Nuvole di polvere brillante si espansero nell'aria, Serafin tuffò nuovamente le mani nella ciotola, l'impasto rosa scintillante con una manciata di farilla ora si staccava perfettamente dalle dita.
Stese l'impasto in una teglia tonda, allargandone le estremità con le dita, si allontanò di un passo dalla sua creazione e si guardò attorno. Sul bancone dietro di sé, alcune baccaliegie grandi come palloni erano accatastate in una cesta. Serafin ne individuò una rossa e succosa, la afferrò con entrambe le mani e barcollando la posò sul tavolo al centro della cucina. Infilò le sottili dita creando una fessura nella spessa pellicina del frutto, un fiotto di succo rosa le schizzò sulla faccia e sul nuovo grembiulino bianco da cucina.
– Uffa!.
Sbatté i piedi sul pavimento di legno. La fata spalancò gli occhi, si chiuse la bocca con le mani e puntò lo sguardo verso la porta alla sua destra.
Se le sveglio proprio ora, la tata mi farà mangiare da un gufo nero
Aiutandosi con un cucchiaio scavò la baccaliegia mettendone il contenuto in una ciotola. Tornata alla sua postazione spalmò la polpa sull'impasto, poi mise la crostata all'interno del forno a corteccia di pietra. Serafin indietreggiò sospirando.
***
Mezzanotte era appena giunta quando Ren aprì la finestra della sua stanza, si sfregò le braccia, il cielo verde scuro era limpido. Indietreggiò di un passo, si tolse il camice bianco e lo gettò sul letto. Si passò le dita sulle due sottili cicatrici che gli rigavano le spalle, rabbrividì e s'infilò la maglia di foglia e i pantaloncini di cotone verde scuro e infine lo zainetto sulle spalle, sospirò di sollievo.
Scavalcato il parapetto, si aggrappò alla pianta d'edera che si inerpicava lungo la facciata dell'edificio. Una volta a terra si avviò verso un ponte di tela, le lucine a forma di goccia illuminavano la via in un soffuso candore bianco. Inspirò profondamente l'aria e attraversò il ponte proseguendo verso il ramo della zona amministrativa. Nessuna fata si vedeva in giro e solo pochi edifici colorati emanavano luci dalle finestre poste sulle facciate, tra cui una in particolare. Un grosso edificio a tre piani all'interno di un baule che a Ren colpì subito all'occhio. Una finestra al piano terra era anch'essa illuminata da una soffusa luce gialla. Il folletto si accostò alla casa, le ante erano aperte facendo scaturire nell'aria un dolce profumo di crostata alla baccaliegia. Ren si acquattò a terra appostandosi sotto la finestra, avrebbe dovuto passare oltre senza essere visto, ma la sua curiosità aggiunta a quel meraviglioso aroma vinsero il suo buon senso.
Il folletto nascosto con le spalle al muro al fianco della finestra trasse un sospiro di sollievo, il cuore nel suo petto batteva forte. Si massaggiò la fronte con una mano, aveva un importante affare da sbrigare e le sarebbe servita tutta la sua concentrazione per poter venire a capo di quella questione una volta per tutte. Il folletto corse silenziosamente fino alla fine del ramo che si congiungeva con la fitta vegetazione di foglie. A due rami più in basso c'era la zona su cui una volta si ergeva il suo hangar di volo, ma dell'unico ponte che collegava i due versanti non ne era rimasta traccia dopo l'incendio. Sfilò dallo zainetto di foglie un flauto dolce di legno. Se lo rigirò tra le dita sorridendo tra sé e sé lo portò alla bocca. Da esso ne scaturì una dolce melodia, Ren socchiuse gli occhi mentre le sue dita si muovevano veloci coprendo un foro dopo l'altro. Dal basso si sentì uno scricchiolio di foglie, il folletto aprì gli occhi senza smettere di suonare. Un ragno grosso come due mele dai peli argentei si fermo davanti a lui e lo guardò con i suoi sei occhietti bianchi e lattiginosi. La creatura fece schioccare le sue zanne a forma di pinza due volte e la musica tacque. Ren gli si avvicinò.
– Brava la mia Charlotte. Disse e le diede un delicato buffetto sulla testa. Il ragno ondeggiò il corpo facendo oscillare il fiocco grigio che le legava un ciuffo di peli al lato della testa, emise un borbottio simile alle fusa di un gatto e porse una zampa al folletto attendendo con ansia.
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Le Guardiane di Faeria - La lacrima della speranza -
FantasySerafin una fata che non sa volare, Ren unico folletto del villaggio delle fate e Gaia fata predestinata a diventare futura guardiana sono amici da sempre finché un giorno la luce della lacrima dell'amore torna alla sua fonte. Ciò significa che le n...