capitolo 9~nella tana dell'Angelo

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Qualcosa si posò sul mio naso. Aprii lentamente gli occhi. La piccola farfalla bianca era lì.
-Ah... Sei tu... Sei venuta di nuovo a farmi compagnia?- sorrisi lievemente. Avevo una forte emicrania. Non ricordavo molto di ciò che era successo prima che perdessi i sensi. Soltanto che Nina e i suoi amici erano stati nuovamente degli stronzi con me. Mi scostai le coperte dal corpo. La farfalla si spaventò a causa del mio brusco movimento e svolazzò lontano.
-No! Scusami... Ma... Un momento... Dove sono?- mi guardai attorno. Era una stanza molto illuminata. Le pareti completamente bianche, la moquette medesimo colore, i mobili anche. C'era una scrivania con una montagna di libri. Alcuni aperti, altri chiusi.
-Questa non è casa mia... Dove sono?- ebbi un tremito. Mi avevano rapita? Mi strinsi nelle spalle, portando le ginocchia al petto. Avevo freddo. Sentivo di nuovo la febbre addosso.
Stai calma. Ci sono io.
La sua voce... Era stato forse lui a salvarmi? D'improvviso la farfalla sparì e piccole palline di luce caddero lentamente al suolo. Era come assistere a una pioggia di cristalli. Fu bellissimo. Poco dopo apparse lui. Ero incantata, ogni volta che lo vedevo era più bello di quella precedente.
-Tu... Tu sei la farfalla?- annuì sorridendo.
-E quindi anche la luce che quel giorno mi ha fatto scendere la febbre- annuì nuovamente. Non potevo crederci. Allora non ero pazza. Non avevo nessuna allucinazione.
-Non sono vivo ma esisto. E sono qui di fronte a te- mi disse emanando un'aura radiosa. Mi alzai piano e con i piedi nudi, mi avvicinai. A causa dell'emicrania mi girava la testa, scivolai. Ma lui prontamente mi afferrò. Allungando le braccia sulla mia schiena. Ero circondata da quelle braccia lunghe e delicate e dal suo profumo di colonia. Gli toccai il viso. Scesi lungo la mandibola, risalii sulla linea del naso e poi sulla bocca carnosa.
-Hai una pelle morbidissima. Che prodotti usi?-
-Sono un angelo, non uso prodotti, ma grazie lo stesso- mi spostò delicatamente. Arrossii. Avevo invaso i suoi spazi.
-È tutto ok. Devo guarirti a quanto pare. È tornata la tua influenza- annunciò preoccupato. Mi aiutò a distendermi sul letto. Si sedette ai piedi.
-Cosa mi farai?- sorrise. Immaginò probabilmente la mia preoccupazione.
-Nulla di male, ti allevio il dolore- mise un pollice sulla mia fronte e premette leggermente. Mi chiese di chiudere gli occhi. Ebbi l'impressione che stesse recitando qualche preghiera sottovoce, ma non ne sono convinta.
-Fatto, apri gli occhi- lo feci, -che mi dici?- domandò inclinando la testa verso me.
-Sto meglio, è una magia-
-Non sono un mago-
-Sei un angelo, lo so. Ma da quanto tempo ti prendi cura di me? Da quando sono nata?- scoppiò a ridere fragorosamente. Feci una smorfia di indignazione.
-Gli angeli non vengono affidati alla nascita ma quando si presenta una situazione di difficoltà che non si riesce a sostenere- rivelò.
-Davvero? Allora ci dicono bugie...-
-Già, te l'ho detto che non devi guardare troppi film- sbuffai.
-Non ne guardo molti. Un tempo andavo matta per i drama ma adesso ho perso la voglia-
-Come mai?-
-Ho smesso di credere nel vero amore. Nella vera amicizia. Nelle persone in generale...-
-Questo è un grave errore- disse, manifestando il suo diniego, -ho detto che non devi guardare molti film ma non di smettere di sognare. È alito di vita. Smettere di sognare è un po'come privarsi dell'ossigeno per respirare- riflettei sulle sue parole.
-Quindi sei qui per questo? Per dimostrarmi che troverò l'anima gemella? Oh mio Dio!- mi misi le mani sulla bocca incredula, -sai già chi è vero? Si? Dimmelo, dimmelo!- alzò gli occhi al cielo e fece segno di no.
-Non so chi sia, ma posso sicuramente aiutarti a trovarlo- sorrise. Mi accasciai sul letto.
-E tu? Tu prima di morire avevi una fidanzata?- domandai curiosa. Il suo sguardo divenne cupo. Lo ferii. Dannata boccaccia che avevo. Parlavo senza riflettere e combinavo guai.
-Mi dispiace, non volevo ricordartelo...- scosse la testa.
-Io non ne ho mai avuta una, non ne ho avuto la possibilità- ammise con rammarico. Non gli chiesi più nulla. Sapevo che qualsiasi cosa avessi detto lo avrei ferito. E poi, in quel momento mi sentivo una merdaccia. Lui era morto, così giovane, e io non avevo avuto pietà. Forse amava davvero qualcuno ma non era riuscito a confessare i suoi sentimenti. Mi misi nei suoi panni. La sua condizione era peggio della mia.
-No, non è peggio. Io sono felice, sono felice comunque. Essere un angelo è meraviglioso- rispose, dopo aver letto i miei pensieri. Nei suoi occhi intensi brillò una luce. Avrei voluto tanto che anche i miei brillassero così.

Ciao lettori!
Grazie per avermi fatto compagnia anche in questo capitolo.
Se vi è piaciuto mettete una stellina o commentate, gradirei molto leggere i vostri pensieri. Come vi sembra il capitolo? Vi avviso che saranno tutti abbastanza corti ma ricchi di avvenimenti. Quindi non posso fare altro che consigliarvi di continuare la lettura e di darvi appuntamento a breve!
Un abbraccio.
Mya🌹

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