a story of a stolen life

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Questo capitolo è un piccolo flashback per farvi capire meglio
Enjoy!

Jack dylan Grazer.
Ragazzo di appena 12 anni.
Simpatico, sveglio e...silenzioso
Poteva sembrare un normale ragazzino ma quel silenzio parlava più di mille parole.
Anche se la gente non lo notava.

Aveva solo 12 anni e si comportava come uno di 16.
Beveva, fumava e rubava.

La gente pensava che faceva queste cose per fare quello figo, per farsi notare.

Lo sapete perché jack lo faceva?

Dentro jack c'era un vuoto.
Un vuoto che lo divorava ogni giorno di più.
Le sigarette e l alcool non lo facevano pensare.
Ed era meglio così.
Perché a jack faceva male pensare.
Perché certe volte più capiva alcune cose più non avrebbe voluto capirle.

A scuola non eccelleva in condotta.
Aveva spesso attacchi di rabbia e si isolava da tutti.

Era stato sospeso più volte ma una volta aveva fatto qualcosa particolarmente grave.
Aveva riempito il banco di bestemmie e parolacce.

Quando li chiesero il motivo per cui l'avesse fatto guardò  l'insegnante negli occhi e fece una ristata amara.
Cosa avrebbe dovuto dire?
Sono un fottutissimo pazzo maniaco?

Lui si sfogava così.
Lui aveva bisogno di urlare, di tirare fuori tutto.
Ma le sue urla venivano soppresse da ormai troppo tempo.
Si sfogava scrivendo tutto quello che avrebbe voluto urlare.

Lui è sempre stato diverso.
Non lo è mai diventato.
Sia da piccolo che da grande.

Aveva dei genitori che lo avevano rinchiuso in una gabbia, trattandolo come qualcosa di estremamente sensibile.
Come vi sentireste a vivere la vita così?
Casa, scuola, casa.
Queste erano le sue uniche destinazioni.

Oh, andava pure in chiesa
Era religioso?
Hahahahahha.
No.
Odiava tutto quello che riguardava la religione perché i suoi genitori lo pressavano con tutte quelle stronzate.

Dio ha creato tutto.
L'omosessualità è contro natura.
L'autolesionismo è un peccato.
No sesso prima del matrimonio.
E bla bla bla.

Quando si rifiutava di andare a messa o di leggere la bibbia indovinate?
Veniva preso a botte.
Normale no?
No.

Jack non era mai stato normale, come avrebbe potuto esserlo?
con una vita così?
Con dei genitori così....

E come se non bastasse un bel giorno il padre si impiccò nella cantina della casa.
Fu lui a trovarlo...
Non aveva lasciato nemmeno un biglietto, se n'era andato così.
Perché era troppo codardo per affrontare la vita.

A scuola jack era sempre isolato.
L'ultima scelta.
L’emarginato

Ormai era abituato ad essere trattato così male che era arrivato al punto di convincersi di essere lui lo sbaglio.

Aveva solo un "amico"

Si avete capito bene, è messo tra virgolette.

Jack si sarebbe preso una pallottola per lui.
Ma lui fu quello che l'ha sparato.

Si era presentato come bisessuale e per lui non è stato un problema fare coming-out dato che in breve tempo lo seppe tutta la scuola.

Non si faceva molti problemi dato che ormai veniva deriso e bullizzado per qualsiasi cosa.

L'unica cosa che si augurava era che sua madre non venisse a saperlo.
Perché altro che cacciarlo di casa.
L'avrebbe torturato.
Il che non gli avrebbe fatto un certo effetto dato che veniva picchiato tutti i giorni.

Lui ancora non era masochista era un caso a parte...
Lui lo è diventato.
Veniva picchiato tutti i giorni per il semplice fatto che diceva tutto quello che pensava.
Col tempo era riuscito a sopportare il dolore...
Se non ad apprezzarlo.

Un giorni però la situazione degenerò e jack in preda a uno dei suoi scatti di rabbia aveva cominciato ad urlare più forte che poteva.

Erano seduti a cena e sua madre continuava a rimproverarlo per aver preso un 7 in matematica, materia di cui la madre è insegnante.

Jack era sempre andato bene a scuola, non aveva mai preso un'insufficienza e studiava come un matto.
Sapete minimamente cosa voglia dire svegliarsi, andare a scuola, tornare, mangiare e studiare finché non si andava a dormire perché non hai niente da fare nella vita?

Sua madre era lì ad insultarlo continuamente mentre lui era li a bere pazientemente la sua minestra.

Questo finché sua madre non esagerò più di quanto abbia già fatto.
«COSI LA PROSSIMA VOLTA IMPARI A STUDIARE INVECE DI GUARDARTI I PORNO»
jack sentì la zuppa uscirli dal naso.

Lui apparte il fatto che consegnava il telefono alla madre non appena entrato in casa non poteva guardarli perché a lui facevano solo schifo.
Infatti lui non si eccitava.
Il suo corpo non reagiva, era come un
Giocattolo di plastica.
Indifferente a tutto.
E lui di questa cosa ne soffriva parecchio.

«MA CHE CAZZO DICI CHE IO IL. TELEFONO LO LASCIO SEMPRE A TE!»
disse alzandosi di colpo dalla sedia
«LE PAROLACCE LE DICI A QUALCUN ALTRO HAI SOLO 12 ANNI E FINCHE VIVRAI SOTTO QUESTO TETTO VIVRAI COME DICO IO! »
«SI CERTO COME SE QUESTO SCHIFO POTESSE ESSERE CHIAMATO "TETTO", MA VAFFANCULO!»
Detto questo jack scaraventò la sua sedia atterra e corse in camera.

Sua madre lo seguì sempre tenendo in mano il coltello che stava usando a tavola poco fa.

Non era la prima volta che la madre lo minacciava col coltello o lo feriva.
Però quella volta andò diversamente.
«SAI UNA COSA MAMMA?
LA VUOI SAPERE UNA COSA?
SEI UNA TROIA»
La signora grazer lo prese per la maglietta e lo buttò per terra

Un calcio in pancia

Uno schiaffo

Tre

Quattro

cinque

La donna si fermò ad osservare stupita suo figlio che sotto i suoi colpi rideva e rideva con la bocca piena di sangue.
Spettacolo al quanto raccapricciante.

«l-lo vedi ma'?» 
Jack venne interrotto con un altro calcio in pancia che li fece tirare un gemito di dolore facendo cadere alcune gicce atterra, ma tuttavia continuò
«Chi e il mostro adesso?»
Disse ridendo a crepapelle.
«beh la sai una cosa?
Non me ne frega un cazzo di quelle stronzate che sono scritte in quella merda»
Disse indicando la bibbia e afferrando il polso della madre che reggeva il coltello con l'altra mano.
«sono un fottutissimo frocio, sono masochista e fumo come una ciminiera»
Disse leccandosi i denti colorati di un liquido rosso e amaro.

«CHE COSA DICI MOSTRO!»
urlò sua madre aumentando il peso del suo piede contro il ventre del ragazzo.
«io non ti conosco tu non sei mio figlio»
Disse in un sussurro tirando i ricci a jack e fancendoli sbattere la testa contro quelle piastrelle di marmo.
«meglio cosi, non voglio essere il figlio di una troia »
Disse serrando i denti prima di sputare in faccia alla donna e infilarle il coltello in pancia.

«tu sei solo spazzatura»
Le sussurrò all'orecchio prima di dare un calcio al cadavere e sputarci addosso guardandolo con una faccia disgustata.

E se ne andò da quella gabbia dove era stato rinchiuso per fin troppo tempo.
Senza avere una meta.
Ma una meta a jack non serviva.
A lui serviva vivere, non sopravvivere.

Si lo so che il capitolo fa cagare ma non riesco proprio a scrivere.
Perdonatemi

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