Caleb
Non faccio altro che guardare foto di Dylan e di Bristol, di noi tre insieme, e mi trattengo dal salire in macchina e correre a cercarli, dovunque siano. So che tutti sanno dove si trovano, anche David grazie a Farrah, e per fino Lily, ma da una parte è meglio che non me l'abbiano detto, altrimenti in un momento di pazzia sarei potuto andare da loro.
Bussano alla porta della mia stanza, mi giro bloccando velocemente il telefono e guardo mia sorella, la quale mi ha ospitato in casa sua quando ho deciso di andarmene da casa di Bristol, perché non sarei potuto tornare dai miei genitori. Qui ho la mia stanza, continuo ad andare a scuola e passo del tempo con i miei nipoti, che a volte mi aiutano a non pensare a loro, mentre altre volte mi fanno sentire ancora di più la loro mancanza. Si si siede sul letto e mi guarda, spero non cerchi come al solito di farmi "sfogare" per aiutarmi, perché in questo modo non fa altro che peggiorare le cose. Io non voglio parlarne con nessuno, voglio solo restarmene da solo.
«Hai saputo?» mi chiede facendomi corrucciare la fronte.
Che cosa?
Giuro che se fosse successo qualcosa a qualcuno di loro ucciderò chiunque si metterà in mezzo e andrò a cercarli, anche se dovessi girato stato per stato, casa per casa.
«Cosa?» le chiedo, quindi lei prende il cellulare e me lo passa, quando lo prendo in mano mi vengono gli occhi lucidi.
«È lei?» le chiedo con un filo di voce.
«È nata tua figlia.» mi risponde.
È bellissima, è... uguale a Bristol, per fortuna, perché non volevo somigliasse a me... scorro le immagini vedendo tante foto, ce ne sono anche di Dylan con in braccio la piccola e una di loro tre insieme, ma... dal riflesso dello specchio vedo che non sono soli... c'è Hunter, quel grandissimo bastardo, senza maglietta che sta scattando la foto.
Perché è con lui?
Sapevo che erano partiti insieme, in questa cazzo di città è impossibile non scoprire qualcosa, ma pensavo che lei vivesse per i fatti suoi con i bambini e lui vivesse da un'altra parte, invece sembrano essere tutti insieme e... okay, devo pensare solo alla bambina che è nata.
«Sta bene? Come l'ha chiamata?» le chiedo.
«È sanissima, si chiama Sophia Celia Campbell.» le ha dato comunque il nome che avevamo scelto insieme...
Sorrido e continuo a guardare e riguardare le foto, non ne avrò mai abbastanza... non sono arrabbiato per il fatto che a me non ha scritto né mandato niente, perché il giorno in cui è partita io ho ascoltato quel messaggio che mi ha lasciato in segreteria e non le ho mai più risposto.
Il motivo per cui ho lasciato Bristol e i bambini è che con me non sarebbero mai stati bene... me ne sono andato da casa dei miei genitori per non dovermi preoccupare di nessuno, ma andare dai suoi, per quanto siano stati gentili, mi frenava molto. A diciassette anni non sognavo di vivere con i genitori della mia ragazza e di crescere due bambini, io ho sempre sognato altro per me, e so che sono stato uno stronzo e lei fa bene a non avvisarmi di ciò che succede, ma restare sarebbe stato complicato per tutti. Io sto continuando ad andare a scuola, do il meglio di me anche perché non sto più uscendo, quindi resto a casa e, non avendo molto da fare, studio... i professori dicono che, se continuassi così, potrei seriamente riuscire a farmi ammettere in un buon college con la borsa di studio e riuscire finalmente ad andarmene da qui, dove non tornerei più se non per venire a trovare mia sorella e i miei nipoti.
«Posso dirti dove vivono e puoi andare a trovarli. Non dico che devi restare lì, ma almeno potresti tenere in braccio Sophia.» mi dice, ma scuoto subito la testa.
«Stanno meglio senza di me.» sussurro ripassandole il cellulare.
Se andassi dove vivono adesso, primo incontrerei sicuramente Hunter e finirebbe come l'ultima volta, quindi mi sbatterebbero fuori, secondo non vorrei più andarmene, quindi è meglio che io resti qui e che non torni sui miei passi...
«Qualunque cosa sia successa tra di voi, sappi che i bambini non c'entrano.» mi dice prima di alzarsi e andarsene, lasciandomi di nuovo solo.
Lo so che loro non c'entrano, nemmeno Bristol c'entra... sono io il problema, e quello che nessuno vuole capire è che mi mancano terribilmente e sentire parlare mia sorella, David, Farrah e Lily di loro in continuazione non mi aiuta, anzi, peggiora di più le cose.
Tra qualche mese mi diplomerò e non aspetterò nemmeno l'autunno per partire. Voglio andare in un posto in cui nessuno mi conosce e non conosce nemmeno Bristol e i bambini, voglio vivere la vita normale di ogni ragazzo della mia età e non voglio che tutti cerchino di farmi andare da loro, perché sono abbastanza grande da decidere da solo, e io ho già preso la mia scelta: senza di me stanno tutti molto meglio.
Guardo il telefono vedendo che David mi sta mandando le stesse foto che mi ha appena fatto vedere mia sorella... a quanto pare sono stati tutti avvisati, ma non è un problema. Lo ringrazio e le apro mettendomi a guardarle di nuovo: sono tutti e tre così belli... spero solo che dove vivono ora siano felici e che lo saranno sempre, indipendentemente dal fatto che con loro ci sia Hunter o meno, comunque auguro loro tanta buona salute e tanta felicità, quella che io non sarei riuscito a dargli. Spero solo che, quando saranno grandi, lo capiscano.
È assurdo che, con tutte le ragazze con cui sono stato, e non me ne vanto, l'unica a restare incinta sia stata Bristol... forse il destino ci voleva insieme, ma non ha messo in conto il fatto che io non fossi pronto e che avrei spezzato il cuore a tutti loro, perché è questo che sono... è questo Caleb Phillips.
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Nonostante tutto
RomanceBristol ha diciassette anni ed è innamorata da sempre del ragazzo più popolare della sua scuola, del quale è incinta. Più tempo passa, e più è indecisa se parlargli del fatto che, presto, diventerà padre... ma, inaspettatamente, si ritrovano entramb...