Capitolo 48

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Mi sveglio, lentamente, in una stanza.

Sono viva...e ancora in questa stanza d'ospedale...

Ho una mascherina per l'ossigeno in faccia. Cerco di muovermi ma non ci riesco.

Nella stanza non c'è nessuno.

Il mio pensiero va subito a Tristan e alla sua 'compagnia'. Lui è morto mentre gli altri sono in prigione, ancora non riesco a crederci...è tutto finito.

«Sì! Grazie Victor.»

Sento una voce e sussulto.

Giro la testa e vedo Logan sorridere e chiudere la porta. Si gira verso di me e si blocca sul posto.

Lo osservo in tutto il suo splendore, e poi lui spalanca gli occhi. Esce e poi rientra, seguito da un medico.

«T-ti giuro Victor, si è svegliata» dice con gli occhi lucidi.

Il medico mi guarda e mi sorride.
Si avvicina a me e mi toglie la mascherina.

Sbatto gli occhi, più volte, e poi mi guardo ancora intorno.

«Amore mio...» sussurra incredulo prendendomi la mano.

«Q-quanto sono restata qua?» chiedo fissando un punto fisso.

«Tre mesi...» mi sussurra mentre io spalanco gli occhi.

No...non è vero..

«Dunque...un ragazzo le ha sparato e, fortunatamente, il proiettile non le ha colpito il cuore, e poi per il trauma di tutto questo...l'ha portata al coma» mi spiega il dottore mentre io annuisco leggermente spaventata.

Sono ancora sotto shock per tutto quanto...

«Vi lascio soli, dopo ritorno» Dice per poi andarsene.

«Come stai?» Mi chiede accarezzandomi la mano

«Adesso che tutto quanto è finito mi sento sollevata...ma comunque ho bisogno di qualcosa, o meglio, di qualcuno...» dico guardandolo tristemente.

Mi sento vuota...un vuoto dentro lo stomaco, sapere tutto questo mi distrugge...

«E di chi hai bisogno?» Nasconde un sorriso, sapendo già la risposta.

«Di te...» ammetto.

Lui si avvicina a me e mi prende entrambe le mani stampandoci sopra un bacio. Distoglie lo sguardo e poi vedo i suoi occhi riempirsi di lacrime.

Odio vederlo così...

«Logan...» sussurro

«Mi dici perché cazzo l'hai fatto Nicole? Avrei dovuto esserci io non tu! Avrei dovuto proteggerti, ma tu hai protetto me, non ne valeva la pena per un fallito come me!»

Inizia a urlarmi contro mentre le lacrime solcano il suo volto.

«Ogni giorno sono venuto qui! Ogni secondo, ogni minuto che passava, speravo che tu ti svegliassi!»

Io lo guardo sempre più sconvolta, io ho passato lo stesso, ma tre mesi sono tanti...E li ha trascorsi nella speranza del mio risveglio...

«Non dovevi farlo! Sei troppo importante per me...»

Lo tiro per un polso e lo faccio cadere su di me, abbracciandolo.

«Non sei un fallito...» gli sussurro.

«Mi dispiace...non sono più il Logan forte che conoscevi...»

Spalanco gli occhi e lo tiro su di poco per guardarlo negli occhi.

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