capitolo 18~ la gelosia di Tae

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Ero sdraiata sul mio letto con le gambe al petto. Stavo in quella posizione da un giorno, non avevo toccato cibo. I signori Choi erano molto preoccupati per me, venivano a farmi visita spesso ma io non rivolgevo loro la minima attenzione. Pensavo a mio padre che era morto e non avevo avuto possibilità di conoscerlo e a mia madre che nonostante mi trattasse come l'ultima ruota del carro, restava comunque colei che mi aveva messo al mondo. Faceva male sapere di essere soli sulla Terra. Avrei voluto almeno dire loro addio come si doveva, invece se n'erano andati da un giorno all'altro, senza fare rumore.
"Jisoo, posso entrare?". Era Bo Gum. Si alternavano spesso lui, Jihoon, Lisa e i genitori. Volevano convincermi a toccare cibo ma appena lo vedevo mi veniva la nausea. Bo Gum entrò lo stesso, anche se la mia risposta non arrivò.
"Che intenzioni hai? Vuoi seguire i tuoi genitori?" mi rimproverò appoggiando il vassoio sul cassetto.
"Capisco il dolore... Capisco tutto ma..."
"Tu non hai mai perso un genitore..." ribattei secca. Lui non rispose dapprima, poi si convinse.
"Ho perso i miei genitori appena nato. Mi sono salvato per miracolo da un incidente aereo...". Restai di stucco davanti a quella dichiarazione.
"Si, sono stato adottato Jisoo. Come vedi, anche io sono nella tua condizione, quindi ti capisco meglio di chiunque..."
"Io... Non pensavo..." fece un mezzo sorriso.
"Nessuno lo pensa, stranamente finché non viene a sapere la verità" dichiarò, "per cui non posso permetterti di stare così a lungo. Adesso ti alzi e finisci tutta la zuppa che mia madre ha accuratamente preparato per te" continuò, mettendola sotto il mio naso.
Il vapore che emanava mi entrò dritto nelle narici. Presi la ciotola e cominciai a sorseggiare.
Mi sporcai leggermente la bocca, quindi Bo Gum prese un fazzoletto e mi pulì. Non mi aspettavo quegli atteggiamenti amorevoli da parte sua, mi lasciò sorpresa. All'improvviso arrivò una ventata gelida in stanza, tanto che dovetti coprirmi con la coperta di pile.
"Hai lasciato la finestra aperta?" chiese Bo Gum, tremando come una foglia.
"No ma ti pare? Siamo in inverno".
D'improvviso apparse l'angelo Tae con uno sguardo omicida.
"Che state facendo voi due?"
"Nulla..." mi difesi.
"Con chi parli?" mi chiese Bo Gum. Mi ero dimenticata completamente di non dover parlare con l'angelo in presenza di altre persone.
"Ah no... Ragionavo ad alta voce". Bo Gum annuì con aria stranita, poi un'altra folata di vento lo colpì.
"Ecco bravo, alzati e vattene..." disse Tae, appena Bo Gum si avviò verso la porta.
"Questa stanza è troppo fredda, vedo di parlare con mamma per risolvere la cosa, continua a mangiare. Il piatto deve essere pulito..." mi raccomandò.
"Certo capo" fece una smorfia e mi lasciò sola con quel pazzerello del mio Tae.
"Ma sentila! Da quando in qua tutta questa confidenza?"
"Ma che ti prende?" gli lanciai un cuscino che lo oltrepassò.
"Non mi piace che ti sta attaccato 24 ore su 24" disse a braccia conserte.
"Ah... Quindi stai diventando geloso?" proruppi, con un'espressione che la sa lunga.
"Non mi guardare così... Non è come pensi, lui non è la tua anima gemella!"
"E chi è? Tu sei il mio angioletto, dovresti saperlo..." lo provocai. Arrossì leggermente, lo trovai molto carino.
"Ehm... Ancora non lo so ma lui non è sicuramente" rispose con aria orgogliosa.
"Siediti qui, sciocchino" lo invitai, spostandomi per dargli posto.
"Stai bene, vero?" mi domandò con gli occhi fissi sul pavimento.
"Grazie a voi... Sto molto bene..." mi rivolse un'occhiataccia.
"Perché voi..." si lamentò.
"Un angelo custode è sempre un angelo custode... Voglio dire, nessuno prenderà il tuo posto, mai e quindi puoi stare tranquillo" lo rassicurai. Tirò su col naso. Mi chiesi se si fosse commosso.
"Ultimamente ho il desiderio di diventare umano, e ogni giorno si fa più vivo che mai...". Il mio cuore perse un battito.
"E ciò ti spaventa?"
"Mi spaventa si, in fondo sono solo un essere immateriale, un qualcosa di astratto"
"Invece ti sbagli. Tu esisti finchè qualcuno crede in te. E al tuo fianco ci sono io. Io credo in te" si voltò. Aveva gli occhi spenti e lucidi.
"E se un giorno dovessi scomparire?"
"Non si possono separare due anime legate da un filo rosso", risposi, facendo riferimento alla leggenda della tradizione giapponese.

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