Capitolo 6

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Ciao! Visto il periodo non facile e visto il vostro grande affetto per questa storia, abbiamo deciso di farvi un regalino per Pasqua... Speriamo vi piaccia! Inoltre vi ricordiamo che sabato pubblicheremo di nuovo, quindi questa settimana doppio appuntamento!

Buona lettura!


"Ma a te non sembra che l'atmosfera sia diversa?" Michele chiese sottovoce a Barbara mentre entrambi osservavano i ragazzi infreddoliti avvolti in accappatoi e piumini che poco lontano da loro stavano aspettando di posare per un servizio fotografico su una splendida spiaggia della Sardegna.

Lo scenario era perfetto. Sabbia bianca, rocce scure, profumate piante selvatiche, acque azzurre e cristalline... peccato che tirasse un forte vento di maestrale, soprattutto che fosse la fine di Marzo e che i ragazzi fossero in costume da bagno.

"Diversa? In che senso?" chiese Barbara con l'aria innocente.

"Non so. A me sembrano diversi dal solito," Michele si accarezzò la barba continuando a guardare i suoi tre pupilli. "Sono così complici."

"Lo sono sempre stati. E' uno dei loro punti di forza."

"Lo so, ma adesso sono più... più... vicini. Si guardano in modo diverso... come se sapessero qualcosa che noi non sappiamo" concluse pensieroso.

Che tu non sai, pensò Barbara ma disse, "Avranno anche loro i loro segreti. E' normale. Non essere paranoico."

"Spero solo che non combinino qualche casino" sospirò l'uomo allontanandosi.

Speriamo, pensò Barbara.

...

"Ho freddo!" protestò Piero stringendosi le braccia intorno al corpo.

"Ma perchè dobbiamo fare un servizio in costume a Marzo?!" si aggiunse Ignazio alitandosi sulle mani congelate.

"Qui finisce che perdiamo la voce tutti e tre" brontolò Gianluca mettendosi un asciugamano attorno alla gola.

"Barbaraaaaaa!" Piero chiamò.

La road manager li raggiunse subito. "Barbara, io vado in hotel," le comunicò Ignazio avviandosi verso il trailer che fungeva da camerino.

"Ignazio! No, devi restare!" lo richiamò lei.

"Ad ammalarmi? No, grazie!" le rispose nervoso.

"Barbara, non possiamo continuare a stare in questo freddo mezzi nudi," Gianluca le disse calmo.

"Barbarì, tra pochi giorni dobbiamo entrare in studio e cominciare a lavorare al nuovo album," Piero si girò verso Ignazio a pochi passi da loro. "Se si ammala uno di noi slitta tutto e non possiamo permettercelo."

"Ragazzi, ancora poco ed è finita," la donna cercò di convincerli.

"Barbara, mi conosci da dieci anni e sai che se c'è una minima possibilità che si possa prendere un raffreddore, io lo prendo di sicuro," le disse Ignazio serio.

"Tesoro, lo so," gli accarezzò la guancia. "So che sei il primo ad ammalarti e ti prometto che finito qui, torniamo in hotel, ti fai una bella doccia calda e ci facciamo una buona cenetta in santa pace in una delle vostre camere," gli baciò la fronte cercando di capire se fosse più caldo del normale.

...

"Mezz'ora?!" esclamò Piero entrando nel van nero che li avrebbe riportati in hotel. "Ca**o!" sbattè lo zaino sul sedile accanto a lui.

"Due ore! Barbara, due ore!" alzò la voce Gianluca. "E' assurdo!"

"Ma che voce hai?" gli chiese Piero.

Finalmente noiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora