Sono seduta sull'altalena nel parco buio e silenzioso... è sera, ma non mi andava di stare a casa, quindi sono uscita a fare una passeggiata e sono arrivata qui.
Sono giovane, avevo ancora tempo per ciò che, invece, sta accadendo ora nella mia vita: ad appena diciassette anni mi prendo cura di mio nipote come se fosse mio figlio, sono incinta, e... io e quello che penso sia il mio ragazzo viviamo insieme. A volte penso che sia troppo, poi però guardo Dylan, guardo Caleb, penso a quando ci sarà anche la bambina, e penso che la mia vita non avrebbe senso senza di loro.
«Non pensavo di trovarti qui.» mi giro a guardare Lily, seduta sull'altalena accanto a me: «Io non ho più smesso di venirci, nonostante tutto.» mi confessa subito, lasciandomi di stucco.
Era un appuntamento fisso per entrambe: da quando ci siamo conosciute, dopo cena venivamo sempre qui, parlavamo e poi tornavamo a casa... sono sorpresa di sapere che lei ha continuato comunque a farlo, mentre per me non aveva tanto senso. Stasera mi sono ritrovata qui senza che me ne rendessi conto.
Sta guardando dritto davanti a sé, credo che non guardarmi la aiuti a parlare con più facilità, perché non mi guarda negli occhi, per cui guardò anche io davanti a me.
È lei quella cattiva, la stronza che per anni non mi ha lasciato in pace, eppure penso che la cosa peggiore tra le due l'abbia fatta io, perché sono andata a letto con il suo ragazzo e quell'unica volta sono rimasta incinta.
«Ho saputo che Caleb vive con te, adesso.» mi dice.
«Mi dispiace tanto, Lily... so che non mi credi, ma mi dispiace davvero.» le dico io.
Nessuno merita un tradimento simile... se non fossi rimasta incinta probabilmente io lo avrei tenuto solo per me per sempre, tanto Caleb non si sarebbe mai reso conto che ero io la ragazza con cui aveva passato la serata e con cui era stato così bene, e sono sicura che le cose sarebbero andate diversamente, e meglio. Sono un peso per i miei genitori, a causa mia Caleb è stato sbattuto fuori di casa dai suoi genitori e ha lasciato Lily, perché io non do la colpa al fatto che sia rimasta incinta, ma do la colpa a me... che sarei dovuta rimanere lucida e non entrare in quella stanza con lui.
«Pensi che io e Caleb saremmo durati? Era da un pezzo che dovevamo lasciarci, perché non siamo mai stati davvero bene insieme... a malapena lo facevamo... in fondo ho sempre notato che aveva sempre lo sguardo su di te.» mi confessa di nuovo.
Dice sul serio?
Mi sarei aspettata urla e spintoni, insulti a non finire, credevo che mi avrebbe reso un inferno l'ultimo anno di liceo peggio di quanto ha fatto in passato, invece... è tutto diverso.
«Scusami tu se ti ho spinta, ho esagerato.» le sorrido.
«Me lo sono meritata.» sussurro.
«Ei, perché sei qui? Dico sul serio. C'è Caleb Phillips a casa che ti aspetta, e tu te ne stai qui con me?» mi chiede facendomi ridere.
Non stiamo diventando amiche, non torneremo mai più amiche, questo è chiaro, ma questo non significa che non possiamo parlare e scusarci a vicenda per tutto il male che ci siamo causate.
Mi alzo e la guardo, non so che dire, forse l'ha capito, perché mi sorride e allunga la mano verso di me.
«Stai per diventare madre, e non ha più senso che io ce l'abbia con te... hai vinto, Caleb è tuo, sarete dei genitori fantastici.» mi sorride.
Il tono con cui mi parla non sembra per nulla arrabbiato, anzi, sembra felice per noi, perché, come ha detto prima, tra loro non ha mai funzionato davvero.
«Grazie.» le dico, prima di girarmi e incamminarmi verso casa.
Sotto sotto sono felice di averla incontrata e di aver avuto un confronto con lei senza la presenza di nessun altro, perché credo che il suo modo di fare negli ultimi anni sia stato dovuto anche al fatto che intorno a noi ci fosse sempre qualcuno da cui lei doveva farsi notare, ma stare da sole come una volta ci ha aiutate, e ora so che non mi dovrò preoccupare di lei, né per il fatto che mi avrebbe reso la vita impossibile più di prima, né che ci avrebbe provato con Caleb in mia assenza.
Tornata a casa, prima di entrare in camera mia, vado in bagno a darmi una rinfrescata e a cambiarmi, così sono pronta per mettermi a letto, e quando esco dal bagno vedo Caleb uscire dalla stanza di Dylan, quella che prima era di Layton, entriamo insieme in camera e, mentre io mi metto a letto, lui si spoglia restando in boxer. Averlo qui, oltre ad essere più facile per me perché altrimenti sarebbe complicato occuparmi di tutto da sola, è anche bello, perché è come se fossi completa, come se non mi mancasse più nulla.
«Si è addormentato?» gli chiedo.
«Chiedeva della mamma... credo volesse te.» sì, mi ha già chiamata un paio di volte mamma.
Sentirsi chiamare mamma è una gioia indescrivibile che solo chi è madre può capire, ma non so a che cosa pensare quando a farlo è Dylan. Mi rende felice, sì, sono probabilmente la prima persona, insieme a Caleb, che non l'ha mai lasciato sin da quando l'ho conosciuto, quindi è logico che mi confonda per sua madre, ma... non so se sia giusto.
Si avvicina a me e mi da un bacio a stampo, sono rare le volte in cui mi bacia, ma che sia un semplice bacio a stampo, o uno più passionale, mi fa sempre provare delle sensazioni indescrivibili e bellissime.
«Quando sarai tu a baciarmi?» mi chiede.
«Non ho... ancora capito che cosa siamo, noi due.» gli confesso, ma, d'altronde, dovevo farlo, ora spero solo che riesca a darmi una risposta concreta.
«Viviamo insieme, dormiamo insieme, si può dire che abbiamo due figli, e ancora non capisci che cosa siamo?» mi chiede avvicinandosi di più a me: «Sei la mia vita, Bristol Campbell.»
«E tu la mia, Caleb Phillips.» gli rispondo, dando quindi inizio ad un bacio pieno di passione.
E ti amo più di qualsiasi altra cosa al mondo.
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Nonostante tutto
RomanceBristol ha diciassette anni ed è innamorata da sempre del ragazzo più popolare della sua scuola, del quale è incinta. Più tempo passa, e più è indecisa se parlargli del fatto che, presto, diventerà padre... ma, inaspettatamente, si ritrovano entramb...