James
Robert Whig mi saltò addosso come una belva. Cadde a terra, sopra di me e tentò di tirarmi un pugno, che io schivai prontamente, facendogli colpire il pavimento di pietra del castello.
«James!» esclamò Ellie, cercando di separarci.
Robert la spinse di lato con una manata ed io mi alzai. Poteva colpirmi quanto voleva, ma lei non la doveva toccare.
«Non toccarla!» gli urlai, prendendolo per il collo della camicia.
Mio fratello e Scorpius Malfoy si infilarono nel bel mezzo del gruppo. Per qualche motivo tutti i Serpeverde avevano paura di loro, specialmente di Scorpius, per cui i due giganti che stavano già per intervenire a favore di Whig si voltarono spaventati.
Era ridicolo. Due tipi grandi e grossi come loro che si spaventavano per due ragazzini di quarta.
«Che cazzo succede qui? Voi due, andatevene a meno che non vogliate che faccia quattro chiacchiere con mio padre.» esclamò Scorpius.
Albus invece mi scoccò un'occhiataccia, ma non fece in tempo a fare altro, dato che il mio sfidante mi si scagliò addosso approfittando del momento di distrazione.
Sbattei violentemente la testa contro il muro, ma mi imposi di rimanere impassibile. Colpii in pieno naso Whig, almeno lo avrei tenuto impegnato per un po'.
«Jay! Ferma questo casino subito!» la voce di mia cugina Rose, da solita perfettina, rimbombò per il corridoio.
Si mise in mezzo anche lei, ricevendo lo stesso trattamento di Ellie. A quel punto, anche Al e, specialmente, Malfoy, persero il controllo.
Il tutto si trasformò in una specie di trambusto generale, ma io e Whig non ce ne curavamo, impegnati a guardarci negli occhi.
Un attimo dopo, eravamo di nuovo per terra, stavolta tirandoci pugni a non finire. Le nocche mi dolevano dalla forza, ma non mi fermavo.
Sentivo le urla dei miei amici e del bastardo che stavo malmenando, ma era tutto un sottofondo. Non riuscivo a pensare ad altro a parte il dolore negli occhi di Elizabeth.
In qualche modo, la situazione si ribaltò e fui io quello ad incassare i colpi. Avevo male a tutto il corpo e la testa pulsava da impazzire. Sentivo quasi come se stessi per svenire.
In quello stato di semi incoscienza, quasi non mi resi conto di quello che stava succedendo. Qualcuno che cercava di trattenere Whig, i miei cugini che si assiepavano attorno a me. Volevo solo chiudere gli occhi.
«James! Ehi, resta con me.» la voce di Ellie mi parlava da lontano.
Era così calda, confortante. Quasi quasi potevo fare un sonnellino.
Elizabeth
«Ti prego non svenire. Guardami negli occhi, va tutto bene. È finita, davvero.» accarezzai il viso del mio ragazzo, le lacrime agli occhi.
Aveva il labbro tutto spaccato, come un sopracciglio e un occhio nero. Dalla quantità del sangue che usciva dal suo naso, doveva essere rotto. La mia unica consolazione era che Robert era conciato alla stessa maniera, se non peggio.
«T-ti prego... Dimmi che non lo si riconosce più da quanto è gonfio in faccia...» mormorò James, accennando un mezzo sorriso.
Io lo baciai. Aveva un sapore metallico e un po' salato, come quello del sangue e delle lacrime. Quelle forse erano mie.
«Gli hai dato una lezione.» gli sorrisi, scostandogli i capelli fradici dalla fronte.
Non potevo non sentirmi in colpa. Era a causa mia se si trovava in quello stato, era tutto partito dalle mie risposte.
«Mi dispiace...» mormorai, singhiozzando.
Lui mi prese una mano, le nocche tutte scorticate dai pugni che aveva tirato. Accarezzò il dorso della mia con il pollice: «Non vedevo l'ora di farlo.»
Io risi un pochino, tenendogli la mano sotto la nuca per sorreggergli la testa. Aveva preso una brutta botta, ma era stato forte a non svenire.
«Sei bellissima.» sussurrò, portandosi la mia mano alla bocca per baciarla.
Un sorriso si formò inevitabilmente sul mio volto: «Tu sembri uno che è appena morto e resuscitato.»
«Mi sento come se fossi morto e basta.» scherzò lui, al che risi leggermente.
Provò a mettersi seduto, mentre io lo sorreggevo tenendolo per le spalle, la mano sempre intrecciata con la sua.
Sembrò quasi per tornare per terra, ma si trattenne. Io lo sostenni con la mano dietro la sua schiena.
«Con calma, James...» mormorai, aiutandolo.
«Cosa sta succedendo, qui?! Fatemi passare subito!»
Mi voltai di scatto, trovando la Preside McGranitt con le mani sui fianchi ed il viso corrucciato in un'espressione furiosa.
Le sue pupille slittavano tra James e Robert, passando tra tutti quelli che c'erano in mezzo, me compresa.
«Signor Potter, signor Whig, una scena del genere non è tollerata in questa scuola! Sono costretta a prendere provvedimenti seri, ma prima voglio sapere come è successo. Tutti quelli coinvolti stiano qui, mentre gli altri... Via!» fece con la mano il segno di andarsene.
Aiutai James ad alzarsi, prendendolo sotto le spalle per sostenerlo. Ci guardammo negli occhi. Avevo paura che lo avrebbe espulso per colpa mia.
La McGranitt si voltò, facendoci cenno di seguirla. Le sue scarpe ticchettavano sul pavimento nel silenzio tombale, aumentando ancora di più la tensione che già si poteva tagliare con il coltello.
Ci trovammo davanti all'entrata della Presidenza. Non ci ero mai stata, o almeno non per qualcosa di sbagliato.
«Signor Whig e signor Potter, venite con me. Signorina Bolt, mi pare di capire che sia lei l'oggetto della disputa, quindi mi segua anche lei.»
James mi prese la mano. Sembrava in grado di reggersi in piedi da solo ora.
«Andrà tutto bene, Ellie.»
![](https://img.wattpad.com/cover/220857701-288-k375835.jpg)
STAI LEGGENDO
Rivalry - James Sirius Potter
FanfictionElizabeth Bolt è una stella: Capitano di Corvonero, nonché la più giovane Cercatrice della Nazionale Inglese della storia. Non vede l'ora di tornare a Hogwarts dopo la sua vittoria in Coppa del Mondo, se non fosse che ad aspettarla c'è un certo Jame...