Capitolo 25 Il cuore di Faeria

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Gaia si alzò da terra, era all'interno di una caverna circolare fatta completamente di cristallo luce bianco. Al centro sospesa a mezz'aria c'era una lacrima grande quanto un albero, una cascata d'acqua si riversava sulla pietra che assorbita per intero la faceva risplendere dei sette colori dell'arcobaleno. Gli occhi della fata non riuscivano a staccarsi dalla lacrima, la sua luce le avvolgeva la mente attirandola a sé, avanzò lenta verso la lacrima, un soffice tepore avvolse il suo corpo. Percepì qualcosa di ancora più caldo, abbassò lo sguardo, qualcuno le porgeva una pietra gialla, le labbra del folletto si muovevano ma nessun suono uscì dalla bocca, avvicinò ancora di più quella pietra, Gaia sporse le mani verso quella calda luce gialla afferrandola. La sua mente fu libera. La fata scosse la testa, la sua gemma fatata, era tornata nuovamente a lei.

– Grazie, Ren – riagganciò la gemma alla cintura – ma che mi è successo?.

– Credo che sia l'effetto di quella lacrima gigante, non la devi fissare.

Entrambi si voltarono verso Salix. Calendula era a pochi passi da lui. Il folletto avanzò di un passo verso la grande lacrima.

– Quindi questo sarebbe il cuore? Un concentrato di energia positiva rinchiuso in un posto così.

Ren si posizionò davanti la pietra spalancando le braccia.

– Già e non te lo lascerò sfiorare nemmeno con un dito.

Calendula si frappose tra i due folletti.

– Allora, Salix? Avevo concordato con il tuo complice che se ti avessi portato dove si trovava lacrima, tu avresti riportato in vita mia sorella.

Gaia spalancò gli occhi.

– Ma Calendula?.

Salix rise ed estrasse la lacrima trasparente dalla tasca.

– Per questa lacrima una fata è disposta davvero ad arrivare a tanto? Per una cosa che si chiama sorella?.

Calendula allungò la mano verso la lacrima.

– Sì! È lei, dammela, devi riportarla in vita!.

Ren afferrò il braccio della fata.

– Calendula, non capisci? Anche se quella è la lacrima di tua sorella, lei non potrebbe mai tornare in vita.

– Già, Ren ha ragione su questo – la fata guardò Salix con occhi spalancati – la lacrima mi serviva solo per sbarazzarmi della barriera e quando finalmente svanirà, l'energia potrà arrivare anche al mio villaggio.

Ren sbatté le palpebre.

– Villaggio? Fuori di qui esiste un villaggio di folletti?.

– Non lo sai? – disse folletto accigliato – beh, comunque non ha più importanza, per anni l'egoismo di voi fate ha fatto soffrire il mio popolo e ora tocca al vostro!.

Salix portò il braccio indietro e scagliò la lacrima verso il cuore. Gaia scattò volando e con una capriola a mezz'aria afferrò al volo la pietra atterrando nell'angolo più lontano della caverna.

– Ti sei di nuovo dimenticato che noi fate sappiamo volare, eh? – mise la lacrima nella borsetta - non ti permetterò di far invadere il villaggio da qualsiasi cosa ci sia la fuori! Non so cosa sia capitato al tuo, ma questa è la nostra casa e noi la proteggeremo!.

Ren lasciò andare Calendula per affiancarsi all'amica.

– Ora abbiamo noi la lacrima, arrenditi.

Il folletto rise.

– Certo, certo, ma sappiate una cosa, se la barriera non verrà distrutta, non potrete rivedere mai più la vostra amica Serafin.

Gaia strinse la mano di Ren.

Le Guardiane di Faeria - La lacrima della speranza -Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora