Naro.
Piero si svegliò nella sua casa di cattivo umore. Fuori diluviava e tirava un gran vento, tanto che la pianta di limoni che aveva in terrazza si era ribaltata e il vaso si era rotto.
Avrebbe dovuto uscire a pulire e ripiantarla, ma pioveva troppo e lui non aveva nessuna intenzione di beccarsi un raffreddore, tanto più che il giorno dopo dovevano partire per una serie di concerti in giro per l'Europa.
Chiederò ai miei di sistemare, pensò infastidito mentre guardava la terra del limone trasformarsi in fango.
In quel momento suonò il telefono. Era suo papà che lo invitava ad andare a fare colazione a casa. "La mamma ha fatto la torta!"
"Arrivo!" rispose lasciando la porta finestra e correndo giù dalle scale.
Fortunatamente il mese precendente aveva fatto aprire una porta che dava direttamente in casa dei suoi genitori così non doveva neanche uscire per andare da loro.
Bologna.
Dopo solo quattro ore di sonno, Ignazio era seduto al bancone della cucina a fare colazione da solo. I suoi genitori e sua sorella, con i cani, erano tornati a Marsala per le vacanze, ma lui non aveva potuto seguirli a causa del lavoro.
Almeno avessi Arturo a farmi compagnia, pensò sospirando.
Si versò un pò di caffè e, sbadigliando si mise a spalmare un pò di miele su una fetta di pane tostato.
"Se non altro c'è il sole," sorrise. "Poi vado un pò a correre nel bosco dietro casa."
Naro.
"Piero, il gatto ti ha mangiato la lingua?!" esclamò sua mamma dopo avergli rivolto la parola tre volte e non aver mai ricevuto risposta.
"Cosa?"
"Ma dove hai la testa stamattina?" gli chiese suo padre.
"Io?"
"Sì, tu!" esclamò sua sorella. "A cosa stai pensando?"
"Non lo so," scosse la testa. "Mi sono svegliato male e ho una strana sensazione."
Sua madre immediatamente gli poggiò le labbra sulla fronte. "No, non hai la febbre."
"No, sto bene... è che ho una strana sensazione. Come se ci fosse qualcosa che non va..."
"Mi stai diventando paranoico?" scherzò sua sorella.
"No," la guardò storto.
"No, è che dopo Miami, tuo fratello ha il terrore di non dare retta al suo istinto," intervenne il loro papà e vide Piero accennare ad un triste sorriso.
Bologna.
Come da programma, Ignazio era nel bosco a correre e si stava godendo l'atmosfera di pace e serenità. Gli era sempre piaciuto correre in quel bosco, lontano da qualsiasi rumore e forma di civiltà. Solo natura e silenzio, tanto che ti dimenticavi di essere a pochi minuti d'auto da Bologna.
Il giovane si fermò a rifiatare accanto ad un piccolo ruscello che sfociava in un laghetto dove alcune anatre stavano nuotando tranquille, starnazzando in coro.
Sembrano certi giornalisti in sala stampa a Sanremo, rise tra sè e sè.
Ma il sorriso si spense subito. Era da quando si era svegliato che aveva una strana sensazione, come che fosse successo qualcosa di brutto.
Mi sa che i miei problemi di insonnia cominciano a farsi sentire, pensò scuotendo la testa e avviandosi a passo lento verso casa.
"Mah!" scosse la testa. Chissà come stanno Piero e Gian? pensò.
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Finalmente noi
FanfictionDieci anni di amicizia, fratellanza e lavoro insieme... e di qualcos'altro che non si ha il coraggio di confessare... ma sentimenti così forti non si possono fermare come uno scoglio non può arginare il mare... e un'onda d'amore li travolgerà... Ben...