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James

Mi svegliai, scosso da qualcuno. Nel buio della mia stanza non riuscivo a capire chi fosse, cercavo lentamente di riprendermi e mettere a fuoco.

«Scusami io... Non volevo disturbarti James.» quella voce mi risvegliò completamente ed accesi la lampada sul mio comodino.

Elizabeth era davanti a me, in pigiama, con gli occhi gonfi e rossi. Potevo quasi vedere i solchi che avevano lasciato le lacrime sul suo viso.

«Ellie... Hai pianto?» le chiesi, preoccupato.

Lei deglutì poi annuì leggermente: «Ho fatto un incubo, io... Scusa è stupido, torno a dormire.»

Io la fermai, invitandola a sdraiarsi vicino a me.

Ellie si infilò sotto le coperte e io la presi tra le mie braccia, stringendola al mio petto: «Raccontami.» le sussurrai tra i capelli.

Lei si sistemò meglio, raggomitolandosi vicino a me. Le diedi un bacio sulla fronte, per consolarla.

«Ho sognato una casa. Non era casa mia, nemmeno questa. Le stanze erano tutte in cerchio, come un loop infinito e cambiavano di continuo. C'era la voce di mia sorella che mi chiedeva aiuto e io la cercavo ma non riuscivo a trovarla. Poi l'ho trovata. Era appesa a testa in giù e io non potevo salvarla perché serviva il sangue di suo padre. E mi sono svegliata.» scoppiò in lacrime.

Io le accarezzai la testa e la consolai, fino a quando non smise di piangere. Lei prese un respiro profondo, poi mi guardò.

«Stai bene?» le chiesi, accarezzandole la guancia.

Respiravamo lentamente e le nostre labbra si stavano sfiorando. Non riuscivo a resisterle, volevo solo baciarla.

Le sue labbra si scontrarono con le mie, in un bacio passionale. La mia mente smise di funzionare quando lei si posizionò sopra di me, senza staccare le labbra dalle mie.

La sua mano si infilò sotto la mia maglietta, accarezzandomi la pelle. Io la strinsi ancora di più a me e le accarezzai la schiena.

In pochi secondi le sfilai la maglietta. Elizabeth mi baciò il collo piano, fino ad arrivare al mio lobo, che cominciò a stuzzicare, mandandomi brividi lungo tutta la schiena.

Dio, come ho fatto a sopravvivere così tanto senza?

Elizabeth

«Grazie.» sussurrai, accarezzando il petto nudo di James.

Lui mi sorrise, passando un dito sulla mia spina dorsale: «Per il sesso? Oh, è stato un piacere...»

Entrambi ridemmo, cercando di non fare troppo rumore, poi diedi un bacio sulla guancia a James.

«Devo dirlo io ai miei amici.» dissi, con tono serio.

«Lo so, Ellie... Se devi scegliere tra loro e me sai già cosa devi fare. Non puoi perdere la fiducia della casa...» mormorò.

Alzai lo sguardo, in modo che potessimo guardarci negli occhi: «Ehi, andrà bene. In caso contrario, dovranno farsene una ragione.»

James mi baciò: «Dove sei stata tutto questo tempo?»

«Ero impegnata a fregarti il Boccino da sotto il naso, Potter.» sussurrai,
appoggiata alle sue labbra.

«Mh, mh...» mi baciò di nuovo.

«Oddio che schifo! Lily!» aprii gli occhi al suono del fastidioso rumore della voce di mia sorella.

Mi alzai seduta di soprassalto, realizzando che non avrei dovuto essere in quella stanza. Avevo addosso la maglietta di James, come a complicare ulteriormente le cose.

«Che cosa avete fatto stanotte, uh?» Katherine mi fece l'occhiolino.

Avvampai. Di certo non potevo dire ad un'undicenne quello. «Niente. Ho fatto un incubo e James mi ha consolata, tutto qui.»

Era una mezza verità, in fondo.

«Se lo dici tu...» mia sorella si strinse nelle spalle, mentre Lily entrava nella stanza correndo.

«Cosa stai facendo nel letto di mio fratello?» mi guardò con un sopracciglio alzato.

Sentii un movimento accanto a me: «Ma che cazzo...» James si coprì gli occhi con una mano, poi si mise a sedere di soprassalto: «Lily!»

«Ciao, fratellone!»

«Voi due entrate sempre nei momenti meno opportuni, vero?» disse, con la voce ancora impastata dal sonno.

«Meglio così. Non voglio diventare zia ad undici anni.» Katherine fece nuovamente l'occhiolino.

«Katherine Sophia Sanders!» la richiamai.

Corsero via, con Lily che urlava: «Vado a dire alla mamma che diventerà nonna, ci vediamo a colazione!»

«Torna qui!» James si alzò dal letto e fui grata che le ragazze non ci fossero più, dato che indossava solo i boxer.

Mi alzai anche io in piedi: «Meglio che torni nella mia stanza, prima che i tuoi vengano qui...»

James mi tirò verso di lui, stampandomi un bacio sulle labbra: «Hai dormito bene?»

Annuii: «Benissimo... Sei molto comodo.»

«Eri anche stanca...»

«Ho dormito poco, Potter.»

«Anche io...»

James si sporse per baciarmi di nuovo ma fu interrotto.

«Dio, James, copriti! I miei occhi!» Albus fece finta di essere abbagliato, come se avesse il sole negli occhi. «Tu invece resta pure così, Elizabeth.»

Realizzai di avere le gambe scoperte, come una spalla a causa della grandezza della maglietta di James.

«Tu sogneresti solo di avere un fisico come me, Al...» James gli fece l'occhiolino.

«Fisico no, ma se mi vuoi regalare la tua ragazza...»

Erano passati alcuni giorni, ma era ancora stranissimo sentirmi chiamare la ragazza di James. In più, il pensiero di tornare a scuola mi spaventava.

Lui mi passò il braccio attorno alle spalle: «Lei non è in vendita. Adesso smamma.»

«Ti voglio bene anche io, fratello.»

Io risi, quando fummo di nuovo da soli.

«Non ci lasciano mai un secondo da soli...» borbottò James.

«Hai visto cosa succede quando siamo da soli...» mormorai.

Lui mi baciò: «Come se ti dispiacesse...»

«Adesso vado sul serio, James...»

«Ti aspetto sotto.»

Tornai nella mia stanza e mi sdraiai sul letto. Quella notte erano successe molte cose. Prima l'angoscia del mio incubo, poi il calore delle braccia di James ed infine il vortice di emozioni.

Sorrisi spontaneamente, pensando al mio ragazzo.

Non ho affatto dormito stanotte, James Potter.

Rivalry - James Sirius PotterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora