«Sai Jack...
Vorrei terminare il mio racconto con un "e vissero felici e contenti" ma purtroppo la vita non è una favola...»
Disse il corvino con l'amarezza nella voce prima di alzarsi e lasciare Jack da solo in quella stanza.
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Finn era sdraitao sul tetto della casa e intanto era scesa la sera e il sole aveva lasciato spazio alla luna che illuminava il viso debole e pallido di Finn che aveva lo sguardo rivolto verso le stelle mentre con la sua mano ossuta si portava alla bocca la sua sigaretta espirandone il fumo.I suoi pensieri furono interrotti da qualcuno che si sdraiava vicino a lui.
Finn continuò a tenere gli occhi sul cielo senza girarsi verso di lui.«cos'è successo dopo con Noah?»
Finn non rispose
«Finn?»
Il corvino sospirò pesantemente prima di passarsi una mano in faccia e cominciare a raccontare...
«Eravamo appena scappati e non potevamo essere troppo allo scoperto...
Passavamo la maggior parte del tempo sotto un albero che si trovava sotto casa nostra»
Poi emise una risata amara mordendosi il labbro.
«Beh... Casa per dire...»«Beh comunque stavamo lì ore e ore...
Guardavamo il tramonto...»
«Sai Jack...sono bellissimi i tramonti quando sei triste»
Disse girandosi col capo verso di Jack e incontrando i suoi occhi.
«E tu Finn... Eri triste?»
Finn non rispose.
Si girò di nuovo dall'altra parte.«non ho mai visto Noah piangere.
Non ha mai pianto.
Non ha mai riso...
Forse la sua era era una di quelle anime difettose: nascosta sotto uno spesso velo di apatia, nata per stare e finire isolata da tutte le altre.»
Fece una pausa...
«Diceva che avrebbe voluto che Dio lo creasse con le ali...
Diceva spesso che voleva volare via da qui...
Poi cominciò a dire cose strane tipo:
"Finn, se mi butto da qui avrò le mie ali?"
Io ridevo, non capivo il senso di quelle parole...
Non l'ho mai capito...
Forse ero troppo giovane per saperlo amare»
Gli occhi di Finn si riemporono di lacrime ma si ostinava a reprimerle.«E poi?»
«E poi... Un giorno mi recai nel nostro posto, Noah era appeso al nostro albero...
L'albero su cui avevamo inciso le nostre iniziali,
L'albero che avevamo condiviso per guardare il tramonto...
I suoi piedi non toccavano più terra:
Dio gli aveva dato le sue ali»Tra i due cadde un silenzio di tomba si sentivano solo i due respiri dei ragazzi.
Questo finché Jack non ruppe quel silenzio con un'alta delle sue domande.
«E allora tu che cosa hai fatto?»
«non mi ricordo»
Mentì.
Perché se lo ricordava abbastanza bene.
Si ricordava di come si sedette per terra accanto alle gambe di Noah.
Si ricordava di come aveva trovato il corpo.
«Bravo Noah, finalmente hai le tue ali...
Sei un angelo ora...
Però ti sei dimenticato di portarmi con te e mi hai lasciato sulla terra... »Finn non avrebbe potuto chiamare nessun in quel momento.
Fece tutto da solo...
Seppellì Noah sotto il loro albero e invece di una lapide aveva l'albero sotto cui si era sempre rifugiato dalle sue paure e dal mondo esterno...«Sai Jack...
Lui diceva sempre che la stella più luminosa è una persona che hai amato e che è morta...
Lui ora è una di quelle stelle...
È la meno luminosa...
È quella che si nasconde dietro alle altre...
Ma è sempre quella più bella...»
Delle lacrime calde scesero sul volto di Finn.
«Lo ami ancora Finn?»
«Non lo so...»
Emise un urletto strozzato prima di scoppiare a piangere tra le braccia di Jack...Finn aveva imparato a piangere....
E pian piano il sui mondo fatto in bianco e nero cominciò a colorarsi di un sacco di colori...Però forse era tutto migliore in bianco e nero....
Beh...
Commenti? :)

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masochism | Fack
Random❝per lui avrei pure ucciso, il problema è che alla fine l'ho ucciso io❞ Jack non si era mai trovato nel posto finché non ha provato a vedere come si stava tra le braccia di Finn, E doveva proprio dire che sembravano fatte apposta per stringere lui. ...