ti prego resta con me, Ellie. Ti prego sono qui, non te ne andare.» sentii la voce di James, ma era così lontana.

Avrei chiuso gli occhi solo per qualche secondo, poi l'avrei raggiunto. Solo un minuto.

Un minuto e arrivo. Ti amo.

A/N:
Tecnicamente non sono in ritardo. Anche se pubblico alle dieci e mezza. Ecco. Comunque, capitolo con un twist particolare, vi piace? Scommetto di sì. Ormai mancano due/tre capitoli alla fine, siete carichi?
Au revoir!

Rivalry - James Sirius PotterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora