capitolo 20~ la famiglia di Tae

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Tae e Bo Gum si presero cura di me costantemente. Non sapevo come sdebitarmi con loro. Il mio angelo continuava ad essere geloso di me anche se non ne aveva motivi. Soprattutto dopo la dichiarazione di Bo Gum, le cose si complicarono. Tae appariva ogni istante più che per starmi vicino, sembrava per evitare che lui lo facesse con me.
"Non può andare a consolarsi con la sorella?" borbottò, una sera, che Bo Gum volle per forza chiacchierare con me. Scendemmo in giardino, mi avvolse un cardigan azzurro attorno al corpo.
"Grazie, ma non è necessario..."
"Certo che lo è, se prendi un raffreddore sono rovinato". Non mi dispiacque affatto la sua gentilezza nei miei confronti. Non sapevo se quella dichiarazione che mi aveva fatto fosse vera o un delirio dovuto alla febbre. D'altronde lui non aveva accennato al riguardo. Ma io non avrei messo in ballo la questione finché non se la fosse sentita. Se non li faceva, allora era un chiaro significato che lui non mi amava.
"Per quanto tempo volete stare qui fuori a fare i piccioncini?" ci ridicolizzò Tae. Gli lanciai un'occhiata di fuoco.
"Ti stai scocciando?" chiese Bo Gum, accorgendosi delle mie espressioni.
"Ah... No, no... Mi è andato un insetto nell'occhio". Bo Gum si avvicinò e iniziò a soffiare dentro. Credo che l'angelo andò su tutte le furie perché una folata di vento scaraventò violentemente via Bo Gum da me.
"Oh mio Dio, stai bene?". Bo Gum imprecò e si toccò la testa, era ferito.
"Cavoli, che botta, ma cosa è stato? Perché ha preso solo me?". Mi voltai verso l'angelo. Era nero dalla rabbia.
"Adesso ti medico, entriamo". Presi tutto l'occorrente per disinfettare la ferita. Quell'incidente non ci voleva proprio. Bo Gum voleva che restassi a chiacchierare ma io me ne andai di fretta in camera, dove mi chiusi a chiave.
"Sei impazzito forse? Vuoi farti scoprire?". Tae era già appoggiato al davanzale della finestra con il suo fare prepotente.
"Se anche fosse? Non ho nulla da perdere io... Sono morto". Quel suo pessimismo mi scioccò. Tae non era mai stato così prima di allora.
"Che dici? Perché sei tanto negativo?"
"Non dovrei esserlo? Lui ti vuole portare via e allora anche io non avrò più un senso per te..." mi misi di fronte a lui.
"Come puoi dire questo? Come puoi dire che non hai un senso per me?" chiesi con le lacrime agli occhi.
"Anche se lo avessi mi dimenticherai perché io non posso darti quello che un umano qualunque può..." allungò la mano verso il mio viso, ma la riabbassò subito.
"Io non voglio nessun umano qualsiasi al mio fianco. Io voglio la persona che fa battere il mio cuore. Tu lo senti! Lo senti come batte! Non puoi negarlo..."
"Jisoo... Ti prego..." rispose con la voce incrinata.
"Perché? Perché ti rifiuti di ammetterlo? Perché fai finta di niente? Che non mi a..." mi bloccò la bocca con la mano.
"Non dire quella parola". Restammo in silenzio per un po', poi mi abbracciò dolcemente. In quell'abbraccio c'era tutto quello che cercavo: amore, protezione, calore... Era incredibile come un solo e unico suo abbraccio allontanasse tutte le paure.
"Jisoo io non sono degno di essere quella persona ma non voglio che neanche lui la sia. Voglio trovare per te la persona migliore al mondo, perché meriti di essere trattata come una principessa" affondai il viso nel suo collo delicato. Se solo fosse stato un essere umano come me... Oppure se solo fossi stata anche io un angelo.
"Non lo pensare nemmeno per scherzo... Il tuo posto è qui, ci ho messo tanto a salvarti svariate volte. Le mie fatiche non devono andare al vento" accarezzava i miei capelli e mi dava diversi baci sulla testa.
"Perché io posso toccarti, vederti, ascoltarti?"
"Lo possono fare solo le persone a cui decidiamo di mostrarci. Ci sono angeli che quando vanno sulla Terra si mostrano per brevissimo tempo, e poi scompaiono o appaiono brevemente nella memoria degli esseri umani. Ma ci sono umani che non hanno nessuno su cui contare, per cui gli angeli appaiono a loro sotto forma di essere umani o angeli a seconda del loro volere. E quando hanno compiuto la loro missione vanno via, sparendo per sempre dalle memorie degli uomini..." mi venne la pelle d'oca.
"Ma io ti tratterrò, perché ho bisogno di te tutta la vita, e ti prometto che per sdebitarmi di questo tuo aiuto, ti aiuterò a trovare la tua famiglia terrena" alzai il viso, aveva un'espressione di stupore.
"Davvero, non ricordi nulla sulla tua vita passata?"
"Abitavo a Seogu, in una casa molto piccola... Era piena di crepe..."
"Bene, domani stesso partiremo per Taegu!" annunciai sul momento. Volevo aiutarlo a ricostruire i suoi pezzi. Nessuno me lo avrebbe impedito.

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