CAPITOLO 11: CORTEGGIAMI

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Benji si svegliò circa mezzora prima che suonasse la sveglia: finalmente quel giorno era arrivato.

Il pomeriggio Vivien era finalmente rientrata dall'Inghilterra.

Gli aveva fatto una breve telefonata e aveva promesso che si sarebbero visti a scuola il mattino successivo.

Meglio farsi una doccia: non si vedevano da un mese e lui doveva essere al "top".

Perché oggi sarebbe stato il gran giorno, quello in cui avrebbe potuto godere da parte di Vivien di tutte quelle attenzioni che fino a quel momento aveva soltanto immaginato.

Magari non proprio tutte insieme... Probabilmente ci sarebbe voluto un po' di tempo prima che la ragazza si lasciasse andare completamente.

Tuttavia, già dal tono della telefonata, aveva potuto intuire quanto lei fosse ben disposta nei suoi confronti.

Finalmente.

Aprì la porta del bagno privato della sua camera da letto, accese l'acqua dell'enorme doccia e si guardò allo specchio.

Era decisamente in forma, Vivien non avrebbe trovato nulla da ridire.

A dir la verità nessuna ragazza aveva mai avuto modo di lamentarsi, ma con la cugina di Holly non si poteva mai sapere.

E poi ci teneva maledettamente a piacerle.

Strano: solitamente era sicuro del proprio aspetto fisico. Ma il suo Spledore, con il continuo tira e molla degli ultimi mesi, era stata in grado di instillare nella sua mente un sacco di dubbi.

Si diede un'altra occhiatina: i pettorali erano ben sviluppati, le spalle ampie, gli addominali definiti. Le braccia erano muscolose...l'unica nota dolente erano le mani. Erano grandi, con dita lunghe ma la pelle era un po' rovinata a causa della continua attività di portiere che lo obbligava ad indossare perennemente dei rigidi guanti.

Probabilmente il suo tocco ruvido avrebbe potuto irritare la pelle diafana e delicata di Vivien...

Già, perché era proprio così che immaginava la pelle della ragazza: non aveva mai potuto toccarla, se non sul viso, sul collo e sulle braccia... E già quei pochi centimetri di epidermide gli erano sembrati meravigliosamente lisci.

Si mise a pensare a come avrebbe dovuto essere appagante sfiorarla altrove, dove il suo occhi non avevano ancora potuto indugiare.

Chissà come sarebbe stato il suo seno: lo immaginava alto e sodo, non molto grande ma che riempisse perfettamente il palmo della sua mano... e i capezzoli? Piccoli, turgidi e rosati...

Poi il ventre piatto, l'ombelico e giù, sempre più giù fino ad arrivare a...

ALT.

Meglio fermarsi qui.

Le sue parti basse già rivendicavano attenzione.

Va bene che era tornata Vivien, ma iniziare la giornata con un'erezione era eccessivo anche per lui.

Meglio infilarsi sotto la doccia.

Fredda, possibilmente.

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La attese appoggiato ai pilastri del cancello esterno della Nankatsu.

Faceva molto freddo e si strinse nel giaccone: dopotutto erano i primi di febbraio.

La vide arrivare con Oliver, avvolta in un piumino, una morbida sciarpa di lana e un basco in testa da cui spuntavano i bellissimi capelli. La gonna dell'uniforme le arrivava al ginocchio. Con un brivido pensò come potessero le ragazze non morire di freddo. La divisa scolastica prevedeva che sotto la gonna venissero indossate soltanto delle cortissime calze di cotone bianco, indipendentemente dal periodo dell'anno. Ciò comportava immancabilmente che i polpacci rimanessero nudi ed esposti alle intemperie.

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