Capitolo 5 Lettera dalla principessa

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Loto spalancò gli occhi, le iridi screziate di un viola si illuminarono per un istante, i lunghi capelli corvini lisci e lucidi ondeggiavano attorno a lei nell'acqua nera.

Batté le gambe per scendere più in basso, allungò il braccio, le dita sfiorarono la superficie liscia della punta del cristallo. Sotto la mano un fascio di luce rosa le colpì il viso, seguita da altri fasci che ricoprivano l'intera superficie cristallina. La fata sorrise e spinse la mano, delle bollicine scivolarono dalle labbra. Le mani scattarono alla bocca, aveva ingoiato un po' d'acqua e il corpo si era già intorpidito, scalciò verso l'alto. La testa uscì dall'acqua scura e riprese a respirare.

Una scarica elettrica le ridiede sensibilità al corpo, raddrizzò la testa e si spinse in avanti verso il bordo della piscina rotonda. Appoggiò le mani ancora intorpidite sul bordo di marmo nero per prendere fiato. La fata allungò una mano afferrando la vestaglia di petali di loto rosa, risalì velocemente, tanti piccoli petali di loto nero componevano le sue ali. Si infilò la vestaglia. Tirò un sospiro, l'aria era più calda dell'acqua scura della piscina, con passi veloci si diresse sotto l'unico raggio di luce che illuminava la stanza, una grande finestra ad arco che occupava l'intera parete, alta fino al soffitto. Allungò una mano accarezzando vetri appannati. Qualcuno bussò alla porta dietro le sue ali. Chiuse gli occhi e inspirò riprendendo tutto il contegno che il suo ruolo le richiedeva.
– Avanti. Disse senza voltarsi.

Una porta dall'angolo opposto della stanza si aprì.

– Principessa, sono Calendula.
La porta si richiuse delicatamente.

– Lo so chi sei, solo io e tu possiamo entrare in questa sala, sai che non devi rivolgermi la parola quando ho appena terminato la purificazione.

Loto sentì le scarpe della cameriera tintinnare sul marmo lucido. Con la coda dell'occhio la vide chinarsi sullo specchio d'acqua scura della piscina e riempire un'ampolla vuota. Richiuse il tappo e si allontanò incamminandosi verso la porta dove sparì dalla sua vista.
– Solo una cosa principessa, so che mi avete mandata dalla famiglia Mimosaceae per allontanarmi da qui, ma principessa, voi non siete sola, non vi prendete tutte le responsabilità di questo, nessuno deve più sacrificarsi per Faeria.

Detto questo la porta si richiuse con uno schiocco. Le gambe della fata cedettero, la principessa appoggiò la fronte sul fresco vetro della finestra, le sue difese si frantumarono e un freddo glaciale le si propagò dal petto per tutto il corpo. Chinò a terra e cercando a tastoni con le mani individuò una crepa tra le mattonelle di marmo, ne alzò una. Estrasse un calamaio, un foglio e una busta da lettere viola. Scrisse velocemente. Mise il foglio nella busta e la richiuse, dietro scrisse due parole.

Per Ren

Una luce viola scintillò sotto le sue dita sigillando la lettera.

Calde lacrime scesero silenziose sul viso impassibile, nere come la pozza d'acqua dietro le sue ali.

Le Guardiane di Faeria - La lacrima della speranza -Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora