Capitolo 36

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Non sono molte le volte in cui riesco a venire a trovare Hunter, tra i bambini e il lavoro, anche per la lontananza, ma ogni volta che posso vengo da lui, anche perché se non lo faccio io non lo fa nessun altro.

Il fatto che abbia commesso dei reati quando avrebbe dovuto prima di tutto pensare a Dylan, se non anche a me e a Sophia, ma non l'ha fatto ed è successo quel che è successo, ma ha fatto così tanto per me, per noi, che non avrei mai potuto voltargli le spalle, nonostante tutto...

Continuo a sorridergli, molte volte non so che cosa dire perché mi sento a disagio in un posto come questo, anche perché so che sentono quello che diciamo e temo sempre di dire le cose sbagliate.

«Che c'è? Perché sorridi?» mi chiede anche lui sorridente.

Credo che uno come lui se la cavi alla grande qui dentro, mi dà questa impressione, il che è un bene, perché mi preoccupo di meno per lui.

«Così... ei, hai saputo qualcosa riguardo al tuo rilascio?» gli chiedo curiosa.

«Ancora no, ma pensavo di venire da voi. Non voglio stare qui da solo... mi puoi ospitare?» mi chiede invece lui.

«Certo, non dovresti nemmeno chiederlo. I bambini saranno felici, mi chiedono sempre di te.»

«Mi stai nascondendo qualcosa Bristol? Non è che Layton e quel coglione sono tornati e ti danno fastidio?» magari...

Dopo l'abbandono da parte di Manley avvenuto anni e anni fa, Layton se n'è andata di casa poco dopo aver compiuto i diciotto anni, ma comunque si faceva sentire soprattutto con me. Viaggiava molto, grazie a questo ha conosciuto Hunter e hanno avuto Dylan, ma lei viveva a Helena, quindi ad un paio d'ore da casa nostra, eppure l'unica volta che l'ho vista dopo la sua partenza è stato il giorno in cui ho anche scoperto che aveva avuto un figlio e che lo ha abbandonato a me. Dopo di che l'ho rivista quando è venuta nella nostra cittadina e Hunter ha picchiato Manley, ma non l'ho vista quando ha firmato le carte in modo che Dylan fosse affidato esclusivamente ad Hunter, e non l'ho più nemmeno sentita. Il fatto di non avere sue notizie mi preoccupa, preoccupa anche i nostri genitori, non sappiamo se sapremo mai qualcosa, ma confidiamo nel fatto che stia bene e sia felice, non ci importa sapere se con Manley o senza Manley.

«No, no, è solo che...» abbasso lo sguardo non sapendo come potrebbe prenderla.

«Mi stai facendo preoccupare. I bambini stanno bene?» mi chiede agitandosi.

«Sì, loro stanno bene... si è rifatto vivo Caleb. Loro lo adorano, sono felici di averlo nelle loro vite.» gli dico sorridente.

«Caleb... ah, non avrei mai pensato a lui. Quindi ora che succede?»

«Di cosa parli?» gli chiedo confusa.

«State insieme? O... che cosa siete?» mi chiede più confuso di me.

Quando abbiamo deciso di restare solo amici non avremmo mai creduto di ritrovarci, anni dopo, a parlare di Caleb e del fatto che fosse tornato, non la credevamo una cosa possibile, invece eccoci qui.

Non so che cosa provi lui nel scoprire che Caleb ora fa di nuovo parte delle nostre vite, spero non inizi a dare di matto, ma sarebbe comunque comprensibile, visto che l'ultima che si sono visti Caleb lo ha aggredito e poi ci ha lasciati pensando solo a sé stesso, ma credo che ormai sia acqua passata... non potremmo mai andare avanti se continuassimo a pensare al passato. Lui ci sta mettendo tutto sé stesso, voglio provare a farlo anche io.

«Non ufficialmente, ma ci vogliamo riprovare. Credo sia giusto provare ad essere una famiglia, più che altro per i bambini, e poi vedremo come andrà.»

«Che aspetti che ti dica, Bristol? Ti ha mollata una volta, quando avevi più bisogno di lui, e c'ero io... ma se dovesse spezzare il cuore sia a te che ai bambini, questa volta, io non ci sarò.» mi dice, credo che non l'abbia presa molto bene...

«Ti prego, puoi stare dalla mia parte e dirmi che sei felice per noi? So cosa pensi di lui, ma non c'è bisogno che mi ricordi in continuazione che mi ha già lasciata in passato.» mi guarda per un po' e poi sorride.

«Certo che sto dalla tua parte... sempre.» mi dice, sorrido anche io e tiro un respiro di sollievo.

Sarà vero?

Ancora non l'ho detto nemmeno ai miei genitori, ma so già che loro non la prenderanno molto bene... anche se so anche che, alla fine, staranno dalla mia parte e saranno felice per noi.

Dentro di me sapevo che con lui non avrebbe mai funzionato. Siamo diventati buoni amici, sì, ma dovevamo capirlo che non ci sarebbe stato futuro tra di noi, anche se gli devo davvero molto. Probabilmente, se non fosse stato per lui, sarei rimasta a vivere dai miei genitori e ci vivrei ancora oggi.

«Vai da loro... digli che mi hai sentito e che gli voglio tanto bene e che presto verrò da voi, e dì a quel coglione che se prova a farti soffrire ancora quando esco saranno guai.» mi dice, non potendo entrare nello specifico, nel caso dovessero pensare male...

«Tu fammi sapere quando esci così ti vengo a prendere, altrimenti dovrai prendere l'autobus.» gli dico alzandomi, si alza anche lui e mi abbraccia.

«Sta' attenta.» mi dice dandomi un bacio sulla fronte.

«Anche tu.» lo guardo un'ultima volta prima di girarmi e andare verso l'uscita.

In molto direbbero che non avrei dovuto dare una seconda possibilità sia a Caleb che ad Hunter, ma io rispondo che, finché una persona non è nella mia stessa situazione non può realmente capire. Penso sempre prima di tutto ai miei figli, e loro li vedono come degli eroi, e non ho intenzione di fargli cambiare idea.

Una volta che saremo tornati in Montana e che saremo nella mia vera casa credo che Caleb non sarà più così frenato, visto che ha continuamente in testa il fatto che ci troviamo in casa di Hunter.

Sbaglio a pensare che potrebbero diventare amici, una volta che Hunter sarà uscito?

Nonostante tuttoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora