5

4.8K 184 28
                                        

James

Quella sera, a cena, non riuscii a restare concentrato sui miei amici. Parlavano della nuova squadra e si congratulavano con Katherine Sanders e mia sorella per essere entrate.

Come se non bastasse, quella dannata bambina aveva gli stessi occhi di Bolt. Erano sorellastre e non avevano nient'altro in comune a parte quei fottutissimi occhi.

Questo non faceva altro che farmi pensare a lei. Continuavo a guardare il tavolo di Corvonero, sperando di trovarla.

Era lì che parlava con i suoi amici con i capelli legati con una matita. Aveva sempre dei movimenti così aggraziati ma allo stesso tempo sembrava sapesse esattamente cosa stava facendo.

«Terra chiama James!» Roxanne mi sventolò una mano davanti alla faccia, facendomi girare verso di loro.

«Tutto bene cugino?» mi chiese Fred, con un piccolo luccichio malizioso negli occhi.

Io mi sistemai i capelli, sperando che non mi avessero notato guardare il tavolo di Corvonero: «Uhm... Sì perché?»

«Beh, continui a fissare Bolt...» Louis si strinse nelle spalle.

Non gli avevo detto niente, alla fine. Non volevo che pensasse che mi ero preso una cotta o chissà cosa per la mia rivale. Sicuramente mi sarebbe passata.

Mi ricordai della scommessa. Per lo meno mi sarei divertito un po' con lei.

«Oh ehm, sì... Abbiamo fatto una scommessa e lei ha perso. Deve fare quello che voglio per una settimana. Sto pensando alla prima cosa da farle fare...» spiegai, sperando che non mi chiedessero di più.

«Forte!» esclamarono Fred e Roxy in coro, prima di guardarsi male, riconcentrando l'attenzione su loro due.

Per una volta fui grato che battibeccassero così spesso.

Tornai assorto nei miei pensieri facendo immancabilmente ricadere il mio sguardo su Elizabeth.

Per una frazione di secondo, i nostri occhi si incrociarono. Era come se il mondo si fosse fermato, c'era solo quello spazio tra noi due, tra le nostre iridi. Lei ruppe il contatto, con le guance rosse e io mi imposi di farle un sorrisetto per irritarla.

L'ultima cosa che volevo sapesse era che ero attratto da lei. Potevo darle fastidio stuzzicandola un po', certo, e lo stesso poteva fare lei, ma nulla di più.

Ripensai a quel momento in cui mi voleva distrarre, durante la partitella, e rabbrividii.

Se solo questa stupida rivalità non fosse mai esistita.

Elizabeth

James mi aveva beccata a guardarlo. Di nuovo. Ovviamente aveva risposto con il suo solito sorrisetto irritante. Di nuovo.

Probabilmente stava pensando a qualcosa di malvagio da farmi fare, per umiliarmi davanti a tutti e farmi perdere la fiducia della mia squadra per poter vincere la Coppa di Quidditch.

Non avrei mai dovuto accettare quella sfida, ma non sapevo rinunciare alla competizione, specialmente quando si trattava della persona più odiosa sulla faccia della terra.

Mi chiesi come mai se ne fosse andato in fretta e furia quella mattina. Probabilmente era soddisfatto di avermi presa alla sprovvista, il bastardo.

Mi era sembrato quasi di vedere uno sguardo diverso nei suoi occhi per un secondo. Ma era impossibile. James Potter non provava sentimenti, tanto meno verso di me.

Come io non li provavo per lui del resto.

Lo odiavo, per aver vinto quella stupida sfida e per avermi dato quello stupido bacio sul collo.

Ma allo stesso tempo avevo il fortissimo bisogno di baciarlo, almeno per sapere che gusto avevano le sue labbra.

Non sarebbe mai accaduto, in fondo tutta la scuola si aspettava che noi ci odiassimo a morte. Era da tanto tempo che non c'era una competizione così sul campo, e ancora di più tra Grifondoro e Corvonero.

Guardai James, notando che era girato dall'altra parte. Aveva i capelli castani arruffati e la cravatta annodata male. Il suo aspetto era molto simile alla sua personalità, così caotica ma allo stesso tempo sicura.

Entrambi avevamo caratteri molto forti, indispensabili per un capitano. Eravamo punti di riferimento per la nostra casa, essendo anche tra i più grandi.

Questi erano motivi in più per scontrarci ed era sempre stato così fin dalla nostra prima partita. Insomma, era una regola non scritta: Bolt e Potter sono i giocatori più forti della scuola, nelle due squadre che si contendono la Coppa tra quattro anni, è ovvio che si debbano odiare.

Ogni volta che James si avvicinava a me non provavo odio. Sentivo solo una scarica di adrenalina come una scossa elettrica tra noi. Non sapevo cosa fosse, ma di sicuro non era odio.

«Va tutto bene, Liz?» la mano di Rob sulla mia spalla mi riportò alla realtà e realizzai di aber smesso di mangiare.

«Uh? Sisi, di che parlavate ragazzi?» cercai di cambiare discorso. Non sapevano della scommessa che avevo fatto con James e non gliel'avrei detto per nulla al mondo.

«Stavamo parlando degli esami... Marie ha paura di non farcela.» mi spiegò Zoey, accennando alla nostra amica dall'altro lato del tavolo.

Mi chiedevo come fosse possibile che lei e Amar fossero così preoccupati per i G.U.F.O. e i M.A.G.O.... Io avevo iniziato a studiare per i miei G.U.F.O. due settimane prima l'anno prima e me l'ero cavata alla grande.

«Oh, andiamo ragazzi... Non sapete nemmeno che argomenti dovrete studiare e in più siete Corvonero, siete nati per queste cose!» cercai di incitarli

I miei amici sorrisero e Amar disse: «Sei sempre la migliore quando si tratta di sollevare il morale alla squadra, Liz!»

Sentire così tante volte il mio soprannome mi fece pensare a quello che James aveva usato: Ellie. Nessuno mi chiamava mai così, per qualche motivo, e ora non riuscivo a smettere di pensare alla sua voce che lo pronunciava.

Cercai di scacciare quei pensieri dalla mia testa. Non era possibile che ogni cosa intorno a me fosse ricollegata a James Potter quel giorno.

Non mi stava nemmeno tanto simpatico.

Dovevo darmi un contegno e smettere di pensare a suo fiato sul mio collo e al suo odore, un misto tra dopobarba alla mela e sudore.

Sbuffai, realizzando di averci pensato di nuovo.

Potter doveva smettere di insinuarsi nella mia testa, avrei già dovuto pensare a sopravvivere ad una settimana ai suoi ordini.

Mi corressi: erano solo sei giorni.

Che James Potter e il suo dannatissimo modo di pronunciare la parola "sei" se ne andassero al diavolo.

A/N
Stay tuned per il capitolo di domani che vi piacerà eheh...

Rivalry - James Sirius PotterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora