Epilogo

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Mi siedo di fronte a lei, anche se a separarci c'è una lastra di plastica, ed entrambe prendiamo quella specie di telefono con filo che ci permette di comunicare.

Negli ultimi dieci anni sono cambiate molte cose: Dylan ha ormai ventiquattro anni, è il ragazzo più bello del mondo, dopo il diploma per fortuna non ha seguito le orme mie e di suo padre ed è andato al college, si è laureato in economia l'anno scorso e poi è tornato a casa trovando ben presto lavoro. Ha avuto un paio di ragazze serie, le abbiamo conosciute, ma per ora è solo e vive con noi così da riuscire a mettersi da parte dei soldi e trovare un posto per sé più avanti. Della sua storia non ne abbiamo mai più parlato dopo quel giorno in cui gli ho raccontato tutta la verità, ma per fortuna lui non si sente diverso dagli altri e ci vuole molto bene come ha sempre fatto, io e Caleb siamo sempre i suoi genitori. La mia dolce e tenera Sophia ha ventidue anni, è all'ultimo anno di college e non ha nessuno di importante nella sua vita... è una ragazza solitaria, non le è mai piaciuto uscire e fare nuove amicizie, infatti credo che reputi Dylan il suo migliore amico. Studia per diventare dottoressa e siamo molto fieri di lei, così come lo siamo anche dei suoi fratelli. Azalea ha tredici anni, di carattere è l'opposto di sua sorella, si trucca e ruba i miei vestiti così che possa indossarli lei, immagino che con l'arrivo al liceo dovremo stare attenti con lei, ma le vogliamo molto bene. Il nostro ultimo figlio, Caleb, soprannominato Junior, ha quasi dieci anni ed è molto attaccato sia a me che a suo padre, cerchiamo di stare il più possibile con lui perché quando sarà cresciuto non ci dedicherà più molto tempo, esattamente come gli altri, soprattutto Azalea... poi c'è Hunter, in pratica un quinto bambino per noi... almeno non ci ha mai lasciati come ha promesso tanto tempo fa: con il passare del tempo si è reso conto, nonostante a noi non desse fastidio, che la sua presenza in casa era troppo, per cui ha fatto una cosa totalmente inaspettata: ha comprato una roulotte e l'ha messa nel nostro giardino... in questo modo porta lì tutte le ragazze che vuole senza che i ragazzi vedano uscire dalla sua stanza una ragazza diversa ogni mattina e ha il suo spazio, così come noi abbiamo il nostro, e lui e Caleb sono praticamente migliori amici, non vivono l'uno senza l'altro, infatti hanno ideato insieme questa cosa della roulotte nel nostro giardino. Caleb invece è buono con i nostri figli e con me, non è più geloso e manesco come una volta, per fortuna, e allena anche la squadra di football in cui anni fa giocava Dylan e in cui ora gioca Junior. Anche se di matrimonio non ne abbiamo mai parlato, siamo felici così e non dobbiamo cambiare niente. Mi ha dimostrato di essersi davvero pentito di averci lasciato, tanto tempo fa, ed è rimasto sempre al mio fianco, nel bene e nel male, da quando quella sera ci siamo rincontrati in quella stazione di servizio, amandomi sempre più del giorno prima.

Qualche mese fa ho ricevuto una chiamata dal carcere del Montana, l'ho accettata nel sentire, con sorpresa, che si trattava di Layton, mia sorella, colei che non sentivo da... beh, una vita in pratica, visto che, l'ultima volta che l'ho vista Sophia non era nemmeno nata: era il giorno in cui Hunter ha picchiato Manley e l'ha convinta a firmare le carte così da dare la piena custodia a lui. È stato assurdo risentirla e rendermi conto che mi aveva contattata soltanto perché ero l'unica che l'avrebbe aiutata, ma se fosse stato per me non l'avrei mai fatto, infatti non l'ho fatto per lei, bensì per mamma, perché da quando sono madre posso solo immaginare come mi sentirei se Dylan, o Sophia, o Azalea, o Junior sparissero nel nulla... ma soprattutto se sapessi che sono loro a non volersi fare vivi nemmeno con un semplice messaggio... e un po' per i miei figli, perché se in futuro uno di loro dovesse aver bisogno di aiuto vorrei che si dessero una mano a vicenda, e se voglio che accada devo dare loro il buon esempio.

«Allora come stai?» le chiedo.

Lei e Manley non avevano soldi, hanno rapinato una stazione di servizio, ma anche se indossavano un passamontagna, la loro auto è stata ripresa dalle telecamere, quindi in poco tempo la polizia li ha trovati e li ha arrestati. Non ho idea di dove sia lui, e nemmeno mi importa.

«Bene. L'altro giorno ho sentito mamma e papà, verranno presto a trovarmi.» mi risponde sorridente, ma non so nemmeno se fidarmi di lei, visto che, come tutti, temo che, una volta uscita da qui, torni insieme a quel pazzo: «I miei nipoti come stanno? Vorrei conoscerli, un giorno. Pensi che gli piacerei?»

«Può essere.»

«Dylan non sa di me, vero? Perché ho cercato di eliminare tutti i ricordi più assurdi che avevo.» mi chiede facendomi sospirare.

Dylan ormai è grande, ma nonostante questo ha deciso comunque di rimanere con noi. Vedere Hunter non gli fa né caldo e né freddo, continua a chiamarlo zio e ovviamente nessuno sa di quella storia, nemmeno Sophia, perché questo è ciò che lui ha deciso. Quando ha saputo di Layton non mi è sembrato particolarmente interessato, anzi, era più preoccupato per me, che non venissi usata da lei, visto che ha sentito Caleb e Hunter parlarne male.

«Non preoccuparti...» non c'è bisogno che sappia che lui sa tutto: «Sono venuta solo per assicurarmi che stessi bene, ora devo andare.»

«Grazie, Bristol, dico sul serio. Sei la sorella migliore del mondo, e anche la mamma migliore del mondo. Ti voglio bene.» mi dice.

«Non c'è di che.» le dico prima di mettere a posto quella specie di telefono e alzarmi per andarmene.

Sono fredda, me ne rendo conto, ma ogni volta che la guardo ci vedo solo la sorella che mi ha lasciata, la mamma che ha abbandonato suo figlio, la stronza che non ha più pensato a nessuno se non a sé stessa.

Una volta uscita prendo il cellulare dalla borsa vedendo che Caleb mi ha scritto, faccio un piccolo sorriso mentre apro il telefono... sotto sotto mi sento ancora quella ragazzina timida ed indifesa, innamorata persa di Caleb Phillips: arrivi per pranzo?

Sto arrivando. Gli rispondo subito.

Sta' attenta. Ti amo.

Ti amo anche io. Metto via il cellulare e sorrido.

Caleb Phillips me ne ha combinate di ogni... mi ha reso la vita a scuola, insieme ai suoi amici, un inferno... mi ha messa incinta e poi si è scordato di essere stato a letto con me, si è ingelosito, ha deciso di prendersi cura di un bambino di due anni con me, ha scoperto di star per diventare padre e ha deciso di rimanermi accanto, poi mi ha lasciata, dopo anni è tornato, si è fatto perdonare, mi ha resa madre altre due volte, mi ha dato una famiglia, mi ha dato ogni cosa di cui io avessi bisogno, e ogni giorno continua ad amarmi come se fossimo ancora quei due ragazzini di diciassette anni pieni di problemi. Nonostante tutto io rifarei tutto da capo, ognuna di queste cose, anche se non sapessi che per noi andrebbe a finire in questo modo, io nonostante tutto rifarei ogni cosa perché lo amo, l'ho sempre amato, non smetterò mai di amarlo, e sogno per i miei quattro figli esattamente questo: di trovare nella loro dolce metà una persona come Caleb, perché, nonostante tutto, nonostante mi abbia lasciata, pentendosene, è riuscito a dimostrarmi che mi ama davvero, e che i suoi sentimenti crescono giorno per giorno ancora oggi, e sarà sempre così.

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Nonostante tuttoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora