Capitolo 25

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Mi sono resa conto che mi sono aspettata troppo da Caleb. Ero così presa dall'amore che provavo e provo per lui, da non rendermi conto che lui ancora non se la sente di fare il padre, di crescere due bambini, perché ancora deve crescere lui... è come se non gli avessi dato altra scelta, è come se lui si fosse sentito obbligato a prendersi cura della bambina, ma, per quanto riguarda Dylan, è stato lui a scegliere di prendersene cura e trovo surreale il fatto che, prima, si tiri indietro dicendo che "ha bisogno di tempo", ma poi tempo per che cosa? Pensa che io abbia tempo di capire se questa è la vita che voglio per me? Io non ho tempo per questo, e anche se lo avessi penserei comunque che ormai la mia vita senza Dylan e senza la bambina non avrebbe senso, e poi abbia pure il coraggio di mandarmi un messaggio con scritto che "meritiamo tutti e tre più di lui" e che "ci ama, per questo ci deve stare lontano, almeno finché non sarà abbastanza maturo da potersi prendere la responsabilità di due bambini".

Un vaffanculo non ce lo metti?

Quando mia sorella mi ha lasciata in quel parco facendomi credere che sarebbe tornata entro pochi minuti e per telefono mi ha detto che non voleva più saperne di Dylan, io non ho avuto il tempo di pensare a me, io ho deciso di prendermi cura di mio nipote come se fosse mio figlio, ed è quello che intendo fare. Quando i test di gravidanza sono risultati positivi, io non ho avuto il tempo di pensare che fossi troppo immatura, io mi sono presa sin da subito le mie responsabilità, cosa che lui ha fatto credere di avere fatto, ma che, alla fine, non ha davvero fatto... e lo odio, lo odio profondamente per questo... eppure ciò che provo per lui non svanisce.

Sono venuta al parco con Dylan, lo sto spingendo sull'altalena... vederlo sorridere e vederlo felice fa sorridere ed essere felice anche me.

«È stato quel coglione a renderti così triste?» mi giro a guardare Hunter, ma riporto lo sguardo subito su Dylan: lo stavamo aspettando.

Caleb sta andando a scuola, è questo che voleva... anche se aveva detto che l'avrebbe lasciata per lavorare, alla fine sta facendo sì che il suo sogno si avveri, e con una famiglia sulle spalle non sarebbe mai riuscito a lasciare questa cittadina come ha sempre sognato di fare, invece, in questo modo, sarà più facile riuscire ad andare al college tutto da solo, continuare a divertirsi, comportarsi come un normale ragazzo della sua età, trovare lavoro chissà dove e, poi, dopo, solo dopo, mettere su famiglia.

È un incoerente, prima dice una cosa, poi cambia idea, poi scompare facendoti credere che tornerà, e poi ti lascia per messaggio dicendo che ci ama. Ma dove ci ama? Dove?

«Lo sai cos'ho sempre voluto fare?» gli chiedo.

«Che cosa?» mi chiede avvicinandosi e iniziando a spingere lui Dylan.

«Andare a vivere in una grande città dove quelli che ti conoscono sono soltanto i tuoi vicini, che in realtà di te non sanno niente, e diventare qualcuno nella vita... il mio futuro l'ho sempre visto fuori da questa cittadina in cui tutti si conoscono, ma ora il mio futuro lo vedo in Dylan, e nella bambina che a breve arriverà, e non mi importa niente di dove devo vivere, se in questa cittadina o in una grande città... a me basta stare con loro.» gli confesso.

Diciamo che non ho molte persone con cui confidarmi... anche se ho "risolto" con Lily, comunque non torneremo mai più amiche, Farrah, beh... ha dimostrato di volermi bene, e anche io gliene voglio, ma non la conosco ancora abbastanza per parlarle delle mie cose, anche perché so che è affascinata da David e, prima o poi, si metteranno insieme. I miei genitori stanno già facendo troppo per me, non posso anche sfogarmi con loro, quando i primi a farlo dovrebbero essere loro con me. Caleb è sparito, ci ha lasciati, e resta solo Hunter, che anche se non conosco bene, comunque non andrebbe a raccontare a nessuno i fatti miei.

«Abbiamo una cosa in comune, allora.» mi dice voltandosi a guardarmi: «Dimmi cos'è successo senza girarci intorno.»

«Layton mi ha lasciata anni fa, e quando finalmente l'ho ritrovata mi ha lasciata di nuovo... per ben due volte. I miei genitori stanno facendo fin troppo per me, e... anche Caleb mi ha lasciata, ci ha lasciati. Secondo te una persona che dice di amarti ti può lasciare così facilmente?» gli chiedo scoppiando di nuovo a piangere.

Non voglio che Dylan mi veda così, e per tutto il giorno mi sono nascosta in qualche modo, ma ora... non ce la faccio a trattenermi.

Si avvicina a me e mi abbraccia dandomi dei dolci baci tra i capelli, so che sta cercando di aiutarmi da quando ancora ero soltanto la zia adolescente di suo figlio che si stava prendendo cura di lui, ma ora ci conosciamo un po' di più e comunque è l'unico tra tutti che è ancora qui.

«Allora perché non partiamo?» mi chiede allontanandosi e prendendo il mio viso tra le sue mani, corruccio la fronte non capendo che cosa intende: «Io, te e Dylan. Troviamo un bel posto prima che la bambina nasca e staremo bene... ci conosceremo piano piano, e poi non so cosa accadrà, ma per i bambini ci sarò io, perché anche io ci vedo il mio futuro quando vi guardo.» non me l'aspettavo.

Lui è il papà di Dylan, e se quello che vuole è partire, non potrei fargli cambiare idea, e anche se mi permetterà comunque di vederlo, vivrà comunque con il genitori che ha la sua piena custodia, ma, tralasciando per un attimo questo... mi sta chiedendo di andarcene via insieme, perché oltre ad essere ciò che vuole lui, visto che non gli piace questa cittadina, sa che è ciò di cui ho bisogno io, perché non voglio che la gente parli di me e dei bambini, non voglio che mia figlia debba crescere a pochi metri dal suo vero padre senza nemmeno saperlo, senza potere avere tutte le gioie che avranno gli altri bambini con accanto i loro papà.

«Ei, ti vuoi davvero prendere la responsabilità di una ragazzina e di due bambini?» gli chiedo sorridente.

«Questo ed altro per voi tre.» mi dice sorridente, lo abbraccio subito.

Io non mi sto approfittando né di lui e né della situazione... sto solo pensando al mio bene, ma soprattutto a quello dei miei figli.

«Partiamo.» sussurro tra le sue braccia.

Anche se è una scelta presa su due piedi, so che è la cosa migliore per tutti.

Nonostante tuttoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora