Erano passati tre giorni dal loro addio e nessuno si era messo in contatto.
Ignazio aveva accampato la scusa di un forte mal di gola e non si era presentato in sala d'incisione.
Piero era semplicemente sparito nel nulla dopo aver lasciato un laconico messaggio a Gianluca che diceva 'ho bisogno di una pausa... vi chiamo quando torno'.
Gianluca dopo quello strano messaggio aveva contattato prima Ignazio e poi Michele, ma entrambi gli avevano risposto che non sapevano che fine avesse fatto Piero ma che erano sicuri che stesse bene. Il giovane abruzzese aveva finto di crede a quelle parole ed era tornato a casa, ma in cuor suo sapeva che era successo qualcosa di brutto... e sospettava quale fosse il motivo.
Gli impegni di lavoro incombevano e furono costretti a rivedersi. Ripartiva il tour.
L'ennesimo aereo li avrebbe portati negli USA, ma stavolta non c'era l'entusiasmo che li aveva sempre accompagnati. Tutto era cambiato. Non c'erano più sorrisi, abbracci e scherzi.
C'erano solo tre ragazzi che, per motivi, diversi si erano salutati a malapena e adesso sedevano l'uno accanto all'altro sull'aereo, in silenzio persi nei loro pensieri.
Ignazio fissava il cielo fuori dal finestrino. Piero fissava Ignazio con il cuore che batteva a mille. Gianluca fingeva di chattare sul cellulare con in fratello ma in realtà fissava i suoi amici senza sapere cosa fare.
Il tour iniziava dal Canada e quando atterrarono a Toronto dopo quasi dieci ore di volo con scalo a Parigi, trovarono la neve e temperature sotto zero.
"Che freddo!" escalmò Piero scendendo la scaletta tirandosi su il cappuccio del giubbotto.
"E' più il freddo che senti in fondo al cuore," sussurrò Gianluca senza che lo sentisse.
Quelle parole però raggiunsero Ignazio che si girò di scatto a guardalo e lo fissò negli occhi.
Gianluca rimase senza fiato nel vedere la rabbia negli occhi dell'amico, ma durò un secondo perchè lo sguardo di Ignazio di addolcì e un triste sorriso si dipinse sul suo volto.
Gianluca mise una mano sulla spalla ad Ignazio e disse sottovoce, "Capisco più di quanto crediate. Non c'è bisogno che mi spieghiate niente, ma sappi... sappi che io ci sono sempre. Capito?"
Ignazio non potè far altro che annuire e abbassare lo sguardo per nascondere le lacrime che gli bagnavano gli occhi.
"Vi sbrigate che si congela?!" urlò Piero da in fondo alla scaletta.
"Fa il duro, ma sta soffrendo come un cane," disse Gianluca guardando Piero.
"Se l'è voluta," rispose duro Ignazio, voltandosi e ricominciando a scendere.
I primi due concerti in Canada furono un vero trionfo. Tutti erano felici e pronti per il tour in USA che li avrebbe portati nei più bei teatri del paese a cantare per migliaia di persone.
Ma il concerto più importante, non tanto per il numero degli spettatori, ma per il prestigio della location e quello di New York al leggendario Radio City Music Hall dove solo i veri grandi della musica mondiale avevano cantato e tuttora cantavano. Il concerto era sold-out da mesi e tutti e tre i ragazzi si sorpresero a pensare al fatto che era già la terza volta che cantavano in quel luogo magico e anche i precedenti spettacoli erano andati esauriti in poco tempo.
Il concerto fu un trionfo. Ignazio, Piero e Gianluca erano in gran forma. Le loro voci erano al top e la loro verve non era stata da meno. Ignazio con il suo humor, supportato da Gian e Piero aveva fatto ridere tutti, mentre le loro voci avevano toccato il cuore di ogni singolo spettatore.
Dopo il concerto c'era stato il Meet & Greet anche lì i ragazzi avevano dato il meglio.
Dopo alcune settimane molto pesanti e cupe sembrava che le nubi si stessero diradando e che l'atmosfera stesse tornando alla normalità.
Speriamo che duri. Pensò Piero mentre guardava Ignazio coccolare una bambina e farla ridere. Dio come mi manca! Guardala come ride felice... è assurdo! Sono geloso delle risate di una bambina. Sospirò. Perchè è lui a farla ridere.
Appena finito l'incontro con i fans, i ragazzi e tutto lo staff tornarono in hotel per la cena.
Nel corridoio che conduceva al ristorante, Piero vide Ignazio pochi passi davanti a lui. Accellerò il passo, lo raggiunse e gli mise un braccio sulle spalle come aveva fatto milioni di volte in passato, ma la reazione di Ignazio fu molto diversa da quella di poche ore prima sul palco.
Il giovane marsalese si irrigidì e fulminò Piero con lo sguardo scrollandosi il suo braccio di dosso.
"Che fai?!" si sorprese Piero. "Quando l'ho fatto durante il concerto hai sorriso."
"Quello è lavoro. Sul palco devo offrire al pubblico il miglior spettacolo e per farlo devo mantenere la facciata," rispose serissimo Ignazio. "Ma non puoi chiedermi di fingere anche giù dal palco. Questa è la vita vera ed è tutta un'altra cosa."
"Ignà... io... mi manca... noi..." sussurrò Piero.
"Non l'ho deciso io di far finire quel 'noi' che ti manca così tanto," ribattè sottovoce. Solo rabbia e dolore nella sua voce.
"Ma non possiamo essere..."
Ignazio scosse il capo. "No," sospirò. "Mi hai fatto troppo male, Piero. Troppo..."
"E quindi d'ora in poi...?"
"Sarà così. I soliti perfetti pignazio sul palco e nelle interviste. E nella realtà, "deglutì a vuoto. "Due che devono lavorare insieme... mi spiace, ma più di così non riesco a fare." Si avvicinò a Piero così tanto che il giovane narese poteva sentire il calore del suo respiro sul viso. "Io ci avevo creduto... avevo creduto in quel 'noi' che tu hai distrutto."
Ignazio fissò Piero dritto negli occhi avvicinando le loro labbra fino quasi a baciarlo. Poi si scostò di scatto e se ne andò lasciando Piero a fissare la sua schiena mentre gli occhi gli si riempivano di lacrime e il suo cuore andava nuovamente in pezzi.
Spazio autrici
Grazie per averci lette fino a qui. Speriamo di rivedervi nel prossimo capitolo.
To be continued...
Serena e Alessandra AlexSandry2
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Finalmente noi
FanfictionDieci anni di amicizia, fratellanza e lavoro insieme... e di qualcos'altro che non si ha il coraggio di confessare... ma sentimenti così forti non si possono fermare come uno scoglio non può arginare il mare... e un'onda d'amore li travolgerà... Ben...