capitolo 5 ~l'apparizione

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La casa rustica di Lisa e Jihoon possedeva un giardino curato in cui erano piantate diverse specie di fiori, ma in particolare mi piacevano le rose bianche. Mi misi sull'altalena come una bambina e iniziai a dondolarmi. Avevano edificato un mini parco con diverse attrazioni. Mi divertii a girovagare lì con Lisa.
-Eccola. La famosa casetta di legno. Che dici se le diamo un'occhiata?- acconsentii. Salimmo la scala e entrammo a gattoni. Era piccola per la nostra altezza. Potevamo solo starci sedute.
-Avrebbero dovuto installarne una più grande! Ogni volta che vorrei rilassarmi un po' qui devo per forza contorcermi tutta!- si lamentò Lisa, prendendo un cuscino e sdraiandosi su un lato. Mi fece segno di sdraiarmi accanto a lei. Così la seguii.
-Mamma e papà saranno a breve qui? Sei nervosa?-
-Un po'... Spero di piacere ai tuoi...- ammisi preoccupata. Non so se conoscevano bene la mia storia ma avrei preferito che sapessero solo che ero stata abbandonata da mia mamma. Non i dettagli su papà e il suicidio.
-Sicuramente! Mamma è dolcissima. Papà è di poche parole ma è il suo carattere. Non credere di non piacergli. Anzi lui ama la compagnia!- la nostra conversazione fu interrotta dal rumore di un motore.
Lisa si affacciò dalla piccola finestra quadrata della casetta di legno.
-Oh! Eccoli! Sono già qui. Avranno anticipato la chiusura per accoglierti. Mamma era dispiaciuta di non farlo con noi! Comunque scendiamo! Vieni- Lisa mi tirò per un braccio e mancò poco che non facessimo un ruzzolone giù. Cercai di pulirmi i vestiti per apparire almeno decente.
-Mamma!- Lisa corse ad abbracciarla e la madre ricambiò la stretta con allegria. Era una donna bellissima. Carnagione chiara e pelle liscissima. Aveva una coda di cavallo nera e due orecchini pendenti rossi che si intonavano con i tacchi.
-Ciao! Tu devi essere Jisoo... Vieni cara, fatti abbracciare- disse con tono amorevole. Era tanto diverso da quello di mia madre. Non potevo fare a meno di paragonare le altre mamme alla mia. Tutte sembravano attente alla crescita dei figli. Molti le definivo persino asfissianti. Il profumo di lei poi, aveva un non so che di rassicurante, per cui quando la abbracciai per un attimo sentii come se tutte le mie angosce fossero svanite in un colpo solo.
-Sei molto carina, quanti anni hai?-
-Ne ho diciassette, sono prossima ai diciotto- replicai e mi sembrò di vedere un velo di tristezza nei suoi occhi.
-È tutto ok, mamma?- la signora Lee si ricomponse dopo la domanda e annuì con un breve sorriso.
-Tutto ok tesoro. Ti è piaciuta la nostra dimora? E la stanza? Raccontami tutto cara- mi prese a braccetto e mi condusse all'interno. Ero leggermente a disagio per cui non potei fare a meno di arrossire. Mi imbarazzavo facilmente. Non ero abituata a quei contatti tanto stretti.
Raccontai sul divano ai signori Choi e Lee come mi era parsa la loro piacevole dimora. Il signore era un uomo di poche parole, proprio come menzionato dalla figlia ma aveva buon cuore. Lo si dimostrava dalle foto conservate di tutti i suoi ospiti. Diceva che per lui erano come dei figli, che sfamare altre bocche era un suo obbligo, che l'avrebbe fatto fino alla morte. Mi colpì e non potei fare a meno di commuovermi. Si congedò presto perché quella era l'ora di cena. Per me era stata preparata una cena di benvenuto. Appositamente da madre e figlia erano stati cucinati diversi piatti deliziosi come kimchi e bibimpap. Fu bellissimo ritornare ad assaggiare sapori nuovi. Erano anni ormai che non mangiavo che cibo in scatola. Mia madre era troppo concentrata su se stessa per cucinare.
-Allora se possibile facciamo un brindisi a Jisoo, che possa trovarsi bene nella nostra famiglia!- unimmo i calici. Fu un momento unico. Per un giorno mi sentii importante, quello che mia madre non era stata capace di farmi provare in diciassette anni.
-Grazie. Siete tutti molto gentili con me. Credo sia troppo- non potei contenere la gioia, infatti delle copiose lacrime mi scesero sulle guance. Avevano preso il sopravvento. Mi scusai con loro e andai a chiudermi in bagno. Mi sentivo uno straccio, sciacquai il viso diverse volte. Come potevo aver rovinato un momento tanto prezioso? Volevo prendermi a schiaffi. Alzai una mano.
Ferma lì!
Tremai. Di nuovo quella voce. Alzai gli occhi sullo specchio. La mia immagine non era un granché. Mi rattristai maggiormente. Dovevo tornare da loro però. Non potevo chiudermi in bagno tutta la sera. E perché quella voce continuava a tormentarmi? Nella fretta andai a sbattere contro un qualcosa di duro. Non capii cosa fosse. Davanti a me non vedevo nulla. Poi ad un tratto un'immagine di un giovane ragazzo con i capelli mossi si palesò. Urlai. Lui mi afferrò e mi coprì la bocca.
-Silenzio! Farai preoccupare gli altri!- continuavo a dimenarmi quindi il ragazzo mi spinse contro il muro.
-Sta a sentire, non azzardarti a raccontare che hai visto certe cose perché ti daranno della pazza. Io adesso sparirò e tu farai come se nulla fosse successo ok?- annuii. Mi tolse la mano dalla bocca e con uno schiocco di dita scomparve nel nulla.
Ero scioccata. Stavo vedendo dei fantasmi? La casa era infestata?

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