Capitolo 2

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Accarezzo dolcemente il mio pancione mentre sto seduta alla fermata dell'autobus. Non abito molto lontano, di solito torno a piedi, ma oggi non ce la faccio proprio... mamma stamattina mi ha detto di prendere l'auto, ma ho preferito uscire a piedi, e ora, soltanto per due fermate, dovrò prendere l'autobus.

A scuola ho sperato di incontrare Caleb da solo, non per parlargli della gravidanza, perché non sarebbe stato né il luogo, né il momento giusto per farlo, ma per chiedergli di incontrarci da qualche parte o di venire da me per parlare... ma è stato impossibile. Tra tutti che chiedevano informazioni su "chi ha messo incinta lo spaventapasseri" e lui che un momento prima lo vedevo, un momento dopo spariva nel nulla. Ci riproverò domani, e se entro una settimana non sarò riuscita a parlarci, andrò direttamente a cercarlo a casa sua.

Un'auto si ferma davanti alla fermata, alzo lo sguardo vedendo che si tratta di Caleb, oh mio Dio... sposto lo sguardo da lui facendo finta di niente, nel frattempo cerco di calmarmi visto che ho il cuore a mille.

«Sali. Sta arrivando un temporale e il prossimo autobus è tra un'ora.» mi dice.

È serio?

L'ultima volta che è stato gentile con me forse eravamo alle scuole elementari, o alle scuole medie, è stato così tanto tempo fa che nemmeno ricordo quando.

Questo è il momento perfetto per riuscire a parlargli da sola, quindi mi alzo pentendomi di non avergli chiesto se fosse serio e raggiungo la sua auto mettendomi accanto a lui, che parte non appena ho allacciato la cintura.

«Quando Sasha era incinta mi chiedeva di andarle a prendere un hamburger da Paxy's... ne vuoi uno?» mi chiede facendomi voltare verso di lui, lo fisso per un po' incredula, lui si volta per un attimo ma poi riporta lo sguardo sulla strada.

«Mi stai prendendo in giro?» gli chiedo confusa, non capendo le sue intenzioni.

Sasha è sua sorella maggiore, abita nella casa accanto alla sua con il marito e i figli. È una brava persona, quest'estate ho fatto da baby-sitter un paio di volte ai bambini.

«So che io e te non siamo mai stati grandi amici, ma per tutto il giorno tutti non hanno fatto altro che starti addosso, fissarti e... lo vuoi un hamburger o no? Guarda che non sarò sempre così gentile.»

Sono sorpresa del fatto che abbia notato il modo in cui tutti si sono comportati con me e che ora stia cercando di essere gentile solo per questo, ma lo apprezzo, perché se nessuno mi avesse calcolata per tutto il giorno, sono sicura che ora sarei ancora seduta su quella vecchia panchina da sola.

«Sì... grazie.» sussurro ancora incredula.

Sotto sotto io so che Caleb è una bella e brava persona, solo che finge di essere uno stronzo davanti ai suoi amici e alle ragazze, ma non è come loro.

L'auto si ferma di fronte a Paxy's è un locale in cui si mangiano gli hamburger più squisiti della città, si bevono i milkshake più buoni e ci si diverte ad ogni età. La proprietaria è una dolce signora sempre gentile con tutti, anche con chi non se lo merita, ma con la vecchiaia ora si sta facendo lentamente da parte per lasciare il posto ai figli, che sperano e che spera possano mandare avanti in modo eccellente il suo locale. Scendo portandomi dietro lo zaino in cui tengo anche i soldi e lo seguo all'interno, ci sono un paio di persone sedute a mangiare, ma nessuno ci nota particolarmente, andiamo quindi a sederci ad un tavolo, l'uno di fronte all'altra, e prendo il menù.

Io non penso che l'abbia fatto solo per me, venire qui... so che non va d'accordo con i suoi genitori, probabilmente cerca di passare meno tempo possibile in casa, e per ciò usa me... evitando di restare da solo e fare la figura dello "sfigato". Per me non lo è, ma per i suoi amici sì, se lo vedessero seduto ad un tavolo da solo... ora che ci penso, mi chiedo cosa penserebbero tutti se ci vedessero qui insieme.

Nonostante tuttoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora