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Elizabeth

Non mi ero svegliata bene, quella mattina. Avevo avuto un sonno agitato dopo l'incontro con il Molliccio e la gentilezza di James mi aveva turbata in qualche modo.

Avevo passato la mattinata cercando invano di stare attenta alle lezioni e non addormentarmi e avevo intenzione di rilassarmi un po' con un allenamento veloce fuori programma.

Mi ero cambiata lentamente e avevo preso il mio manico di scopa, prontissima a scendere in campo senza impegnarmi troppo.

Finalmente un po' di tempo da sola.

Avevo bisogno di riflettere. Quella notte non avevo fatto altro che pensare James Potter. Al suo tocco magnetico, al suo profumo di dopobarba alla mela e sudore e al modo quasi gentile con cui si era rivolto a me durante quella lezione.

I miei amici mi avevano detto che era stato lui a difendermi dal Molliccio e questo era un altro quesito. Non credo lo facesse per mostrarsi, dato che lui stesso non voleva andare per primo.

Il suo atteggiamento mi aveva mandata completamente in confusione. Se prima ero certa di provare attrazione fisica e nient'altro per lui, ora non lo sapevo più.

Tra tutte le persone per cui potevo prendermi una cotta, o qualsiasi cosa fosse, proprio James Potter.

Era quasi comico.

Quando arrivai sul campo, mi tappai letteralmente la bocca per non urlare.

James era lì, a volare sulla sua scopa.

Senza maglietta.

Devi sempre comparire nei momenti meno opportuni, vero Potter?

Mi imposi di rimanere seria, e mi appoggiai alla mia scopa, aspettando che il ragazzo si accorgesse della mia presenza.

Lui sembrava molto impegnato, il fisico perfetto impregnato di sudore e i capelli scossi dal venticello tiepido di settembre.

Notai a terra la maglia della sua squadra, insieme ad un po' d'acqua e al suo set di palle da Quidditch. Magari potevo fargli un piccolo scherzo, solo per divertirmi un po' e vendicarmi per avermi fatta arrivare in ritardo.

Ridacchiando raggiunsi il lato del campo senza che lui se ne accorgesse e presi in mano la sua maglietta. Prima di riuscire a sgattaiolare via, però, lui si voltò verso di me e mi vide.

Nascosi in fretta le braccia dietro la schiena, sorridendogli e sperando di apparire come un angioletto.

«Sempre a guardarmi, eh Bolt?» James scese a terra, dandomi la possibilità di vedere più da vicino il suo fisico.

Era abbronzato, con una quasi impercettibile abbronzatura da muratore. Non era molto muscoloso, ma si poteva intravedere un accenno di addominali.

«In realtà sono venuta per allenarmi... Se solo tu non fossi sempre tra i piedi.» gli dissi.

James si avvicinò al mio viso, un sorrisetto sulla faccia: «O magari mi hai cercato per tutto il castello solo per ammirarmi senza maglietta Ellie.»

Non riusciva proprio a parlarmi da una distanza normale, vero?

Mi ritrovai ad osservare meglio i dettagli del suo viso. Le labbra, non troppo carnose, erano lisce e sembravano morbide, decisamente baciabili a mio parere. Gli occhi, di un verde smeraldo, erano sporcati da alcune pagliuzze dorate, che mi rendevano solo più profondi.

«A proposito di maglietta...» mi morsi il labbro inferiore «Vediamo se riesci a prenderla!»

Corsi subito via, sventolando il pezzo di stoffa rossa e oro per tutto il campo e facendogli smorfie. Chi ci avesse visto, in quel momento, probabilmente avrebbe detto che sembravamo due bambini.

James mi inseguiva, cercando di spruzzarmi con la sua bottiglietta d'acqua e ridendo.

Dopo qualche minuto riuscì a raggiungermi, ma solo perché avevo male alla milza dalle risate.

Mi sedetti a terra, cercando di calmarmi, mentre lui indossava la maglietta. Non mi sarebbe affatto dispiaciuto vederlo ancora un po' senza, comunque.

James si sedette vicino a me, ridacchiando ancora un pochino: «Ti sei vendicata, mi hai fregato lo ammetto...»

Io risi: «Te lo sei meritato, a mandare Lysander e Lorcan Scamander a tormentarmi.»

Lui si strinse nelle spalle: «Sono tuoi grandi fan, volevano solo un autografo. A proposito, me ne devi ancora uno, ricordi?»

Io gli feci il dito medio e, in pochi secondi, tornammo di nuovo sdraiati a ridere.

Restammo qualche minuto in silenzio, ad osservare il cielo sereno e a riprenderci con calma.

«Ellie?»

Mi girai verso di lui. Aveva un'espressione seria sul viso, che avevo visto poche volte da quando lo conoscevo.

«Ho deciso che la scommessa è annullata e scusami. Non volevo farti piangere.»

Rimasi sorpresa. Mi aspettavo tutto meno che una cosa del genere da James Potter.

«Tranquillo, James. Tutto a posto. E grazie per esserti messo in mezzo.» gli dissi.

«Io non ti odio. Lo sai vero?» Sembrava che intendesse sul serio e il mio cuore fece una capriola.

Gli feci un sorriso: «Nemmeno io. Credo saremo costretti a fingere per le nostre case, però.»

«Che cosa stupida. Siamo costretti ad odiarci. Se tu fossi una Grifondoro saremmo grandi amici...» mormorò.

«Ehi!» esclamai «Perché non puoi essere tu un Corvonero?»

«Sono un Potter, Ellie. Non posso semplicemente cambiare fazione da un momento all'altro. Solo Albus fa cose così.» rise.

«Se insisti... Comunque hai ragione, saremmo dei grandi amici...»

Calò il silenzio di nuovo, poi James si alzò in piedi e mi porse una mano.

«Si torna ad odiarsi, Potter...» scherzai, accettando il suo aiuto.

Lui annuì, poi fece l'occhiolino: «Non scordarti che siamo grandi amici, Bolt!»

Detto quello si allontanò, lasciandomi da sola con i miei pensieri.

Ormai era certo. Avevo una gigantesca cotta per James Potter.

Bel casino.

James

Era quasi mezzanotte quando finalmente Louis smise di russare, lasciandomi sentire almeno i miei stessi pensieri.

O il mio singolo pensiero.

Dopo quel pomeriggio non avevo fatto altro che ricordare la risata di Elizabeth Bolt. I suoi occhi blu stupiti quando le avevo detto che non la odiavo, il modo in cui arricciava il naso quando era divertita.

E quando si era morsa il labbro, cazzo.

Se fosse stata una Grifondoro non sarebbe stata una mia grande amica. Se fosse stata una Grifondoro l'avrei stretta a me e l'avrei baciata.

Non era così, purtroppo, quindi dovevo accontentarmi del fatto che almeno non mi odiava.

Risi, pensando all'ironia della sorte. Tra tutte le ragazze disponibili, mi ero preso una gigantesca cotta per l'unica con cui non potevo stare.

Bel casino.

Rivalry - James Sirius PotterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora