Mimì percorse correndo il ponte di legno che divideva il lago dall'isoletta. Aprì il cancello della recinzione del parco, l'erba verde era appena tagliata e decine di fate bambine correvano nel prato o sedevano mangiando e chiacchierando all'ombra della grande statua posta sulla collina al centro.
Gli occhi della bambola s'illuminarono, la fatina la strinse al petto.
– Dici che siamo quasi arrivate?.
Mimì s'incamminò lungo il pendio erboso. Tre fate mangiavano uno gelazucchero sedute sull'erba, Mimì alzò lo sguardo, dove era posizionata la statua della fatina in mezzo alla fontana. Tra le mani di pietra sporte a coppa, la lacrima arancione quel giorno non versava nemmeno una goccia d'acqua, le piccole ali erano spalancate, mentre lo sguardo sognante puntava dritto verso il cielo, gli occhi della bambola s'illuminarono di una luce più intensa.
Mimì si accostò alla targa dorata alla base della fontana, vi era incisa una scritta, la fata socchiuse gli occhi per decifrare le lettere.
– A, l... . Scosse la testa – uffa, mi dovevo esercitare un po' di più a leggere.
– Alla fata guardiana più giovane di Faeria – recitò una voce dietro le sue ali – che con il suo coraggio ha contribuito a salvare il nostro villaggio dal Caos, anche se io la conosco con un altro nome.
Mimì restò immobile senza voltarsi, le sue ali s'irrigidirono
– Ren?.
***
Il folletto si precipitò saltando giù dalla pedana ascensore, corse sull'erba in direzione del lago.
Amore gli correva dietro con il fiatone.
– Aspetta, non correre così veloce o il mio stupemeraviglioso viso si arrossirà tutto.
Le fate bambine la superarono ridendo.
Ren si fermò, estrasse la lacrima dalla tasca e se la rigirò tra le dita.
La pietra iniziò a lampeggiare, le fatine che l'avevano raggiunto guardarono la lacrima esprimendo un oh di ammirazione.
– Ren!.
La voce proveniva dall'alto, due fate stavano volando verso di lui. Gaia atterrò davanti il ponte di legno e corse verso il folletto.
– Ren! Sappiamo dove si trova Mimì, è andata al parco!.
Ren rimise in tasca la lacrima.
– Lo sospettavo, infatti ci stavamo andando anche noi.
Gaia scosse le testa e spostò il viso da Amore e le due fate bambine.
– Amore? – sbuffò scostandosi una ciocca di capelli dal viso – almeno adesso abbiamo la seccatura di trovarla in meno.
La fata dalle ali rosse si mise le mani ai fianchi impettita.
– Già, a quanto pare la mia indispensabilità è indispensabile.
Calendula storse la bocca e distolse lo sguardo da Amore scuotendo la testa, guardò in cielo.
– Gaia dobbiamo andare.
Gaia annuì e si rivolse a Ren.
– Vi aspetto al parco, fate presto.
Margherita afferrò la manica di Ren.
– Maestro, è successo qualcosa a Mimì per caso?.
Il folletto le accarezzò la testa.
– No, dobbiamo solo riunirci tutte insieme per fare un gioco.
STAI LEGGENDO
Le Guardiane di Faeria - La lacrima della speranza -
FantasySerafin una fata che non sa volare, Ren unico folletto del villaggio delle fate e Gaia fata predestinata a diventare futura guardiana sono amici da sempre finché un giorno la luce della lacrima dell'amore torna alla sua fonte. Ciò significa che le n...