Capitolo 18 La regina delle api

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Primula, la fata custode rabbrividì quando la grande fata tata incrociò le braccia fissandola con sguardo torvo.

Scosse le ali rosse dal centro giallo e diede una gomitata alla compagna vicino, le sue ali color pesca tremarono.

– Rosa, fa rileggere il foglio firmato dalla regina alla signora qui davanti così si convince che non siamo degli impostori e siamo qui per prelevare il folletto.

Rosa estrasse il foglio dalla borsa e lo porse alla fata. La tata lo tirò con forza verso di lei, strizzò gli occhi e lo restituì.

– Non ho mai visto la firma della guardiana della lacrima del coraggio in vita mia. Quindi per me potreste essere benissimo due impostori, ve l'ho già detto, le mie bambine e il mio bambino non si toccano!.

– Ora basta! – Primula fece un passo in avanti – o lei si sposta di qui oppure dovremmo arrestare anche lei!.

La tata rabbrividì.

– Come osi dirmi una cosa del genere? Ci sono decine di fate bambine qui dentro e io sono l'unica a prendermi cura di loro!.

– Allora si faccia da parte così che noi...

Un tuono proruppe dal cielo, una mano pallida si posò sulla spalla della fata custode.

– Può bastare così Primula.

Le due fate si voltarono irrigidite, Rosa alzò la mano in segno di saluto.

– Signora Alpinia, lei è qui?.

Una fata dalle ali grigie dai bordi frastagliati e appuntiti fissava la tata con i suoi occhi azzurri chiaro. I capelli color cenere arano stretti in una lunga coda che le arrivava alla vita mentre la divisa invece di essere rossa era di un colore nero opaco. Il sottile mantello argento le sventolava dietro le ali terminando con due punte.

– Potentilla Cinquefoglia, si faccia da parte, la prego.

La tata sospirò e annuì, poi si spostò dall'ingresso e la fece passare.

- Due fate custodi non erano già tanto? Ora addirittura anche la cacciatrice?.

Un ronzio proruppe dal cielo, Alpinia alzò la mano in alto, la tata non riuscì a vedere oltre la cornice della porta. La fata ritrasse il braccio con un mucchio di fogli, li sfogliò rapidamente e se li mise nella borsa, si voltò verso le colleghe. Il ronzio si allontanò sempre di più.

– I piani sono cambiati, Rosa, controlla il piano di sopra, Primula, il piano terra, il folletto e la fata non devono avere vie di fuga.

– Ma il mio Ren non farebbe mai una cosa del genere e – Potentilla strabuzzò gli occhi – per fate non intenderete Serafin, vero? Lei è una fata guardiana, voi non potete torcerle un capello.

La cacciatrice alzò un sopracciglio.

– Il nostro nemico è un folletto, non possiamo prevedere le sue azioni e la fata in questione è questa.

Alpinia prese uno dei fogli e lo porse alla fata.

– Ma è impossibile.

– No, ma ho le mie informatrici, so che lei è entrata in contatto con il folletto e quasi sicuramente lo stà già aiutando. Ci sono in giro delle fate che non sono esattamente uguali alle altre e devono essere fermate e – sbatté le ciglia – aiutate.

Prima che la tata potesse protestare un voce provenne dal piano di sopra.

– Fermo!.

Il viso di Alpinia tornò di ghiaccio e si precipitò su per le scale, entrò nella stanza con la porta spalancata, Rosa era affacciata alla finestra.

Le Guardiane di Faeria - La lacrima della speranza -Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora