Capitolo 6

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«Sabato prossimo andiamo a mangiare sushi, ti va?» mi chiede Farrah mentre usciamo da Paxy's.

Io, lei e i ragazzi ci siamo divertiti a mangiare insieme, anche se spero che nessuno ci abbia scattato foto da fare vedere a Lily e alla ragazza di David, e ora stiamo uscendo così da tornare a casa, anche perché si è fatto tardi e non vedo l'ora di mettermi a letto.

«Mi piacerebbe, ma per via della gravidanza non posso mangiare pesce crudo... possiamo rimandare di qualche mese?» le chiedo facendola subito annuire.

«Ti porto io a mangiare sushi.» le dice David.

«Se è un doppio senso sappi che non sei il mio tipo e preferisco mangiare da sola.» gli risponde lei.

I due si mettono a discutere facendomi ridere, anche Caleb ride e scuote la testa, mettendosi poi di fronte a me.

Negli ultimi giorni è abbastanza strano... di solito non mi guarda nemmeno in faccia, mentre ora, che è sabato sera, ha appena finito di cenare al mio stesso tavolo ed è ancora qui con me. È abbastanza strano, ma anche bello, e spero che non mi stia per salutare.

«Sembri stanca... vieni, ti do un passaggio.» mi dice, come se fosse preoccupato per me.

«Torno con Farrah, non preoccuparti.» gli rispondo guardandola mentre continua a discutere con David.

«Lasciali soli, ci pensa lui ad accompagnarla. Forza Bristol.» non capisco perché insista così tanto.

Devo capire che cosa sta succedendo. Potrei pensare che vedendomi finalmente col pancione si è ricordato di quella notte e voglia starmi vicino per questo, ma non vedo perché non parlarmene... no, ci deve di sicuro essere altro sotto.

Mi fissa con quei suoi occhi castani bellissimi ai quali non posso di certo dire di no, per cui mi schiarisco la voce e i due si voltano verso di me.

«Grazie per la serata. Caleb si è offerto di accompagnarmi a casa, quindi...» le dico facendola annuire.

«Oh, sì sì sì, grazie a te, vai, andate... divertitevi! Cioè, buonanotte.» dice arrossendo.

Ma che ha capito?

Penso che, nonostante le abbia detto che tra me e Caleb non c'è niente, sia convinta che invece ci sia qualcosa... può pensare quello che vuole, l'unica cosa che mi importa è che non vada in giro a raccontarlo a chiunque altro perché non è vero, ma qualcuno potrebbe crederci e poi chi si subirebbe Lily se non io...

Faccio un cenno a David che la segue, quindi io mi giro e raggiungo l'auto insieme a lui, su cui entrambi saliamo. Mette in moto ed esce dal parcheggio mentre io guardo fuori dal finestrino e accarezzo la pancia.

Quando ho scoperto di essere incinta avrei voluto avere qualcuno con cui parlarne, ma Lily è diventata una stronza che mi parla solo per prendermi in giro, Layton non si fa viva da tempo, e lui, beh... non ha idea di quanto avrei voluto averlo vicino in quel momento, o quando l'ho detto ai miei genitori, alla prima ecografia, ad ogni ecografia, e in ogni momento importante degli ultimi mesi...

«Ci andrai al college?» mi chiede, per fortuna, visto che questo silenzio stava diventando imbarazzante.

«Non lo so... ho promesso ai miei che non avrei abbandonato gli studi, ma sarà difficile con una figlia, quindi, probabilmente, mi prenderò un anno sabbatico.» gli rispondo.

«Se hai deciso di tenerla, perché non chiedi al padre di tenerla mentre tu sarai a lezione?» mi chiede.

La tieni tu, Caleb?

Appoggio la nuca al sedile e mi giro verso di lui, a volte, mentre sono con lui, mi chiedo se sia tutto vero o se mi stia immaginando tutto... poi mi rendo conto di essere davvero con lui e passo tutto il tempo a chiedermi quali siano le sue intenzioni, perché non mi è chiaro, e con la situazione in cui sono, l'ultima cosa di cui ho bisogno è che lui mi prenda in giro solo per puro divertimento. Si ferma al semaforo rosso e anche lui si volta a guardarmi, i suoi occhi guardano dritto nei miei, cosa che prima non accadeva mai, mentre negli ultimi giorni lo fa spesso.

Se Layton fosse qui mi darebbe la forza di parlare con lui e dirgli la verità, altrimenti non si farebbe problemi a parlarci lei stessa, invece lei non c'è e io ho paura che, parlandoci, mi darà soltanto la conferma che lui non vuole saperne niente e che quindi nostra figlia crescere senza avere accanto suo padre.

«Il padre ti ha lasciata, vero?» mi chiede, ma io lo guardo senza rispondergli, quindi lui appoggia la mano sulla mia pancia facendomi venire gli occhi lucidi: «So quello che ti ho detto in questi giorni, ma se vuoi tenerla, non dovresti fare tutto da sola. Scusa, non sono affari miei, ma hai solo diciassette anni.»

«Tu come diresti a qualcuno che è già impegnato che porti in grembo sua figlia?» gli chiedo.

«Sei stata con uno impegnato?» mi chiede sorpreso.

«Uno impegnato e ubriaco che probabilmente non si ricorda di aver passato la notte con me, quindi se andassi da lui potrebbe pensare che è una bugia e mettere in giro chissà quali voci su di me... cosa che non mi importa, ma tra qualche anno, quando lei sarà grande, non voglio che le dicano chissà quale brutta cosa su di me.»

Tra tutte le persone con cui potrei confidarmi, non posso credere di starlo facendo proprio con lui, e proprio sull'argomento che lo riguarda...

La sua mano si sposta dalla mia pancia alla mia guancia, con la coda dell'occhio vedo che è scattato il verde, ma a lui non sembra importare, figuriamoci a me.

«Qualunque cosa dicano su di te, ci saranno comunque persone che ti conoscono e che non ci crederebbero, in primis la tua bambina.» mi dice iniziando ad avvicinarsi lentamente a me, ma io non voglio che succeda.

Lo conosco da ben diciassette anni, e in tutti questi anni non mi ha mai calcolata nemmeno per dirmi ciao, prima dell'altro giorno. Non so che cosa sia successo, ma non credo che una persona sia cambiata in questo modo a caso, senza avere nulla in mente, e visto che conosco meglio di quanto crede sia lui che i suoi amici, tutti molto bravi a prendersi gioco delle ragazze, non posso lasciarglielo fare.

Mi tiro indietro, lui rimane molto sorpreso da questo mio gesto, non posso sopportare il suo sguardo fisso su di me, per cui mi giro.

«È verde, dovresti partire.» gli dico.

Nonostante tutto lui ha una ragazza... sono stata stupida una volta, non posso esserlo di nuovo.

Riparte in silenzio e nessuno dice una parola fin quando la sua auto non si ferma davanti a casa mia, slaccio la cintura e mi volto a guardarlo, ma lui tiene lo sguardo fisso davanti a sé e stringe forte il volante, come se fosse arrabbiato. Apro la portiera e, prima di scendere, mi giro di nuovo verso di lui.

«Grazie per la serata e per il passaggio... ci vediamo lunedì a scuola.» non ricevendo una risposta da parte sua scendo e chiudo lo sportello, riparte subito e io sospiro.

Che hai in mente, Caleb Phillips?

Nonostante tuttoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora