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Elizabeth

Il viaggio sull'Hogwarts Express era stato il più ansiolitico della mia vita. Mia sorella non stava più nella pelle, da una settimana non faceva altro che girare per il castello come una specie di Boccino d'Oro.

Io d'altro canto, speravo che un troll comparisse e mi buttasse sotto i binari del treno.

Stavo per andare a casa del ragazzo che mi piaceva da impazzire per due settimane. Sarebbe stato perfetto per tutti, se non fosse che io e quel ragazzo eravamo conosciuti come acerrimi rivali da tutta la scuola, professori compresi.

Ad Hogwarts potevo evitarlo forse, ma non a casa sua. E se non potevo evitarlo, non potevo garantire di riuscire a stargli lontano.

Quando arrivammo alla stazione di King's Cross, ormai non mi ero mangiata solo le unghie, ma l'intera mano.

Salutai in fretta e furia i miei amici, tutti tranne Robert, che era rimasto al castello.

L'amichevole viso di Ginny mi invitò a venire dalla sua parte. Lily e Katherine erano già con lei, insieme ad Albus.

James ci raggiunse poco dopo, insieme ai suoi cugini. Li salutò brevemente, dicendo che si sarebbero rivisti qualche giorno dopo alla cena della vigilia. Poi diede un bacio sulla guancia a sua madre.

Ci incamminammo dall'altro lato della stazione, dove ci aspettava loro padre. Ero abbastanza agitata di incontrarlo per la prima volta, dopotutto era Harry Potter.

James si avvicinò a me, con un leggero sorriso: «Ehi...»

La tensione si poteva tagliare con il coltello. Dopotutto non ci parlavamo da tre mesi, dopo esserci dati il bacio più intenso che avessi mai provato.

«Ciao, James...» mormorai.

«Non potremo evitarci, vero?» chiese lui, grattandosi la nuca.

«No...» risposi «Credo proprio di no.»

Ci fu un attimo di silenzio teso, in cui le nostre spalle quasi si toccarono. Poi arrivammo al parcheggio della stazione e quel piccolo momento fu interrotto.

«Sono Harry Potter, il padre di Lily! Tu sei Katherine Sanders, vero?» l'uomo che ci aspettava si presentò a mia sorella.

Somigliava parecchio a James, con la differenza che aveva i capelli nerissimi e una cicatrice in mezzo alla fronte, più un paio di occhiali sul naso e una leggera ombra di barba. Lo avevo già visto diverse volte sul giornale, ma di persona aveva un'aria molto più amichevole.

Il signor Potter si voltò verso di me, porgendomi la mano: «Elizabeth Bolt! Ti ho vista alla Coppa del Mondo, complimenti. Anche io ero un Cercatore, alla tua età.»

«La ringrazio signor Potter» la sua stretta era energica ma leggera «Suo figlio è un degno avversario.»

Lui rise mettendo un braccio attorno alle spalle di James: «Chiamami pure Harry, non sono così vecchio. James dovrebbe ritenersi fortunato, quando giocavo io gli altri Cercatori non erano sicuramente ragazze belle come te!»

James arrossì e si girò verso suo padre con uno sguardo sbarrato: «Papà!»

«Grazie, Harry...» sorrisi «Sai, io e tuo figlio non ci parliamo molto, siamo rivali e, insomma, tutti sanno che non andiamo d'accordo...»

Harry guardò prima me, poi James, poi di nuovo me: «A me sembrate affiatatissimi... Sarà l'età...»

Poi lui e James andarono a caricare i bagagli sulla loro automobile babbana, lasciandomi sola con i miei pensieri.

Rivalry - James Sirius PotterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora