CAPITOLO 29: ARIA NUOVA

227 9 0
                                    


Vivien stava cambiando le lenzuola del letto: quel sabato sarebbe arrivato Tom dal Giappone e come promesso avrebbe trascorso tre giorni con lei prima di stabilirsi definitivamente in Francia con il padre.

In casa di Vivien c'era un unico letto matrimoniale.

Se Tom non fosse stato, appunto, Tom avrebbe dovuto attrezzare il divano ... ma con il vecchio amico non c'era alcun problema.

Ospitarlo nel proprio letto non avrebbe contemplato nessun sottinteso particolare: avevano dormito insieme tantissime altre volte e la cosa non creava imbarazzo a nessuno dei due.

Lisciò le ultime pieghe del copriletto col palmo della mano e poi sistemò i due grossi cuscini colorati ornamentali.

Contemplò la propria opera soddisfatta per poi dedicarsi al resto della stanza.

Doveva liberare uno dei due comodini, per permettere a Tommy di riporre le proprie cose.

Aprì il cassetto del comodino di sinistra e...

Un nodo le strinse la gola e gli occhi le si riempirono di lacrime.

Ancora.

Nell'ultima settimana aveva pianto talmente tanto che rischiava di morire disidratata.

Purtroppo non riusciva ad evitarlo: era troppo difficile.

Inoltre ritrovare sparsi per casa i ricordi di LUI le provocava fitte lancinanti al petto.

Con le mani tremanti estrasse il cofanetto di velluto bordeaux e lo aprì.

Il bellissimo punto luce in oro bianco che le aveva regalato Benji al compleanno brillò magnifico, rifrangendo la luce naturale che entrava dalla finestra.

Accarezzando il gioiello con la punta delle dita ripensò al SGGK.

Non si erano più sentiti.

Dopo il suo ritorno in Italia, Benji aveva tentato più volte di contattarla telefonicamente, ma lei non gli aveva mai risposto.

Allora aveva provato con le e-mail. Vivien le aveva cestinate senza nemmeno leggerle.

Aveva scelto di ignorarlo, ben consapevole che se avesse sentito la voce del ragazzo o avesse letto ciò che lui le scriveva, tutto sarebbe tornato come prima.

Anche perché, effettivamente, non vi era una ragione vera e propria per lasciarlo, fatta esclusione per il senso di malessere e disagio che aveva provato durante il loro ultimo incontro.

La sgradevole sensazione di non essere al centro dei pensieri del portiere, di essere messa in secondo piano era stata come una cartina tornasole per il loro rapporto.

Era finita.

Richiuse il cofanetto in velluto di scatto e lo appoggiò sul letto.

Non avrebbe mai più indossato quel gioiello.

Un po' le dispiacque: era un oggetto prezioso e magnifico.

Ma aveva un significato ben preciso.

Non era un semplice ornamento, ma il simbolo di un qualcosa che lei voleva dimenticare.

Poi, una consapevolezza: c'era altro che doveva accantonare e relegare lontano dagli occhi e dal cuore.

La fotografia.

Aprì il diario e la cercò. La trovò quasi subito.

La piegò in due parti e la infilò nel portagioie, insieme al diamante.

RealityDove le storie prendono vita. Scoprilo ora