Capitolo 1

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Capita a tutti di commettere almeno uno sbaglio nella vita. Io, Bristol Campbell, la ragazza che non commeteva mai errori, grazie al fatto che programmava ogni singola cosa nella sua vita, ho commesso un'enorme sbaglio.

Sono nata e cresciuta in una piccola cittadina del Montana. Adoravo vivere qui, dove tutti si conoscono. I miei genitori, come me, sono nati e cresciuti qui. La mia migliore amica l'avevo conosciuta alle scuole medie, lei si era appena trasferita da un altro stato e non conosceva nessuno, io ero la classica ragazza che se ne sta sempre per i fatti suoi, ma la nostra amicizia non è durata molto, visto che, qualche anno dopo, al liceo, ha "capito" che stando con me non avrebbe avuto le attenzioni che desiderava dai ragazzi, quindi ha messo fine alla nostra amicizia trovandosi altre amiche, entrando nella squadra delle cheerleader e mettendosi con Caleb Phillips, il ragazzo più popolare della scuola che non mi ha mai notata nella sua vita. L'abbandono di Lily è stato per me come rivivere l'abbandono da parte di mia sorella, avvenuto qualche anno fa. Per quanto riguarda Caleb, invece, lo conosco da quando sono nata, in pratica: lui ha la mia stessa età, i nostri genitori sono amici, solo che io non gli sono mai piaciuta, e non importa se lui è mai piaciuto a me, perché importa soltanto ciò che pensa lui... e lui pensa che io sia una sfigata.

Il problema?

Mesi fa, prima della fine del nostro penultimo anno di liceo, durante una festa, io e Caleb siamo stati a letto insieme e lui non si ricorda... il problema non è che lui in quel momento stava tradendo la sua ragazza, che sarebbe la mia ex migliore amica, con me... cioè, sì, quello è un problema, ma il problema ancora più grosso è il fatto che io ora sia incinta e lui non ne abbia nemmeno idea, visto che non sembrava ricordarsi della notte passata insieme a me e che è sparito per tutta l'estate.

Sono in piedi davanti al mio armadietto, faccio finta di non accorgermi degli sguardi di tutti sulla mia pancia, così come ho fatto per tutta l'estate, fingendo anche di non sentire tutti i commenti della gente di cui non me ne frega proprio niente. Alla mia sinistra sento qualcuno fare il nome di Caleb, per cui mi giro vedendo che è entrato a scuola mano nella mano con Lily, ed entrambi salutano i compagni di squadra di lui. Da quando sono arrivati tutti hanno tolto lo sguardo da me e fissano solo loro, anche io lo sto facendo, è sempre stato così... non c'è niente di strano. Iniziano a camminare per il corridoio diretti verso le aule, a breve lui mi passerà davanti, e, forse, vedendo il mio pancione, si ricorderà di quella notte... spero. Dio... è bello come sempre, anzi, di più. È alto, muscoloso, indossa dei jeans e una maglietta né troppo larga, né troppo stretta, che fa risaltare i suoi muscoli, ha i capelli neri, gli occhi di un bellissimo castano, né troppo scuro e né troppo chiaro: per me è la fine del mondo, lo è sempre stato. Ovviamente, però, nessuno di loro guarda verso di me, se almeno l'avesse fatto uno dei suoi amici oppure una delle ragazze, magari Lily, forse anche lui mi avrebbe notata, oppure avrebbero potuto fargli vedere il mio pancione... lo so che è inutile sperare che si ricordi di quella notte, perché era ubriaco e io sono stata una stupida ad andare a letto con lui, ma ero innamorata, lo sono ancora, e non ho intenzione di tenere per me il fatto che la bambina che porto in grembo non è opera dello spirito santo, ma è mia e di Caleb Phillips... anche se so cosa potrebbe succedere quando tutti lo sapranno. Accarezzo dolcemente il mio pancione e sorrido, chiudo l'armadietto e mi incammino verso l'aula di scienze.

Dire ai miei genitori di essere incinta è stata la cosa più difficile che io abbia fatto, naturalmente ci sono rimasti male, papà per un po' non mi ha rivolto la parola, mentre mamma mi è stata sin da subito accanto. Voleva andare lei a casa Phillips a dire a tutti che cosa stava succedendo, ma l'ho pregata di aspettare che fossi io a parlarne per prima con Caleb... poi è arrivata l'estate, lui è partito, e non l'ho più rivisto fino a... poco fa. Sono sicura che, quando avrò il coraggio di dirglielo e lo farò, lui dirà che non è vero, che è una bugia, e sicuramente mi lascerà... a quel punto non so che cosa farò.

Non appena entro in classe tutti sul zittiscono e mi fissano, con lo sguardo basso raggiungo uno dei posti liberi e mi ci siedo... il fatto di fingere di non notare le occhiate di tutti li fa tornare facilmente a ciò che stavano facendo prima, anche se credo che per un po' tutti non faranno altro che guardarmi e parlarmi alle spalle... almeno fino a che non accadrà qualcosa che tolga l'attenzione da me.

«Oh mio Dio, lo spaventapasseri è incinta!» esclama Lily, quella stronza di cui mi sono fidata per anni.

Mi chiamano "spaventapasseri" perché quando eravamo alle medie siamo andati in gita e un giorno abbiamo trovato uno spaventapasseri in un campo, il professore ha iniziato a spiegarci che cosa fosse, come se noi non lo sapessimo, e poi qualcuno ha attaccato alla faccia di quello spaventapasseri una mia foto. Lily diceva di lasciarli perdere, ma ora anche lei mi chiama in quel modo, e io, beh, non posso fare altro che lasciarli parlare e fingere che non mi importi. La foto di quel coso con la mia faccia ce l'hanno ancora tutti e non perdono tempo a farla vedere ad ogni nuovo arrivato ogni anno come se fosse qualcosa di cui andare fieri... probabilmente è per questo che dopo Lily nessuno ha più voluto essere mio amico.

«Chi è lo stupido?» mi chiede una delle sue amiche.

«È un miracolo.» sussurro indicando verso l'alto, loro spalancano la bocca, credendoci come delle stupide, e io appoggio l'indice sulle labbra per far capire loro che si tratta di un segreto, poi riporto lo sguardo avanti e sorrido.

Che stupide.

Nonostante tuttoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora