«Ciao... scusa, non so nemmeno come iniziare, e trovo assurdo che ti stia lasciando un messaggio in segreteria, ma a quanto pare non vuoi parlarmi... spero che ascolterai questo messaggio, perché ce ne stiamo andando. Lo so, sembra strano che la prima dei due ad andarsene dalla cittadina in cui siamo cresciuti sia io, ma penso che sia la cosa migliore per me, per te, per i bambini... non è giusto che crescano in mezzo a persona che non farebbero altro che parlare di loro e di noi due, non voglio nemmeno che debbano guardare da lontano la tua famiglia senza potersi avvicinare o che ti passino accanto senza sapere chi tu sia... perché è questo che accadrà: Dylan si dimenticherà di te, è troppo piccolo perché si ricordi, mentre la bambina... lei proprio non ti conoscerà. Sembra così assurdo dirlo. C'è stato un momento in cui ho creduto che saresti rimasto accanto non tanto a me, ma a loro, eppure mi sono sbagliata... proprio io che credevo di conoscerti. Beh, per quanto può valere, grazie per averci provato e per essere stato sincero con me, forse parlerò con la bambina del suo papà, e gli dirò che, nonostante tutto, lui la amava davvero. Ancora non so dove andremo, ma non ha nemmeno senso che io te lo dica... per cui ti auguro ogni bene, Caleb, ti auguro di riuscire a diventare qualcuno e ad andartene da questa cittadina come sto facendo io, e ti auguro di non voltarti mai indietro, perché è già troppo tardi. Addio...» finisco appena in tempo per quando scatta il famoso bip, metto il cellulare in tasca ed esco dalla casa in cui sono cresciuta: guardo papà aiutare Hunter a caricare le ultime cose in auto, mamma con in braccio Dylan, Gale con un sacchetto tra le mani, David, Lily e Farrah in disparte, come se si sentissero di troppo.
Sarei dovuta partire fregandomene di Caleb, non avrei dovuto lasciargli un messaggio, non avrei dovuto essere sincera con lui, ma secondo me avrei sbagliato di più ad andarmene senza dirgli nemmeno una parola... sapevo che, se lo avessi cercato e guardato negli occhi, non sarei più riuscita a partire, e forse nemmeno se avessi sentito la sua voce, quindi è un bene che sia scattata la segreteria.
Dopo che tutti hanno salutato Dylan, al quale si sono affezionati molto, Hunter lo mette nel suo seggiolino mentre io mi avvicino a Gale, che è sempre stata una seconda madre per me. Mi sorride tra le lacrime e mi passa il sacchetto che teneva tra le mani.
«Sono degli hamburger per il viaggio.» dice, abbracciandomi forte.
«Zia Gale non piangere, tornerò spesso a trovarvi.» le dico cercando di calmarla.
«Lo so, tesoro, lo so.» sussurra prima di allontanarsi da me e asciugarsi le lacrime.
«Grazie... ci vediamo presto.» le dico avvicinandomi di nuovo a lei e dandole un bacio sulla guancia.
Mia sorella, quando ha deciso di andarsene anni fa, ha anche deciso di non salutare nessuno, di lasciare una misera lettera, io non avrei mai potuto farlo.
Mi avvicino ai tre ragazzi, sono stati molto gentili a venire qui a salutarmi. Me lo aspettavo da Farrah, ma non di certo da David e da Lily, ma mi fa piacere. Spero che ora le cose a scuola andranno meglio tra di loro.
«Ragazzi...» sussurro non sapendo che dire.
«Ei, non pensare che ti libererai di noi tanto facilmente. Quando io e Farrah avremo dei figli, sarai la nostra babysitter.» dice David facendomi scoppiare a ridere e ricevendo un pugno sul braccio da parte sua.
«Dovrai venire al diploma, e poi verrò a trovarmi nella tua casa nuova, e a conoscere la bambina.» mi dice Farrah facendomi annuire.
«Venite qui.» allargo le braccia e si avvicinano tutti e tre formando un abbraccio di gruppo.
A dividere me e Lily sono state la popolarità che lei sognava tanto e un ragazzo, il ragazzo che entrambe sognavamo... alla fine, in un certo senso, lo abbiamo avuto entrambe, ma poi lo abbiamo anche perso entrambe.
Mi dispiace non essere riuscita a passare abbastanza tempo Farrah così da conoscerla meglio, ma sono sicura che ci sentiremo ancora, mentre David... ci conosciamo da quando siamo nati, ma a nessuno dei due è mai interessato stringere amicizia, poi è arrivata Farrah e Caleb ha iniziato a notarmi, e forse ci siamo resi entrambi conto che non siamo poi così tanto male come pensavamo.
Mi allontano anche da loro e sorrido prima di raggiungere i miei genitori: mamma è in lacrime, sta partendo anche l'unica figlia che le è rimasta, mentre papà trattiene le lacrime. Abbraccio prima lui e poi lei, con la quale faccio l'abbraccio più lungo di sempre.
Dirlo è stato difficile, soprattutto ai miei genitori, ma hanno capito che è la cosa migliore per me e per i bambini, ma ho promesso loro che torneremo spesso e che li chiamerò così spesso da sembrare che non me ne sia mai andata.
«Andate piano, e chiamate quando arrivate.» dice ad entrambi mamma, che mi lascia andare solo per salutare anche Hunter.
«Non vi preoccupate, e poi ci raggiungerete quando nascerà la bambina.» dico loro.
Hunter allunga la mano verso mio padre, sembrandogli troppo abbracciarlo come ha fatto mia madre, e papà gliela stringe subito guardandolo negli occhi.
«Abbi cura di loro.» gli dice papà.
«Non si preoccupi, signore, avrò cura di tutti loro.» lo rassicura lui.
L'ultima volta che un ragazzo gli ha stretto la mano e gli ha promesso di prendersi cura di noi non è andata a finire molto bene... ma papà ha detto che Caleb è ancora un ragazzino che deve crescere, mentre Hunter è maturo e si vede... spero abbia ragione.
Abbraccio per l'ultima volta i miei genitori prima di salire sull'auto piena di roba, allaccio la cintura e abbasso il finestrino guardando tutti loro, consapevole del fatto che li rivedrò tutti molto presto, perché questo non è un addio.
«Andate piano!» esclama mamma mentre Hunter accende l'auto.
«Ci sentiamo presto.» dico loro, prima che la macchina inizi ad allontanarsi sempre di più da loro...
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Nonostante tutto
RomanceBristol ha diciassette anni ed è innamorata da sempre del ragazzo più popolare della sua scuola, del quale è incinta. Più tempo passa, e più è indecisa se parlargli del fatto che, presto, diventerà padre... ma, inaspettatamente, si ritrovano entramb...