Capitolo 19 Il fiume dei ricordi

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Ren uscì dall'armadio della dispensa, la cucina era deserta. Il mantello rosa gli copriva il volto e il cuscino attaccato sulla sua schiena simulava la forma di un paio d'ali o almeno così doveva apparire. La porta era socchiusa, si avvicinò allo spiraglio di luce, un'ombra si stava avvicinando verso di lui, il folletto si appiattì al muro, quella fata custode non se ne era ancora andata, la porta si aprì e l'anta sfiorò il suo naso, poi si richiuse, Ren aveva gli occhi serrati.

– Oh, tesoruccio mio, sono la tua tata.

Riaprì gli occhi e tirò un sospiro di sollievo. La tata lo stritolò in uno dei suoi abbracci.

– Quelle fate fortunatamente se ne sono andate. Ma credo che torneranno presto e con altre custodi della legge purtroppo.

Ren si liberò dall'abbraccio.

– Sai, credo che non debba più stare qui, è troppo pericoloso per te e le fate bambine.

– Non dirlo nemmeno per scherzo giovanotto! Rimarrai qui dove sei, al sicuro.

Il folletto l'abbracciò.

– Scusami Tata, quando tutto questo sarà finito ti prometto che tornerò.

Ren si scansò e corse verso la finestra della cucina, gettò a terra il mantello e il cuscino poi uscì fuori.

***

La pioggia era cessata, Serafin si fermò all'ombra di un fungo giallo alto il doppio di lei. Riprese fiato e tornò a correre in mezzo alla prateria che era diventata una distesa di funghi, fango ed erba, i piedi le scivolarono e cadde sulle ginocchia. Un campanellino che le legava i capelli scivolò e cadde a terra.

– Aspetta!.

Désir si girò, il cordiale sorriso di sempre era sparito e il suo viso si adombrò.

– Certo che non avete una gran resistenza, la tua paura ci sta facendo allungare la strada.

– La mia cosa?.

Désir scosse la testa.

– Cioè – tornò a sorridere – come ha detto Serenity nella grotta, se mantieni i sentimenti felici la magia ci farà arrivare più in fretta dove vogliamo.

- Davvero ha detto così? E poi cos'altro dovrei avere se non sentimenti felic...

La fata la prese sotto braccio e la strattonò proseguendo a camminare. Insieme arrancarono nel fango, il buio era diventato così opprimente che Serafin dovette concentrarsi e illuminare la strada con la luce della sua lacrima.

Désir si bloccò, alzò gli occhi al cielo e spinse in avanti Serafin scaraventandola a terra.

– Ahi!.

Serafin riuscì a sentire solo il forte ronzio sulla sua testa avvicinarsi per poi sparire nel nulla.

– Ci stanno seguendo?.

– No, non noi – disse porgendole un braccio aiutandola a rimettersi in piedi – provengono da Faeria, forza dobbiamo sbrigarci!.

L'andamento dei loro passi aumentò. Serafin slegò l'ultima campanella che le legava i capelli, ebbe un capogiro e anche l'ultimo laccetto volò afferrato dal vento. Il gelo la attanagliava dalle punte delle ali a quelle dei piedi e un solo pensiero ostinato le consentiva di continuare a lottare e ad andare avanti.

Ren sto arrivando, resisti!.

***

Ren camminava chinato sferzato dall'incessante vento, l'erba davanti a lui era piegata dalla forza dell'elemento. La pioggia non cadeva più, ma un freddo gelido ne aveva preso il posto.

Le Guardiane di Faeria - La lacrima della speranza -Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora