La mano di Serafin toccò la barriera che la divideva dal cielo. Batté le ali rosa più forte, la punta del dito era già fuori e lo strato trasparente vibrava intorno al palmo. In alto il cielo azzurro era sormontato da nuvole candide. Serafin sorrise fra sé, pronta per l'ultimo battito d'ali che l'avrebbe portata via da quel mondo, alla scoperta di luoghi fantastici e inesplorati.
Un colpo alla testa, il cielo si riempì di brillantini rossi.
– Ahi!.
Gridò portandosi la mano alla fronte. Aprì gli occhi da sopra il sasso muschiato su cui si era addormentata, il cielo era ora nuovamente lontano e irraggiungibile.
– Scusami! Non volevo colpirti per davvero.
Serafin si voltò. Ren, si passò una mano nella chioma arruffata di capelli color corteccia.
La fata spalancò gli occhi.
– Oh no! è vero.
Spingendosi con le braccia rotolò giù dal sasso, si alzò e si mise a sedere massaggiandosi il polso.
Ren si chinò verso di lei e le allungò la mano.
– Stai bene?.
Serafin la afferrò, i due sguardi s'incrociarono, gli occhi lucidi color azzurro cielo di lei e quelli luminosi sfumato verde scuro di lui.
La fata scansò la mano del folletto e volse il viso facendo tintinnare le campanelle legate ai capelli, divisi in due code ondulate rosa. Le guance le si colorarono di un rosso ciliegia.
Ren fece un passo indietro squadrandola dalle punte delle ali a quella delle scarpine.
– Vedi che succede a mollare le lezioni di volo per andare a fare pisolini sui sassi?.
Serafin gonfiò le guance imbronciata e sbuffò puntando gli occhi al cielo.
– Lo sai che è impossibile per me imparare a volare!.
– Già per una che ha le ali è proprio difficile.
Serafin scosse la testa e si voltò verso il folletto.
– Non significa nulla avere le ali o meno.
Ren afferrandole la mano sana la tirò su.
– Le tue ali funzionano benissimo, è qui - disse pungolandole il petto - che non funziona, devi avere più fiducia in te stessa e vedrai che il cielo non ti sembrerà mai più distante come ora.
Le labbra di Serafin si piegarono in un sorriso, gli batté la mano sulla spalla.
– Toccato! Chi arriva per ultimo al campo di volo offre un mieleluce per tutti!.
Detto questo schizzò correndo. Fiori gialli e fili d'erba le frusciavano sulle ginocchia solleticandole le gambe. Gli steli man mano diventavano sempre più alti e Serafin dovette proseguire la corsa arrancando e spingendo le foglie con le braccia. Si guardò indietro, oltre l'Altacollina, vide due puntini, uccelli molto probabilmente, volare sopra le fronde scure degli alberi della Foresta Nera. Le ali dietro la sua schiena tremarono.
La foresta questa mattina mi sembra diversa
Scosse la testa e tornò a guardare davanti a sé.
Ora non posso pensarci, devo concentrarmi sulla corsa
Strizzò gli occhi, il campo di volo era a due alberi di distanza da lei. Raggiunta la staccionata bianca guardò oltre il bordo, il campo brullo delle esperte. C'erano solo due fate, vedeva le loro ali al fianco di uno dei pali per gli allenamenti, una gialla paglierino e una lilla. Avevano entrambe un paio di ali ciascuna. Serafin scosse le sue due sole ali. Il suo sguardo vagò oltre, verso la zona principianti.
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Le Guardiane di Faeria - La lacrima della speranza -
FantasySerafin una fata che non sa volare, Ren unico folletto del villaggio delle fate e Gaia fata predestinata a diventare futura guardiana sono amici da sempre finché un giorno la luce della lacrima dell'amore torna alla sua fonte. Ciò significa che le n...