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Elizabeth

Aprii gli occhi, avevo un mal di testa fortissimo ed il mio primo istinto fu chiamare mia madre, come quando stavo male da piccola.

Mi facevano male tutte le ossa e facevo un po' fatica a respirare, ma, ricordandomi quello che era successo, ringraziai il cielo per essere viva.

Avevo fatto un volo di dieci metri, o qualcosa del genere. Qualcuno lassù voleva davvero che sopravvivessi.

«Liz! Sono così contenta che tu stia bene!» esclamò una sorridente Zoey, provando ad abbracciarmi.

«Bene è una parola grossa... Ahi!» mi sentii scricchiolare «Diciamo che sono viva.»

«Hai fatto un bel volo.» osservò Amar.

Marie lo guardò male: «Come sei cinico, chiedile almeno come sta.»

«Ma se l'ha già detto!»

Tutti quanti ridemmo, io con un po' di sforzo. Poi la porta si spalancò e Robert entrò. Tutti si zittirono di colpo.

«Posso... Parlarti un secondo?» mi chiese, grattandosi la nuca.

Io annuii e i miei amici uscirono dalla stanza, guardando Robert con circospezione.

«Sono venuto per scusarmi.» disse lui «Per tutto quello che è successo in questi mesi e, soprattutto, per averti colpita con quel Bolide, stamattina. Ti voglio bene e mi dispiace che sia successo tutto questo, mi sono lasciato trasportare dalla rabbia. Vederti lì per terra mi ha aperto gli occhi, spero che riuscirai a perdonarmi.»

Per un secondo non risposi. Avevo rischiato di morire, per colpa sua. Aveva cercato in tutti i modi di rendermi la vita impossibile nei mesi precedenti e ora mi chiedeva scusa?

Dovevo perdonarlo?

«Non so se riusciremo a tornare subito amici come prima... Anzi, so per certo che non ce la faremo, all'inizio. Ma ti voglio bene anche io,  Robert. Magari un giorno torneremo quelli di un tempo.» gli sorrisi.

Ancora non lo avevo perdonato del tutto. Ma per lo meno potevo fare un tentativo.

«Come stai?» mi chiese, sedendosi su una sedia poco lontano dal mio letto.

«Sono stata meglio... L'hai preso davvero bene quel Bolide.» scherzai.

Lui si grattò la testa: «Già... Beh, se può consolarti, il tuo ragazzo...» non nascose il cambio di tono pronunciando l'ultima parola «... Mi avrebbe molto volentieri picchiato di nuovo se non fosse stato troppo impegnato a piangere per te. Per quanto mi duole ammetterlo, sembra davvero la persona giusta per te.»

Io sorrisi. Il solo pensiero di James mi faceva sentire meglio. Mi scaldava il petto e calmava un po' il mio dolore e, dopo averlo sentito dire anche da Robert, non avevo più dubbi.

Io, Elizabeth Bolt, ero innamorata del mio storico ed acerrimo rivale. E ne ero molto contenta.

Proprio quando formulai quel pensiero la porta si spalancò di nuovo e in un attimo fui travolta dai boccoli biondi di mia sorella: «Liz!»

Io risi, godendomi quell'abbraccio caldo nonostante il dolore.

«Ti voglio bene, sorellina.» le sussurrai tra i capelli.

«Anche io, Liz. Tantissimo.» mi sorrise lei.

Alzai gli occhi e, questa volta, incontrai il suo sguardo. Mi persi nelle iridi verdi di James Potter, come all'inizio di quell'anno in cui l'avevo incontrato da Ghirigoro.

Senza nemmeno dire nulla, Robert e mia sorella se ne andarono. Io quasi non me ne accorsi, impegnata in quello sguardo.

James aveva gli occhi lucidi e la faccia di uno che aveva pianto parecchio. Non me lo riuscivo nemmeno ad immaginare in lacrime, ma doveva essere uno spettacolo straziante.

Si sedette sul bordo del mio letto, facendo attenzione a non urtare le mie gambe. Poi, senza nessuna parola, prese il mio viso tra le sue mani e mi baciò.

In quel momento riuscii quasi a sentire o suoi pensieri. C'erano così tante sensazioni, così tante emozioni in quel bacio. Mi stava parlando con le labbra ed io stavo facendo la stessa cosa.

Cercai di imprimere tutto quello che provavo per lui in quel bacio. Volevo che sentisse tutto ciò che sentivo io, che rimanesse impresso sulle sue labbra per sempre.

Ci staccammo e per un lungo secondo continuammo a guardarci in silenzio.

«Io ti amo, Ellie.» sussurrò, senza fiato.

Sentii il cuore fare una capriola e gli sorrisi, mentre asciugavo una lacrima dalla sua guancia: «Anche io James. Da morire.»

Lui mi tirò in un abbraccio, facendo attenzione a non farmi male. Lo sentii singhiozzare tra le mie braccia e gli passai le dita tra i capelli, grattandogli dolcemente la testa.

«Non mi lasciare mai più, ti prego...» mormorò, le labbra sul mio collo.

«Mai più, te lo prometto.» gli risposi all'orecchio, poi gli diedi un bacio delicato sulla fronte.

Passarono quelle che mi sembrarono ore, lì abbracciati, godendoci il momento in silenzio. Poi James si staccò e mi accarezzò la guancia.

In quel momento pensai ad un particolare, qualcosa di cui mi ero completamente dimenticata con tutto ciò che era successo. Un sorrisetto spuntò sulle mie labbra.

James mi guardò confuso: «Che c'è?»

Io ridacchiai, senza riuscire a controllarmi: «Ho preso il Boccino... Questo significa che ho vinto, Potter! Corvonero vince la Coppa di Quidditch!»

Lui rise: «Speravo di fartelo dimenticare, acciden-»

Lo interruppi, stampandogli un bacio sulle labbra.

«Ti ho battuto, Potter...» sussurrai, le nostre bocche che si sfioravano.

«Avrò la mia rivincita, Bolt...» mi fece l'occhiolino «Ma ci penserò un'altra volta, adesso devo finire quello che hai cominciato.»

Le nostre labbra si scontrarono di nuovo, questa volta con nessuna intenzione di staccarsi. Avvolsi le braccia attorno al suo collo e mi sciolsi nella sua presa sicura ma delicata.

Mi sentivo a casa come mai prima. James Potter era la mia casa. Non sapevo come era successo, o quando, tutto ciò che sapevo era che non me ne sarei più andata.

Se ero morta, quello era sicuramente il paradiso.

A/N:
Ed ecco a voi l'ultimo capitolo! Domani pubblicherò l'epilogo e allora mi dilungherò con i ringraziamenti. In ogni caso, potremmo dire che qui si conclude ufficialmente l'arco narrativo di James ed Elizabeth. Vi ringrazio tantissimo per le stelline e per aver apprezzato la storia tanto quanto a me è piaciuto scriverla. Grazie! <3
Au revoir!

Rivalry - James Sirius PotterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora