Tae sparì. Non ebbi sue notizie né un messaggio di dove era andato. Le mie parole l'avevano ferito e vissi per una settimana nel terrore che non tornasse. Mi mettevo vicino la finestra della mia camera. Toccavo il davanzale dove spesso si appoggiava. Pregai ogni singolo giorno che tornasse ma lui non esaudì il mio desiderio.
"Che ti succede sorella?" Jihoon fu il primo ad accorgersi della mia malinconia. Anche se avevo poco appetito continuai a mangiare. Anche se avevo voglia di piangere continuai a sorridere. Non volevo essere un peso per loro, e poi sarebbe stato difficile spiegare il perché. Avrei soltanto potuto mentire.
"Lasciala perdere, sono i rimorsi degli errori che continua a commettere..." s'intromise Bo Gum, per punzecchiarmi.
"Anche se fosse? Jisoo ha solo 17 anni! Perché non la lasci in pace!" mi difese. Gli presi la mano.
"Non preoccuparti Jihoon. Tuo fratello ha ragione, sono un disastro naturale"
"Non dire così! Non è vero! Tu sei una persona buona e gentile. Mi sono subito affezionato a te, non voglio che sei triste" mi commossi e quindi lo abbracciai. Il calore di Jihoon mi diede modo di superare la tristezza momentaneamente anche se la paura di aver perso Tae mi tormentava.
Bo Gum non smetteva di fissarmi. Non capii cosa volesse. Poi si avvicinò e mi spiegò tutto.
"È la prima volta che mi dai ragione. A cosa devo questo evento?"
"Non sono dell'umore giusto per i tuoi giochetti" lo mollai ma lui mi bloccò il polso.
"Non essere sciocca, non mi sono avvicinato per farti stare peggio"
"Per cosa allora?" allentò la presa, allontanai la mia mano dalla sua.
"Io... Be'..." si grattò la nuca, imbarazzato. Spostò il peso da un piede all'altro. Non era mai stato così con me.
"Che ti prende?"
"Ti chiedo scusa per averti rimproverata in quel modo. Davvero. Sono dispiaciuto". Era sincero. Mi chiesi cosa avesse potuto fargli cambiare idea. Gli avevo fatto pena?
"Io avevo buone intenzioni. So di aver sbagliato e non mi intrometto ulteriormente nella questione ma..."
"Mi ha detto che le è piaciuta molto" mi interruppe.
"Cosa?"
"La lettera. Ci ha ripensato. Ha detto che rileggendola ha pianto. A chi pensavi quando l'hai scritta?" ebbi un tuffo al cuore. Perché voleva saperlo?
"Io? A nessuno in particolare..." dissi, spostando lo sguardo oltre lui.
"Dev'essere una persona che ami. Sei arrossita e non riesci a guardarmi in faccia" notò, divertito.
"Non amo nessuno. Adesso devo andare..." lo superai a grandi passi alla ricerca del bagno. Aveva ragione. Ero rossa e accaldata. Dovevo darmi una sistemata. Aprii il rubinetto e mi sciacquai il viso. Mi mancava da morire l'angelo. Volevo che tornasse da me.
"Perché mi hai abbandonata? Ti chiedo scusa ma se non vuoi farti vedere almeno fatti sentire. Urla nelle mie orecchie quanto sia stupida ma stammi vicino. Ti prego. Ho bisogno di te..." piagnucolai come una bambina. I singhiozzi mi morivano in gola. Aprii la porta del bagno e presi il corridoio a sinistra. Volevo buttarmi sul letto e marcire lì. La mia stanza aveva la chiave nella toppa. Fu strano perché la chiave l'ultima volta era inserita all'interno non all'esterno. Abbassai la maniglia e entrai, temendo che Bo Gum si fosse intrufolato lì. Fu così che la vidi. Non potei credere ai miei occhi. La stanza bianca dell'angelo Tae, era nella casa dei Choi.Ciao lettori!
Fine capitolo. Vi è piaciuto? Spero di sì! Vi lascio un po' con l'ansia ma non disperate che settimana prossima riceverete il nuovo capitolo. Vi aspetto!
Mya
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𝑭𝑨𝑰𝑻𝑯
FanfictionJisoo è ritenuta una ragazza strana. A scuola tutte la prendono in giro perché è timida e perché non ha una famiglia unita. La bullizzano. Jisoo non ha amici per questo è spesso triste. Arriva a pensare addirittura al suicidio e quindi decide di met...