Capitolo 10

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Sto piangendo, non so che cosa fare, non... non ci capisco niente, vorrei non essere sola, non posso farcela. E poi accade l'impossibile: da un'auto scendono Farrah, che ho chiamato io, Caleb e David. Io ho chiamato lei, non so perché lei sia venuta con loro, non dovevano venire loro, no.

Oggi Layton mi ha dato la certezza che, come hanno sempre detto mamma e papà, non mi posso fidare di lei, perché lei non ha mai smesso di amare quel pazzo che l'ha cambiata, che l'ha lasciata... e ciò mi fa credere che lei sia pazza quanto lui, se non di più.

«Cos'è successo?» mi chiede Farrah sedendosi sulla panchina accanto a me.

L'unico motivo per cui l'ho chiamata è che ho litigato con i miei genitori per telefono e scegliere tra lei o Caleb è stato semplice, ma, a quanto pare, alla fine ha avvisato lei lui, e non avrebbe dovuto farlo.

«Niente.» mi asciugo in fretta le lacrime mentre tengo Dylan stretto tra la mie braccia, si è addormentato da poco: «Ho i piedi gonfi e la bambina è particolarmente agitata oggi, non riesco a guidare e speravo che, in qualche modo, mi avresti potuta aiutare.»

«Lui chi è?» mi chiede David, indicando il bambino che ho in braccio.

Dopo mezz'ora che Layton se n'era andata, l'ho chiamata per capire quanto mancasse, ma quando mi ha risposto ho capito che qualcosa non andava: mi ha spiegato che non ha mai voluto questo bambino, che non ha potuto prendere una scelta come ho fatto io, che ha scoperto troppo tardi di essere incinta e che lei non riusciva a prendersene cura, quindi per lei lo facevano delle sue amiche, che però, stanche di prendersi cura di un figlio non loro, hanno iniziato a chiederle soldi... poi, quando l'ho chiamata avvisandola del ritorno di Manley, ha capito che doveva tornare da lui perché, cito, "noi ci apparteniamo", ma in quel noi non c'entra il povero bambino che ha messo al mondo e del quale non si conosce nemmeno il padre, per cui, visto che comunque è suo figlio, non vuole che a crescerlo sia uno sconosciuto, e visto che sa che i nostri genitori non accetterebbero mai, ha pensato a me. Sapeva che io non avrei mai accettato, quindi ha pensato bene di prendermi in giro e di abbandonare il bambino a me, dicendomelo per telefono, scusandomi, e chiedendomi di essere, per entrambi i bambini, una madre migliore di quanto lo sia stata lei. I miei genitori hanno dato di matto, in primis perché non sarei dovuta venire qui senza dirglielo, soprattutto dopo aver tenuto nascosto ciò che è successo con Manley, e che sono così arrabbiati da chiedermi di tornare domani a casa, quindi penso non mi, anzi, non ci vogliano a casa stasera.

Che cosa dico?

Accarezzo dolcemente la sua schiena mentre sta accoccolato a me senza riuscire a dire niente.

«Ei, è tardi e lei è stanca. Voi tornate a casa con la mia auto, io cerco un motel e ci fermiamo qui per stanotte, torniamo a casa domani.» dice Caleb, forse rendendosi conto che non sono in vena di parlare.

«Perché non tornate voi a casa? Posso...» propone Farrah.

«Con lei ci sto io, tieni.» Caleb passa le chiavi al suo migliore amico che, senza problemi, sale in macchina e aspetta che la ragazza faccia lo stesso.

«Ci vediamo domani Bristol... se hai bisogno chiamami.» mi dice accarezzandomi la spalla e andandosene.

Lo so che questo sembra un film... un film assurdo in cui mi sono trovata ad essere incastrata dalla mia stessa sorella, ma comunque sia lui è mio nipote, e non voglio abbandonarlo come ha fatto la madre, perché è solo un povero bambino innocente che non ha fatto nulla di male e che non si merita una cosa del genere. Io che sto per diventare madre non potrei mai abbandonare la mia bambina, anche se si trattasse di affidarla a mia sorella o a mia madre.

«Dovevi chiamare me. Lei vive qui da poco e ha cercato David perché non sapeva che cosa fare e come raggiungerti. Cazzo, dovevi chiamarmi e sai che sarei venuto qui subito, e non inventarti stronzate come hai fatto con lei perché sto per spaccare tutto.» sbotta lui stando in piedi davanti a me.

«Sono stanca... possiamo andare a riposare?» gli chiedo in un sussurro.

«Col bambino? Bristol di chi è?» mi chiede.

Qualunque cosa io gli dica lui non potrebbe capire, per cui mi alzo e lui si avvicina subito a me guardandomi e scuotendo la testa.

«Lo prendo io.» sussurra prendendolo in braccio: «Andiamo alla macchina... e se non vuoi parlarne dovresti dirmelo.»

«Non voglio parlarne.» sussurro mentre iniziamo a camminare.

«Okay...» mi prende la mano e intreccia le nostre dita, lo guardo sorpresa, ma lui continua a camminare come se nulla fosse.

Mia sorella ha fatto una pazzia e non ho intenzione di giustificarla, non troverò mai un motivo valido che la giustifichi per aver abbandonato suo figlio, e ora ho paura di ciò che accadrà domani perché so che i miei genitori daranno di matto non appena mi vedranno e mi metteranno davanti ad una scelta... una scelta che io, su due piedi, non riuscirò a prendere da sola.

«Ce la fai a camminare? Ti prenderei in braccio, ma c'è il bambino e...» sorrido, vista la sua gentilezza.

«Non preoccuparti, ce la faccio. La macchina è vicina.» lo rassicuro, quindi lui stringe di più la mia mano: «Lily non si arrabbierà?» gli chiedo consapevole di quello che potrebbe succedere se lei scoprisse che siamo insieme.

«Non voglio parlare di lei.»

«Okay... grazie per essere venuto qui.»

«Sono poche le persone per cui mi farei due ore di macchina in poco più di un'ora.» mi risponde, girandosi a guardarmi sorridente: «Anzi, ora che ci penso... lo farei solo per te, e l'ho fatto. Pensi che non mi meriti almeno una spiegazione?»

Ci sono volte, la maggior parte, in cui non capisco se sia serio o meno, ma non posso di certo chiedergli se lo è, visto che, sicuramente, se la prenderebbe.

«Forse... ma non ora.» gli rispondo.

«Non ora...» sussurra, consapevole del fatto che, comunque, prima o poi gli spiegherò tutto, e con tutto, intendo proprio tutto.

Non mi ero nemmeno accorta che, da quando l'ho visto, mi sono calmata e non sto più piangendo, ma sorrido... quel sorriso che mi fa spuntare solo lui, e non capisco nemmeno come faccia.

Nonostante tuttoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora